28 Aprile 2004
Elisabetta Rizzo
Fonte: Parvapolis
Roma. I Quadri in Italia e in Europa. Un governo prigioniero dei ricatti sindacali. E docenti trattati come braccianti degli anni cinquanta
Nei giorni scorsi si è svolto nella Sala del Cenacolo della Camera dei Deputati a Roma
il convegno sui Quadri organizzato dalla Confederazione Unitaria dei Quadri. Motivo
scaturente e di rilevante attualità è stato lo studio pubblicato dall’ Istituto di Ricerca
per le Politiche Economiche e Sociali di Genova. Sono pervenuti i saluti dei ministri
Maroni e Alemanno, assenti per impegni istituzionali, del presidente della Commissione
Lavoro del Senato, Zaneti, e di altri esponenti politici, istituzionali e professionali.
La ricerca dell’IRES è stata oggetto di appassionato e approfondito dibattito. In
particolare, nel messaggio di saluto inviato dal presidente della commissione senatoriale,
sono state indicate le linee entro cui si muove il disegno di legge presentato dal sen.
Eufemi, che mira ad adeguare e innovare la legge 190 sui quadri finora per di più rimasta
in gran parte inapplicata.
Dall’indagine, è emerso che l’Italia rispetto alle maggiori e alla più industrializzate
nazioni europee fa ancora testo a sé, conservando una miscela vetusta di operaismo e di
alleanza padronato – sindacati generali ormai fuori tempo e fortemente penalizzante per
le professionalità operative, funzionali e ideative dei sistemi produttivi e pubblici
italiani. I lavori hanno visto il brillante intervento del prof. Craveri, ordinario
e preside dell’Istituto di storia contemporanea dell’Università Suor Orsola Benincasa
di Napoli, e, fra l’altro, dell’on. Benvenuti, capo-gruppo DS in commissione Finanze, del
presidente della CIDA prof. Rembado, del responsabile industriale del Gruppo Fiat
Rebaudengo e del presidente della C.F.Q., Carlo Cappellaro, che ha concluso i
lavori augurando più incisivi traguardi e il riconoscimento legislativo e contrattuale
del ruolo e dell’area dei quadri e delle alte professionalità.
Il prof. Domenico Cambareri, nostro editorialista, negli anni trascorsi presidente
dell’Associazione Liberi Professori Italiani -Quadri (associazione largamente
anticipatrice di tematiche di tipo ordinamentale e professionale ancora neppure
lontanamente attuate da questo governo prigioniero dell’inciucio con Adornato e
con i confederali), e quindi componente del vertice Confederquadri, la famosa
e battagliera organizzazione facente oggi parte della Confederazione Unitaria dei
Quadri, da noi interpellato ha espresso compiacimento per l’importante convegno
realizzato da Cappellaro. Egli ha sottolineato l’importanza della ricerca e il ruolo
di grande stimolo e di propulsione per nuove energie espresso dall’importante convegno.
Ma in generale, per Cambareri “i tempi di una nuova e valida legislazione per i
ceti professionali non sono mai adatti o maturi in temi così spinosi e per di più non
rinviabili ad avviso di una classe politica nazionale in generale assolutamente indegna di
ricoprire i ruoli che ricopre. Tanto quelli che hanno governato ieri, quanto quelli che
governano oggi dimostrano di essere figli spuri del reale stato delle esigenze
della società, dell’economia e della cultura italiane, gruppi di potere inetti
che vivono dell’esistente e nell’esistente. Essi sono la preistoria ambulante
e portano il nostro Paese a una sempre più accentuata emarginazione dai processi
innovativi e dalle capacità concorrenziali a livelli internazionale. Non parliamo
poi del sistema scolastico e universitario. In particolare, i docenti delle
secondarie sono trattati come i braccianti degli anni cinquanta. Cosa si
vuole di più? Sembra una domanda tragica, priva di risposta, nel volgersi a
guardare l’accavallarsi degli anni di distruzione di energie vive e di progetti
validi che abbiamo alle spalle. Purtuttavia, finché si vive è bene non disperare mai”.