Domenico Cambareri Anteprima da Parvapolis del 24 Gennaio 2004
Riforma fiscale. Attraverso l’abbattimento dell’elusione e dell’evasione fiscale garantire il raggiungimento dei tre obiettivi: non diminuire il gettito fiscale complessivo; ridurre, in maniera vincolante, la pressione fiscale media di tutte le fasce di reddito; aumentare le risorse finanziarie disponibili per gli enti locali
Con l’astensione del PD e il voto contrario del CCD, la maggioranza approva il “pacchetto” per il federalismo fiscale, grande prova di dialogo fra la Lega e il PD. Tremonti, reiteratamente pressato, si scansa nel dare risposte più o meno precise sui costi. Silvio dice che il federalismo ci farà risparmiare.
Io affermo l’esigenza irrinunciabile di uno Stato con un forte potere centrale, a cui non osta e non osti alcuna forma di autonomia impositiva dal basso e di autonomia amministrativa e invito Silvio ad essere cauto nelle affermazioni premature e nell’ottimismo di facciata. Lo invito semmai a far sì che sin dall’inizio vengano scritti ed approvati correttivi normativi di blocco e “pre-rientro” automatici certi e inderogabili, atti ad essere immediatamente applicati nei casi di scostamenti “non previsti” degli oneri e dei costi a qualsiasi titolo programmati, riconosciuti e indicati come voci e variabili oggettive nelle future disposizioni di legge, ovvero “camuffati”, che dovessero far lievitare la spesa e non arrecare vantaggi. Così come ci si è apprestati a difendere l’ambito d’azione dei futuri enti locali “virtuosi”, dunque, è necessario prevedere e bloccare automaticamente la tendenza al passivo o al semplice pareggio, obbligando all’adozione di discipline e disciplinari rigorosi che garantiscano sia a livello periferico che centrale una trasparenza impositiva e un’efficienza riscossiva equanimi, in grado di non diminuire il gettito fiscale complessivo e al contempo di ridurre, in maniera vincolante, la pressione fiscale media di tutte le fasce di reddito, e di aumentare le risorse finanziarie disponibili per gli enti locali. Ossia dare e garantire la certezza assoluta del conseguimento simultaneo di questi tre obiettivi economici storici e strategici appena enunciati. Vera quadratura del cerchio. L’operare di una macchina amministrativo-finanziaria a livello locale efficiente e senza pecche, per il raggiungimento di queste tre priorità della riforma statale, richiede però la convinta volontà della classe politica di dare mano libera alle strutture e agli uomini preposti alla lotta all’elusione fiscale. E di questo oggi ci è consentito di dubitare, fortemente di dubitare. Dubitare sia dell’effettivo interesse della classe politica verso una méta così importante che reciderebbe però di fatto una parte cospicua dei suoi interventi discrezionali e dei suoi abusi; sia perché la realtà locale è politicamente e moralmente collassata dall’alto grado di corruzione, concussione e collusione: cose difficilissime da combattere dall’oggi al domani. Per cui, non si può ritenere pronta una simile macchina come se nulla vi fosse d’ostacolo. Silvio, dunque, lascia stare l’ottimismo di facciata e dai indicazione di realismo e di doverosa cautela. Segui l’iter legislativo e fai rafforzare i meccanismo di garanzia e di difesa dal pareggio o dal passivo, senza deroghe. Raggiungi con le rappresentanze parlamentari l’accordo atto ad autorizzare Tremonti a formulare disposizioni a prevenire espedienti e variabili di spesa e di salvaguardia dei protocolli e del metodo e delle finalità: disposizioni blindate di “correttivi” e di blocco di passivo o di pareggio, ripeto, automatici.
Solo la certezza che i costi e le permeabilità centrifughe mai potranno essere superiori ai ritorni dei benefici dovrà portare all’effettiva applicazione dell’autonomia impositiva. È da questa pietra angolare e dalla certezza a priori del raggiungimento dei tre obiettivi a posteriori che inizia davvero la validità dell’autonomia impositiva. Senza chiacchere a vuoto e senza facilissime illusioni.