Se ai Professori tagliano gli stipendi, ai Militari tolgono i mezzi. Ecco con la Reuters una sintetica mappa di sottrazioni delle sottrazioni alle Forze Armate

 

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Difesa, con tagli a rischio qualità missioni, sicurezza militari
venerdì, 14 novembre 2008 9.07 136
   
 

di Antonella Cinelli

ROMA (Reuters) – Sempre meno addestramenti, mezzi troppo spesso vecchi e scorte praticamente azzerate. E’ la fotografia delle Forze armate italiane, che con i tagli alla Difesa previsti dalla Finanziaria rischiano, a breve, di scendere sotto gli standard previsti dalla Nato per partecipare alle missioni internazionali. A cui però, dicono maggioranza e opposizione, non si può rinunciare.

E già adesso, all’indomani delle celebrazioni in grande stile per il 4 Novembre, scarseggiano persino i proiettili per le esercitazioni ai poligoni di tiro.

Per il 2009 le previsioni di spesa per la Funzione Difesa — che riguarda i compiti militari specifici di Esercito, Marina e Aeronautica — sui 20,3 miliardi di euro destinati al ministero ammontano a 14.339 milioni, il 7% in meno rispetto al 2008. Si tratta dello 0,87% del Pil, contro lo 0,96% di quest’anno, e ben al di sotto dell’1,42% della media europea.

Tagli in vista anche per i carabinieri: nel 2009 gli stanziamenti per la Funzione Sicurezza registreranno cali del 28,3% per l’esercizio — che comprende addestramento, scorte di materiali, manutenzione dei mezzi — e di oltre il 35% per gli investimenti, secondo i dati forniti dal relatore in commissione Difesa alla Camera Roberto Speciale, del Pdl.

A luglio, in occasione di un’audizione davanti alla stessa commissione, il capo di Stato maggiore della difesa Vincenzo Camporini ha descritto un quadro disarmante: attività addestrative ridotte dal 30 al 50% e “scorte ormai esaurite”, un “ciclo perverso” che aumenta i rischi per i nostri militari e impedisce loro di mantenere i livelli di efficienza richiesti.

E lo scorso 5 novembre il generale Fabrizio Castagnetti, numero uno dell’esercito, alla commissione Difesa del Senato ha segnalato che nel 2009 sarà disponibile solo il “25% del budget previsto per il mantenimento ottimale del livello di operatività”. Quindi niente più addestramenti, se non per chi dovrà andare in Afghanistan, Libano e Kosovo.

LE PALLOTTOLE? “FINITE”

“I tagli al bilancio della Difesa sono di un miliardo e mezzo in tre anni. L’esercito si addestrerà un terzo di quanto faceva nel 2008, l’aeronautica volerà 30mila ore invece di 90mila, la marina potrà fare la metà delle esercitazioni”, dice a Reuters Rosa Villeco Calipari, capogruppo del Pd in commissione Difesa a Montecitorio.

La preoccupazione più immediata è proprio per i tagli all’esercizio: per il 2009 sono destinati a questa voce 1.887,9 milioni di euro, in calo del 29,11% rispetto al 2008.

“Non basta finanziare le missioni. Non è che il personale si prepara quando sta fuori: le strutture che si muovono devono essere perfettamente pronte prima”, spiega il generale e senatore del Pd Mauro Del Vecchio, membro della commissione Difesa di Palazzo Madama.

Del resto lo stesso ministro Ignazio La Russa, intervenendo alla commissione Difesa della Camera lo scorso 8 ottobre, ha riconosciuto che il forte calo di risorse destinate all’esercizio rischia di produrre, già l’anno prossimo, “il progressivo abbassamento operativo dello strumento militare, con diminuzione dei livelli di efficienza dei principali mezzi e sistemi d’arma”.

I militari lamentano di non avere quasi più le munizioni in addestramento. “Ce ne sono scorte molto limitate”, dice il generale Del Vecchio, per poi ammettere: “Sì, abbiamo finito le scorte”.

