Moscow and G20, after meeting. Clear and coincise message and true lesson. For Mr. President Obama Holy Napalm

07 Settembre 2013

Domenico Cambareri

 

 

 

 

 

 

Near East: no more further U.S. evils and holy strikes!

World economic forum and international policy. About Syria. It is claimed that U.S. strikes be could be short, swift and victorious? After two years civil war’s? – True lesson for Obama Saint Napalm and Kerry Saint Shells & White Phosphorous

 

 

 

 

 

 

I lettori comprenderanno in via definitiva, con la lettura del presente articolo, a conclusione dei due che lo hanno preceduto nei giorni scorsi, perché non abbiamo lesinato nell’utilizzazione di termini sarcatici e icastici nei confronti di Obama, Kerry & sgherri, violando l’importante condizione di spassionato distacco espressivo. Ciò è dovuto al fatto che sono stati prorprio Obama, Kerry e i loro sgherri a imporcelo con forza e con veemenza incontenibili. I loro inaspettati, imprevisti, truculenti e non di meno farneticanti messaggi, con cui hanno già saturando l’etere e le orecchie dell’intera umanità, ne sono l’obiettiva causa e riprova. Di fronte a ciò, i lettori capiranno che ci siamo concessi delle piccole ma adeguate licenze contro siffatto sfoggio di menzogna e di violenza.
Ciò che abbiamo scritto nei giorni precedenti rappresentava solo un primo approccio, un primo avvicinamento alla realtà di quanto sta accadendo e di quanto è finora accaduto nel Vicino Oriente per colpa prevalente degli USA (in misura esorbitante), del Regno Unito e della Francia.
Nella nostra risposta e nelle nostre domande al segretario generale della NATO, Rasmussen, poi, abbiamo dovuto esemplificare ancora di più il quadro delle formulazioni interrogative e dubitative e le implicite richieste avanzate al fine di non disorientare troppo i lettori. Infatti, il quadro delle articolazioni possibili e verosimili da verificare sul campo in merito all’utilizzazione di armi chimiche implica necessariamente che dette armi possano essere state utilizzate da gruppi di ribelli che non rispondono a nessuno o che rispondono a qualcuno, quanto siano state utilizzate sia da reparti dell’esercito siriano (dietro reali ordini di Assad?) sia da gruppi di ribelli (ancora una volta: pilotati ed eventualmente addestrati all’uso e armati da chi? ).
Reputiamo inoltre di dovere  sottolineare che è di somma importanza che gli USA, il Regno Unito e la Francia non continuino a blaterare di prove certe senza esibire queste prove nei consessi internazionali e senza passarli alla stampa, conservandole gelosamente tra i loro nascosti e probabilmente falsificati segreti.
E’ inammissibile e inaudito che queste potenze “liberali e democratiche” possano arrogarsi il diritto infondato di affermare di detenere prove veritiere di colpevolezza di chicchessia e allo stesso tempo rifiutare di mostrarle agli altri governi loro alleati o non loro alleati o non loro subalterni amici e all’ONU; e rifiutino di rispondere ai quesiti e alle controprove richieste su dette prove e rifiutino di subordinare la loro azione di gratuita e infondata rappresaglia alle decisioni conclusive da adottare in sede ONU.
Sia che la NATO non venga affatto implicata, in tutte le sue strutture operative e di supporto a qualsiasi titolo nelle prossime azioni di guerra che i governi di USA, Regno Unito e Francia vogliono attuare, prima che vi siano al riguardo effettive e conclusive decisioni in ambito ONU; sia che la NATO, per quanto strumento atto a raggiungere finalità d’interesse politico, economico e militare dei suoi membri e in misura preponderante degli USA, sarà coinvolta nell’azione di gratuita guerra contro la Siria, oramai la logica stringente sulla peculiarità della scelleratezza dell’amministrazione americana è assodata.
Anche a voler ipotizzare, in modo assolutamente irrealistico, che Obama e i suoi stiano cercando di estremizzare al massimo l’escalation contro Damasco al fine di fare soccombere il regime siriano e di fargli accettare una resa senza condizioni ( a chi? Ai ribelli di cui la trimurti occidentale nasconde accuratamente i massacri? Agli uomini di al Qaeda che combattono a fianco dei servizi di questa trimurti contro Assad?) prima dell’attacco missilistico, il quadro sconfortante e deleterio non cambia.
E’ la riprovevole estremizzazione delle azioni operate in questi due anni dall’amministrazione USA in Siria, tenute ben coperte; è la loro definitiva pubblicizzazione su scala mondiale con la richiesta di implicare nell’esercizio del “power act” presidenziale senato e camera, popolo americano e alleati; è la guerra psicologica scatenata in maniera implacabile sui media di tutto il mondo con la pubblicazione di notizie e filmati che non dimostrano in alcun modo la colpevolezza di Assad ma che sul piano emotivo incidono e condizionano e manipolano l’opinione pubblica; è tutto questo che ci impone di puntualizzare in via definitiva la posizione da assumere nei confronti dell’amministrazione Obama.
