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Gran Bretagna, il Governo vara
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19 gennaio 2008
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Dopo gli Stati Uniti, che la scorsa settimana sono intervenuti in aiuto di Bank of America con 20 miliardi di dollari, ora è la volta della Gran Bretagna. Deluso dai risultati del piano di salvataggio del settore da 400 miliardi di dollari, varato ad ottobre dell’anno scorso, il Governo di Gordon Brown ha annunciato nuove misure per sostenere le grandi banche del paese. La tanto sperata ripresa del credito, obiettivo del «bail-out plan» ddi ottobre infatti, non c’è ancora stata. «E questo – ha detto il premier Gordon Brown a margine dei colloqui internazionali sulla crisi in Medio Oriente – è il nostro problema fondamentale». Che rischia di aggravarsi se, come probabile, le trimestrali dei big del credito inglesi riserveranno cattive sorprese.
Il piano del governo britannico è un mix di misure generali e interventi mirati. Come ad esempio quello pensato per Royal Bank of Scotland. La banca, una delle più colpite dalla crisi, ha appena rivisto la stime sulle perdite 2008: previste tra i 7 e gli 8 miliardi di sterline. Per venire incontro alle difficoltà di quest’ultima, l’esecutivo Brown convertirà 5 miliardi di sterline di azioni privilegiate, che ha in portafoglio, in ordinarie. Il governo, che detiene il 57,9% del capitale, salirebbe così a circa il 70%. L’aumento di capitale migliorerebbe di circa un punto percentuale il «core tier 1» portandolo tra 6,9 e 7,4%. Londra ha poi intenzione di rivedere il «business plan» per Northern Rock, il primo istituto di credito «salvato» dallo Stato. Quanto agli interventi di natura generale, l’esecutivo Brown, ha in programma di estendere le garanzie già esistenti su «asset tossici» e bond emessi dagli istituti di credito fino alla fine del 2008. E poi c’è l’idea di una sorta di polizza di assicurazione, che metta al riparo le banche da eventuali grosse perdite. Quello che ancora non è chiaro è cosa dovranno dare in cambio al governo le banche che usufruiranno dell’assicurazione governativa. E non si sa neppure se le garanzie governative riguarderanno solo i prestiti nazionali (come ad esempio ha previsto il governo americano per Citigroup e Bank of America). Molti addetti ai lavori poi sono dubbiosi che il piano riuscirà realmente a rimettere in moto il motore del credito. Il vero problema, sostengono in molti, è che gli investitori stranieri stanno spostando i loro capitali altrove.
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