Socialnews, la violenza contro le donne

05 Aprile 2009

Abbiamo letto alcuni articoli di Socialnews, non ne condividiamo le analisi e le conclusioni. Riteniamo anche noi più che utile e necessario che si ponga l’attenzione sui problemi dibattuti. Riteniamo, fra l’altro, che i problemi delinquenziali e criminali siano non soltanto e non sempre fattori legati a motivazioni culturali, economiche e sociali. E’ per questo che valutiamo come cosa necessaria l’inasprimento delle sanzioni penali per i colpevoli di violenza contro la persona. Ben vengano le critiche fondate e costruttive contro la maggioranza e contro il governo, sempre. L’Europa della Libertà

Fonte: Socialnews, Marzo 2009

Investire di più e concretamente sulla prevenzione

No alla violenza!

Assistiamo ad una recrudescenza della violenza sulle donne, nelle strade e tra le mura domestiche, e per la quale è necessaria una straordinaria mobilitazione di donne e di uomini, sul piano civile e culturale, istituzionale e politico. Mai come quest’anno la ricorrenza dell’8 marzo è stata, oltre ad un incontro tra donne in festa, un momento dove si è preso insieme coscienza che è in corso un’accanita aggressione ai diritti fondamentali, conquistati da tante di noi con enormi sacrifici, non solo per noi stesse, ma anche per i nostri figli e compagni, e per le nostre famiglie. Provo una profonda amarezza nell’affermare che in questi mesi il mio lavoro di parlamentare è stato, prevalentemente, quello di contrastare leggi e decreti punitivi nei confronti della donna lavoratrice, nonché contro il suo ruolo di madre e di cura all’interno del nucleo familiare. In televisione, questo governo va ad esaltare la maternità nelle sue forme più retoriche e superficiali, mentre al tavolo dei ministri, giorno dopo giorno, approva provvedimenti che sottraggono diritti e tagliano risorse per servizi essenziali (scuola, assistenza, sanità). È di questi giorni l’ennesimo colpo di mano. Il governo, per bocca del sottosegretario al Welfare Viespoli, ha annunciato che intende togliere l’obbligo di esonerare le donne in gravidanza e le neo mamme dal lavoro notturno. Scelta grave, che è stata preceduta da una serie di atti altrettanto pesanti:
• cancellazione della norma che aveva eliminato la piaga delle cosiddette dimissioni in bianco, un modo per costringere tante donne a lasciare il lavoro dopo la maternità;
• forte limitazione del part time, che riduce la possibilità di passare dal lavoro a tempo pieno a quello a tempo parziale nelle pubbliche amministrazioni. È poi in arrivo, per tutti, un disegno di legge sui lavori usuranti, sui congedi, sulle aspettative, ecc. (come sarà?);
• tentativo, per fortuna respinto tre volte, di impedire al lavoratore alcune agevolazioni per assistere un familiare disabile grave, considerando che sulle donne vengono scaricate quasi tutte quelle attività di assistenza e cura all’interno delle famiglie;
• mancanza di impegno per potenziare gli asili nido e sostenere l’imprenditoria femminile;
• volontà del governo di far pagare alle donne che già sono penalizzate da retribuzioni più basse, il prezzo maggiore della grave crisi economica, portando l’età pensionabile a 65 anni ed ignorando che già esiste la facoltà di proseguire il lavoro.
Tutto questo, mentre assistiamo ad una recrudescenza della violenza sulle donne, nelle strade e tra le mura domestiche. È quindi necessaria una straordinaria mobilitazione di donne e di uomini, sul piano civile e culturale, istituzionale e politico. Sono in gioco non solo la sicurezza, ma anche la libertà ed i diritti umani fondamentali delle donne. In molti, nelle ultime settimane, valutano la violenza sulle donne una questione nazionale di cui ci si deve occupare con serietà. Ci auguriamo che anche il Governo lo abbia finalmente capito. L’indignazione di principio non basta. Occorre investire di più e concretamente sulla prevenzione. Tutti devono sentire forte il No alla violenza, che avvenga in famiglia o per strada. C’è un problema di sicurezza nelle città, c’è un problema di prevenzione, a favore del quale occorre investire molto di più e con risorse specifiche. Non ci stancheremo di chiedere al governo di reintegrare le risorse per il piano antiviolenza, a sostegno dei Centri, cancellati nella Finanziaria 2009, e per le forze dell’ordine. Ma sono necessarie anche campagne di sensibilizzazione per affermare la cultura del rispetto del corpo, della libertà e della dignità delle donne. Non dimentichiamoci che la violenza contro le donne avviene soprattutto in famiglia, fra le mura domestiche. Vogliamo più prevenzione, maggiore certezza della pena, sostegno alle vittime. Senza questo impegno collettivo, anche il nostro lavoro in Parlamento, pur convinto, rischia di essere limitato e poco incisivo.
Ma il giorno della mimosa è un giorno di festa, e come tale lo abbiamo trascorso. Anzi, penso che pur tra mille difficoltà e impegni gravosi, dobbiamo valorizzare la nostra vitalità, riscoprire la forza positiva che riusciamo ad esprimere quando affrontiamo con consapevolezza e serenità il nostro quotidiano e la nostra dimensione sociale.
Lucia Codurelli, parlamentare

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