02 Luglio 2009
Il disastro di Viareggio avvenuto nella notte tra il 29 e il 30 giugno, giunge inaspettato come spesso arrivano le cattive notizie più inattese e impensabili, soprattutto quando non vi sono elementi razionalmente ponderabili che lo possano laciare presagire. Almeno per i più. L’inferno di fuoco che ha divorato in pochi attimi uomini animali e cose è stato scatenato da in vagone che trasportava glp. Indipendentemente dalle verifiche e dagli accertament finali, risulta subito chiaro e irrefutabile un dato: la sicurezza dei mezzi adibiti al trasporto di materiale pericoloso – in questo caso parrticolarmente pericoloso – deve essere sempre anteposta a qualsiasi valutazione di ordine economico. Costi, oneri e gravami complessivi non possono avere giustificazione alcuna di fronte all’esigenza inderogabile di salvaguardare la salute e la sicurezza pubblica, dei cittadini e con essi degli animali, dell’ambiente, delle proprietà personali. Bene ha fatto il presidente del consiglio a recarsi subito di persona nel luogo del disastro e a seguire il terribile, infausto e raccapricciante evento, le cui cause non potranno essere dimenticate e dovranno costiture dei veri colpi di frusta per potere legislativo e amministrazioni pubbliche per adeguare con regole di certificazione e di verifica severissime e inaggirabili le idoneità dei mezzi nel tempo (la loro obbligatoria e certa manutenzione e adeguatezza e dismissione prima della vetustà di sue parti strutturali) e imporre alle società che operano nel settore sanzioni davvero proibitive in termini di penali e di divieto di circolazione dei mezzi su strada, ferrovia, navi con serbatoi, container etc… Una strage di innocenti così crudele, priva di senso e di comprensione, non può non imporre un salto di qualità, in tutto, soprattutto su procedure e periodi di controllo.
Ai cittadini colpiti dall’atroce morte dei loro cari, a quanti sono rimasti feriti e vittime a qualsiasi titolo del disastro, va la solidarietà de “L’Europa della Libertà”, in uno con la speranza che lo Stato stia a loro moralmente economicamente e materialmente vicino in tutto. E’ un loro diritto, è un dovere sentito e condiviso della comunità nazionale, perciò dello Stato.