Nella sua relazione Speciale ha parlato di un bilancio “assolutamente insufficiente … per far fronte agli impegni nazionali oltre a quelli della Nato, dell’Ue e dell’Onu”, e ha evidenziato il rischio, nell’arco del prossimo triennio, di una “riduzione prossima all’azzeramento delle esercitazioni”.

Una soluzione, ha suggerito La Russa, potrebbe essere la riduzione dell’impegno nell’ambito delle missioni all’estero meno significative. Una proposta che secondo il centrosinistra non si può neppure prendere in considerazione.

“La situazione è kafkiana”, commenta il ministro ombra della Difesa Roberta Pinotti. “Si sono presi impegni internazionali. Non sono cose che si decidono dall’oggi al domani, e comunque una nazione ci perde la faccia”.

E poi, sottolinea la senatrice del Pd, eliminare le missioni di cui parla La Russa non risolverebbe un granché, visto che il grosso degli oltre 8mila militari italiani attualmente all’estero è impegnato tra Afghanistan, Libano e Balcani, teatri, almeno i primi due, dove un ridimensionamento sembra fuori discussione.

ADEGUAMENTO TECNOLOGICO RALLENTERA’

Non va meglio per la voce “investimento”, che nel 2009 potrà contare su 2.885,3 milioni di euro, in calo del 20,62% rispetto a quest’anno.

Speciale e La Russa hanno spiegato in commissione che a questa cifra si aggiungono altri stanziamenti per programmi di sviluppo pluriennali come le fregate Fremm e il caccia Eurofighter, impegni presi a suo tempo e che vanno rispettati per non pagare salate penali. Mettendo tutto insieme, gli investimenti supererebbero nel complesso i 4 miliardi di euro.

Ma l’ex sottosegretario alla Difesa Lorenzo Forcieri (Pd) precisa: “Gli stanziamenti per questi programmi internazionali c’erano già, sono solo stati rimodulati”.

I militari, dunque, potranno contare effettivamente solo sui 2,8 miliardi di euro in bilancio, e La Russa ha ammesso che “vi sarà un rallentamento dell’adeguamento tecnologico”.

E i mezzi? Visto che non si può avere tutto, saranno “qualitativamente rinnovati, quantitativamente ridotti”, ha spiegato il ministro.

Un passo rischioso, sottolinea Del Vecchio, ricordando che l’introduzione in Afghanistan dei blindati Lince “ha salvato la vita a tanti nostri connazionali”.

TRA POCHI ANNI FORZE ARMATE “VECCHIE”

Nel campo del personale è prevista una riduzione degli stanziamenti del 7% nel 2009 (meno 50 milioni) e del 40% nel 2010 (meno 304).

Cifre, ha segnalato il generale Camporini, che comporteranno un forte ridimensionamento dei reclutamenti – soprattutto di volontari – “destinati a diventare pressoché nulli nel 2010 e per almeno 5-6 anni”, con un pericoloso “invecchiamento dello strumento militare”.

“Così diamo un colpo mortale alla professionalizzazione delle Forze armate”, spiega Del Vecchio a proposito del processo iniziato con la sospensione della leva obbligatoria e destinato a concludersi nel 2021.

Per Calipari il governo pensa ai militari più a parole che nei fatti, come dimostrerebbe il provvedimento sulla “specificità” di Forze armate e dell’ordine approvato il mese scorso.

“E’ una scatola vuota, senza risorse”, spiega la deputata. “Ai militari le belle parole delle celebrazioni non bastano ad arrivare alla fine del mese”.

“La risposta vera – dice Forcieri – sarebbe una riforma profonda. Bisogna affrontare i nodi dove sono, come l’attuale dislocazione sul territorio, gli esuberi… Non si possono fare i tagli orizzontali, ma nemmeno dire che non si possono fare”.

Intanto Calipari aspetta di sapere quanto realmente si è speso per le celebrazioni per la Festa delle Forze armate, che secondo La Russa sarebbero costate solo 500mila euro (almeno 750mila secondo gli organizzatori).

“Credo che il fondo (di 3 milioni di euro destinato alle celebrazioni, ndr) sia stato speso tutto. Si poteva spendere in maniera diversa, visto il momento”.

© Reuters 2008. Tutti i diritti assegna a Reuters.

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