COMMISSIONE DI VIGILANZA RAI. L’ASSURDA PRETESA.

8 Ottobre 2008, pubblicato in Pages                                                                                                                        Domenico Cambareri

E’ assurdo che l’opposizione voglia e possa imporre alla maggioranza il nome del presidente della Commissione di vigilanza parlamentare.                                                                      08 Ottobre 2008

La protesta dei radicali contro la mancata elezione del presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai, che è sfociata nell’occupazione dell’aula della Commissione, per alcuni aspetti pare interagire con la campagna che ormai da settimane Di Pietro conduce come una lotta senza quartiere e senza risparmio di energie contro la maggioranza. A tutto ciò si adegua supinamente, anche se con modalità di basso profilo se non marginali, il PD, il quale è rimasto vittima di un ingranaggio incredibile messo in atto da Veltroni con l’alleanza elettorale realizzata con l’IdV. La pretese dell’opposizione è letteralmente assurda e viola ogni patente ed elementare concezione democratica. Qui non è posto in dubbio da parte della maggioranza di assegnare la presidenza della Commissione ad un esponente dell’opposizione. E’ posta in dubbio ed apertamene rifiutata, e giustamente, l’idea che il “candidato unico” predesignato dall’accordo dei capi dell’opposizione debba essere l’unico eleggibile e da eleggere effettivamente. Metodo e procedura tipicamente partitocratici, che stracciano ogni possibilità di esprimere e di fare esprimere l’elezione con la libertà di voto che riguarda in concreto e in ultimo singole persone, singoli parlamentari. La piena indisponibiltà della maggioranza a votare per Orlando, uomo da essa riconosciuto unanimemente non credibile come parlamentare atto a ricoprire una carica super partes, è stata manifestata sin dal primo momento. E’ assai curioso apprendere nuove lezioni di democrazia da Di Pietro e da Veltroni, per i quali si ragiona in termini di aut-aut e non di  propositiva e democratica proposta di una rosa di nomi di parlamentari dell’opposizione su cui la maggioranza può esprimere il proprio parere, il proprio giudizio, la propria definitiva scelta di voto. E’ non di meno incredibile che i radicali, rimasti in misura non minore stritolati dall’alleanza elettorale, manifestino protestino ed occupino l’aula in fin dei conti contro se stessi, ossia contro la logica che stolidamente si sono imposti di accettare con Veltroni. Ossia, la logica del così o niente dell’ultrapopulista Di Pietro. Viva la loro democrazia, ancora una volta fondata su assurde pretese.

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