La percentuale del Pil investita in Europa in R&S nel 2007 è la stessa dell’anno precedente, pari all’1,85%. I dati del nuovo rapporto Eurostat
Il grafico degli investimenti in Ricerca e sviluppo nell’Eu dei 27 è piatto. Lo comunica l’Eurostat che ha diffuso ieri i dati del rapporto su scienza tecnologia e innovazione in Europa: nel 2007, i 27 stati membri hanno investito complessivamente poco meno di 229 miliardi di euro, l’1,85 per cento del Pil Europeo. Praticamente la stessa quota del 2006.
Tre nazioni rappresentano da sole il 60 per cento degli investimenti. Si tratta della Germania, con 62 miliardi (il 2,54% del Pil), della Francia con 39 miliardi (il 2,08%), e della Gran Bretagna con 37 miliardi (l’1,79%).
Stilando una classifica per percentuale del Pil, invece, le più virtuose sono la Svezia con il 3,6% (quasi 12 miliardi spesi in R&S), la Finlandia con il 3,47% (6,24 miliardi), l’Austria con il 2,56% e la Danimarca con il 2,55% (5,78 miliardi); fanalino di coda è Cipro, con lo 0,45% (70 milioni).
L’Italia? La tabella diffusa da Eurostat riporta i dati del 2006, perché quelli del 2007 non sono disponibili. La spesa era allora di l6,831 miliardi di euro, corrispondenti all’1,13 per cento del Pil. Cifra ben inferiore alla media europea e soprattutto a quel 3 per cento che, secondo la Strategia di Lisbona, andrebbe raggiunto entro il 2010.
Altri dati emersi dal rapporto riguardano la percentuale di ricercatori, che arrivano quasi all’un per cento in Europa e rappresentano lo 0,6 per cento nel nostro paese, come in Polonia e nei Paesi Bassi; siamo seguiti solo da Turchia, Romania, Bulgaria e Cipro. Per quanto riguarda il numero di impiegati totali nel settore – non solo ricercatori, dunque -, la Finlandia è al primo posto (3,2%), l’Italia è al sedicesimo posto (1,3%) mentre l’ultimo spetta alla Romania (0,6%).
Alla testa della classifica delle nazioni che hanno visto più innovazione nelle imprese vi è ancora la Germania, con il 63 per cento delle industrie. Segue il Belgio con il 52 per cento, l’Austria e la Finlandia pari merito, con il 51 per cento, e il Lussemburgo con il 49 per cento. Per le imprese italiane la percentuale è del 34,6. (t.m.)