Sir Fred Goodwin, il suo ex-amministratore delegato, estromesso quando lo Stato ha assunto le redini della Bank of Scotland e giudicato il principale responsabile del dissesto in cui era sprofondata, riceverà una pensione di 650 mila sterline l’anno a soli 50 anni.
Si parla di un dossier su evasione, riciclaggio e corruzione: così i centri off-shore gonfiano la crisi. Secondo l’Ocse, nei forzieri dei paradisi fiscali ci sarebbero 7.000 miliardi di dollari. Il premier britannico Brown, con recente vertice a Berlino ha rappresentato: «La Svizzera deve cambiare il suo vergognoso modo di fare, se vuole rimanere un membro a pieno titolo della comunità internazionale».
In Italia il Pil è sceso dell’1% (il peggiore dal 1975), e va male anche il rapporto fra deficit e Pil che sale al 2,7%.
La Romania è fitta di imprese a capitale italiano. Tra le Banche la più esposta sembra essere UniCredito ed attraverso la sua filiazione tedesca ha importanti investimenti in tutta l’area dell’Est europeo (la stessa bancane 2008 ha acquisito anche una banca Ucraina).
Primo, fra tutti, il rapporto debito/capitale.
Molto eloquenti, tuttavia, le parole del Presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz: «Il segreto bancario fa parte della nostra mentalità sociale e della nostra concezione della protezione della sfera privata». «Non siamo pronti ad abbandonare il segreto bancario nemmeno se si tratta di lottare contro la criminalità fiscale» ha aggiunto il ministro delle Finanze lussemburghesi Lue Frieden;
Le debolezze strutturali che impediscono all’Italia di mettere a segno una soddisfacente crescita della produttività e pesano sulla posizione competitiva sono l’alto debito pubblico che salirà (secondo la Commissione Europea) dal 104,1% del 2007 ad oltre 111% del 2011 ed in particolare del peso dei relativi interessi.
Da segnalare la c.d. ”anomalia Piazza Affari”, cioè il progressivo calo della Borsa italiana ed il suo scostamento dall’andamento delle altre principali piazze europee. La capitalizzazione è, infatti, scesa al 17% del Pil contro il 48% di un anno fa e il 70% del 2000. Poche le certezze sulle cause di questo fenomeno, che risente, in parte, della forte incidenza del settore bancario sul listino. L’unico punto fermo è che “i flussi principali di vendita vengono soprattutto dall’estero.