05 Aprile 2001
Fonte: Parvapolis
Marianna Parlapiano
Scuola. Domenico Cambareri: «L’insoddisfazione non è sentita solo dagli studenti. È una Riforma che ci fa tornare indietro»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS, Domenico Cambareri. Da alcuni giorni gli studenti della scuola superiore di Latina sono in agitazione: la cosa, di per sé, non desta stupore, dal momento che, in genere, ogni occasione è buona, per i ragazzi per scioperare e saltare un giorno di scuola. Questa volta, però, è diverso: la protesta ha le sue realistiche motivazioni e trova la sua ragion d’essere nel malcontento generale con cui la riforma scolastica è stata accolta. Studenti e professori, almeno per una volta, si trovano d’accordo: questa riforma non piace a nessuno, non apporta innovazioni, ma si limita solo a distruggere anche quello che di buono c’era nella scuola italiana. La questione ha coinvolto parecchi esponenti del mondo culturale del nostro Paese, acuti pensatori e uomini di lettere: anche il filosofo Emanuele Severino ha espresso una sua personale opinione sulla vicenda “scuola”, scrivendo una sentita lettera di replica all’articolo del professor Domenico Cambareri, di Latina, pubblicata sullo scorso numero della rivista “Scena Illustrata”. Severino parla di formazione “acontenutistica”, fatta solo di procedure e metodo, senza attenzione per i contenuti trasmessi e quelli da veicolare. In una scuola fatta di tabelle e numeri, l’amore per le idee e la sostanza sembra essere svanito completamente. Tutto il sistema scolastico appare come “ingabbiato”, chiuso in una quella “gabbia d’acciaio” di cui parla il filosofo Giacomo Marramao sulla scìa delle geniali intuizioni di Max Weber. Ogni forma di sapere sembra essere imbrigliata negli stretti legacci delle valutazioni e delle tavole sinottiche, fredde e sterili, con cui, ora, si fa scuola. Domenico Cambareri, che ha fortemente voluto, insieme all’ALPI – Associazione Liberi Professori Italiani – il convegno svoltosi a Roma lo scorso 22 Marzo, dal titolo “La scuola tra riforme e fallimenti”, di cui ParvapoliS è stato media-partener e del quale ha curato uno speciale, ha acutamente espresso tutto il suo disagio dinnanzi alla riforma scolastica non solo nell’articolo sopra citato, ma anche davanti alle Telecamere di ParvapoliS. La sua valutazione della riforma non è per nulla positiva: non è stato affatto un rinnovamento, bensì solo uno smantellamento del “carrozzone” Scuola, sulla base di due ideologie contrapposte, quella gramsciana e quella liberista americana, così come ha già notato lo scrittore Marcello Veneziani. Se due “carcasse” si uniscono, non può che nascerne un’altra carcassa, quella della scuola riformata. Così com’è, questa non piace a nessuno, né agli studenti, che scendono in piazza insieme a quelli dell’università ugualmente “smantellata”, né ai professori e agli uomini di cultura, che organizzano convegni e dibattono sulla delicata questione, cercando, se non di risolvere, almeno di riflettere.