E’ tutto ciò che ci impone di ri-.vedere e ri-valutare sotto una luce più disincantata e obiettiva gli ultimi decenni della politica estera USA, della sua spesso illogica sprezzante e arrogante egemonia, che ha arrecato non pochi danni anche agli interessi di larga parte del popolo statunitense, oltre che alle vittime delle sue aggressioni. E’ tutto ciò che ci impone di non rimanere in ulteriore acritica e supina acquiescenza, e di sottacere il dissenso sempre più profondo che emerge dalla nostra coscienza e dai nostri giudizi politici. E’ tutto questo che Obama e i suoi diretti predecessori ci impongono, perfino nel formulare la richiesta  in base a quale esercizio politico e morale davvero autonomo lui e costoro ha ed hanno assunto alcune delle più deplorevoli o meno condivisibili decisioni, ovvero se lui e costoro abbiano invece posto passivamente in essere imposizioni e condizionamenti di innominabili esercitati su di lui e su costoro da oligarchie non visibili.
Noi non abbiamo messo in dubbio il primato politico statunitense e le sue susseguenti responsabilità geopolitiche planetarie, tuttavia abbiamo in passato espresso dei nostri onesti non convincimenti e prese di distanza. Noi riteniamo inoltre che il passato politico della storia recente americana abbia delle pagine oscure e sporche su cui quasi mai chi ha governato e governa gli USA ha contribuito a fare luce. Non una palese e convincente azione di profonda autocorrezione di siffatte imprevidenze e deviazioni, di siffatti errori, di siffatti deragliamenti.
Gli Stati Uniti di Obama, in aperta sconfessione delle impegnative promesse programmatiche di questo presidente, continuano ad agire come se la guerra fredda non fosse finita e come se l’Unione Sovietica fosse ancora una minaccia esistente. La cosa peggiore, nell’esercizio ormai forsennato di questa egemonia militare, è quella che cotale e cotanto potere si ritiene assolutamente svincolato dall’esigenza di valutare gli avvenimenti internazionali secondo una corretta logica politica e impone i suoi diktat senza neppure avere delle resipiscenze.
La profonda revisione delle analisi della condotta della politica estera e militare americana che Obama e i suoi consigliori ci impongono ci porta a stabilire che, con stupore e iniziale incredulità, sul campo, in tutto il Vicino Oriente e in qualsiasi altra area euro-afroasiatica, al Qaeda è non il più pericoloso avversario di Washington ma la sua più preziosa e insostituibile pedina.
La diffusione e presenza di al Qaeda in nuove aree riceve infatti sistematicamente forte impulso dalle azioni intraprese dagli USA. Le gravissime e sanguinarie destabilizzazioni operate dagli americani, con la distruzione avvenuta o in calendario dei regimi si autoritari ma laici e occidentalizzati, apre nuovi spazi di diretto intervento dei terroristi di tale organizzazione e dell’esclusivismo islamico che insanguinano le già martoriate terre del Vicino Oriente.
L’11 settembre prossimo, pertanto, non può che rappresentare la definitiva caduta dei sipari dietro i quali i responsabili della politica americana hanno cercato maldestramente di tenere nascosta questa terribile e in parte ancora non comprensibile verità.
Obama si sbraccia in demagogiche, deplorevoli e menzognere dichiarazioni a 360° gradi e non si accorge che si annoda da solo il cappio alla gola: l’attacco servirà a inibire l’utilizzazione delle armi chimiche da parte di Assad, servirà a tenere al sicuro Israele (!), servirà da esempio ai tanti nemici che gli USA hanno nel mondo, dai guerriglieri Hezbollah libanesi all’Iran (!) alla Corea del Nord. Le strutture decisionali americane hanno deciso che, per i loro obiettivi, è congeniale la destabilizzazione integrale della regione e il rilancio in grande stile di una nuova fase di terrorismo, visto che lo strumento terroristico è quello su cui si può basare ogni possibile forza di ritorsione siriana e iraniana. Carta vincente per la propaganda sciovinistica dei circoli del tardo imperialismo e dei grandi speculatori finanziari, giacché dopo sarà molto facile portare la manipolata opinione pubblica a condividere scelte ancora più radicali e deleterie contro i cattivi musulmani (non le monarchie assolute, stati vassalli degli USA).
