I resti straordinariamente conservati di un primate vissuto 47 milioni di anni fa gettano luce sulle prime fasi dell’evoluzione umana
Ha 47 milioni di anni e misura appena 60 centimetri, dalla punta del naso a quella della coda, il fossile di primate più completo mai ritrovato. E secondo quanto affermano su PloS One i ricercatori che l’hanno esaminato, sarebbe anche il più antico antenato conosciuto della specie umana. Sebbene abbia sembianze simili a quelle di un lemure, infatti, si tratterebbe di una specie del gruppo degli Adapidi, uno dei due rami in cui i primati ancestrali si divisero decine di milioni di anni fa e dal quale derivano gli esseri umani.
Il Darwinius Masillae – questo il nome assegnato alla nuova specie – aveva pollice opponibile, unghie al posto degli artigli e una caviglia del tutto identica a quella umana, anche se più piccola. Ma le sorprese non finiscono qui: il fossile, che sarebbe stato rinvenuto nella cava di Messel in Germania nel 1983, è straordinariamente conservato – manca solo parte della zampa posteriore sinistra dal ginocchio in giù – e ricco di dettagli. Gli scienziati hanno anche potuto ricostruire l’ultimo pasto dell’animale: bacche e foglie. La dentatura, ben visibile ai raggi X, appare ancora in via di sviluppo: quando morì il piccolo primate, probabilmente una femmina, non aveva più di nove mesi di vita. (c.v.)