Tra gli aspetti di particolare rilievo nel “condimento” della velenosa melassa propagandistica figura l’affermazione rivolta ai cittadini del suo Paese: “Noi siamo gli USA e non possiamo chiudere gli occhi. “. Ciò è falso ed è smentito da tanti fatti, ad iniziare dai misfatti compiuti dalla politica di Washington in molti ambiti, ad iniziare dai crimini ambientali che continuano ad essere commessi negli stessi territori federali. Ad iniziare dai cinquemila curdi assassinati da Saddam Hussein con i gas. Ad iniziare da quello che hanno consentito di fare e consentono ai giudeo sionisti di Israele. Ad iniziare dai massacri dagli USA perpetrati con armi che dovrebbero rientrare tra quelle vietate.
Obama, a Mosca, in modo scandaloso e provocatorio, ha affermato che la Russia protegge la Siria perché vi è tra di loro un lungo e antico legame. Obama volutamente ha ignorato e  ignora che furono gli USA a buttare letteralemte tra le braccia dell’Unione Sovietica Egitto e Siria, disconoscendo i loro diritti, dopo la crisi di Suez del 1956: ad essi voltarono definitivamente le spalle, in  favore  di Isarele e della poltitica avventuristica e delle speculazioni neocoloniali degli anglo-francesi.
Gli USA gli occhi li hanno chiusi tantissime volte e si illudono che ancora una volta i cittadini americani e dell’occidente allargato accetteranno il fatto compiuto, ossia che l’oligopoli strategico USA consente ai suoi scellerati governi di attaccare la Siria in questi giorni come in precedenza per due volte l’Iraq; o di fare scatenare passivamente crisi finanziarie ed economiche mondiali e di colpire in maniera ingiusta e pesantissima decine di milioni di suoi cittadini pur di preservare i loschi interessi di bande di criminali dedite a frodare gli investitori onesti e i beneficiari di mutui e prestiti, ovvero anche a provvedere ad emanare atti immediati di clemenza in favore di questi delinquenti pericolosissimi
Gli USA,le amministrazioni dei presidenti USA ritengono che, con l’oligopolio strategico detenuto, per loro non si tratta più di giocare secondo schemi e regole, come ad esempio strategia diretta e strategia indiretta: ogni gratuito salto di grado e di schema è loro consentito, e la stampa è lo strumento con cui vengono impartite le indicazioni subitamente recepite da masse ininterrottamente soggiocate a livello inconscio.
Ecco allora come sfacciatamente e impunemente Kerry, il braccio destro di Obama, propina il nuovo stereotipo: Assad uguale Hussein e uguale Hitler. Ecco la quadratura del cerchio operata da innominabili individui alla guida degli USA.
Ma anche la più cieca e potente arroganza è destinata ad incontrare prima o poi dei limiti, ad urtare oggetti da cui potrà ricevere sicuro danno. E ad accorgersi che, tra i tanti si e i tanti presunti amici, interi popoli grideranno il loro no. Riteniamo che questo momento sia giunto, e che la pace di cui parlano questi guerrafondai non sarebbe altro che una notte prolungata per il popolo siriano e per i popoli che già sono stati inviluppati in questa spirale di cieca violenza etnica e religiosa fomentata e imposta dall’esterno.
Sei milioni e mezzo di sfollati e di profughi di cui due milioni di bambini in due anni di guerra civile (corrispondono all’intera popolazione della Libia) sponsorizzata dalla già citata trimurti, questo è il primo e indiscutibile biglietto da visita di Obama, dei suoi accoliti, dei fanatici alleati del momento come il premier clericale turco, e degli alleati sul campo sotto la bandiera di al Qaeda.
Per i derelitti megalomani Cameron e Hollande e la loro pigmea grandeur, c’è poco da dire. Mandano in piena crisi l’Unione Europea, la quale ha bisogno assoluto di una politica estera e di difesa unica e autonoma, e non di caporali di giornata al servizio della Casa Bianca. Tutto ciò rende molto più vicino il futuro in cui i popoli europei, e innanzitutto quelli inglese e francese, dovranno assumere le loro più importanti decisioni. Tutto ciò rende più impellente la ridefinizione degli obiettivi della NATO e della riduzione del peso in essa esercitato dagli USA. Tutto ciò rende non meno importante l’apertura del fronte all’ONU, che dovrà rideterminare la composizione dei membri permanenti, con l’uscita del Regno Unito e della Francia e la creazione del seggio unico per l’Unione Europea, e l’auspicabile abolizione del diritto di veto, quando esercitato da un numero di Nazioni ivi presenti inferiori ai quattro decimi.
Forse, non tarderà molto a che Obama si accorga di contare meno dei quattro decimi, non solo nell’emisfero latino-americano e in Asia, ma anche in Europa. E tra i suoi connazionali. E all’ONU. A quel punto, si troverà stretto in una morsa, tra  debiti sovrani e espansionismo cinese, letteralmente fabbricato dagli speculatori USA.
Non possiamo che augurare un buon declino a mister Obama, salvo ch ripensi in extremis   al ruolo di gangster internazionale che si è ritagliato o che altri gli hanno ritagliato. E tiri in ballo le oligarchie che stanno all’ombra, se ha del fegato, prima di farsi fregare con l’affaire Siria.