12 Ottobre 2009
Fonte : Socialnews
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EDITORIALE
Come un alveare
di Massimiliano Fanni Canelles
Era il 1958 quando venne dato inizio ad un progetto del Ministero della Difesa degli Stati Uniti denominato ARPA (Advanced Research Projects Agency) nel tentativo di contrastare lo sviluppo tecnologico dell’unione Sovietica. Nel 1966 ARPANET, la prima rete, emette il primo vagito e nel 1971 riesce a connettere tra loro 23 computer. Bisogna però aspettare il 1982 perché nasca la parola Internet: con la realizzazione del protocollo TCP/IP si impone lo standard che avrebbe permesso interconnessioni multiple. La svolta, però, si ha nel 1991 quando il CERN (Centro Europeo di Ricerca Nucleare) annuncia la nascita del World Wide Web (www). Cominciano a proliferare i service provider e già nel 1992 sono connessi alla rete un milione di computer, che diventano 600 milioni nel 2008 con più di 600 miliardi di siti attivi e 120.000 blog che nascono ogni giorno.Internet è oggi la principale forma di comunicazione, archiviazione, consultazione, pubblicizzazione ed informazione. Nessuno lo aveva previsto, nessuno è riuscito a contenerla, nessuno riesce a controllarla. La natura di Internet, fin dalla sua nascita, è infatti quella di aggirare ogni possibile ostacolo. ARPANET è stata studiata appositamente per mantenere sempre attiva la comunicazione fra i “nodi” in caso di guerra o olocausto nucleare. Il sistema hardware e software è stato impostato con questa funzione e tale rimane tuttora. La rete delle reti, come un’entità autonoma, cresce, si espande, trova sempre nuove vie per permettere connessioni e modalità di eludere filtri governativi o commerciali…
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Un ritardo da recuperare
di Paolo Romani
Viceministro per lo Sviluppo Economico
Il rilancio economico del Paese passa anche attraverso la modernizzazione della propria tecnologia. Questo vuol dire aumentare le opportunità, creare posti di lavoro, incentivare le possibilità di business, avvicinare cittadini e Pubblica Amministrazione, permettere all’Italia di rimanere al centro del mondo, attrarre investimenti.Leggi l’articolo
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Un ritardo da recuperare
di Paolo Romani
Viceministro per lo Sviluppo Economico
Il rilancio economico del Paese passa anche attraverso la modernizzazione della propria tecnologia. Questo vuol dire aumentare le opportunità, creare posti di lavoro, incentivare le possibilità di business, avvicinare cittadini e Pubblica Amministrazione, permettere all’Italia di rimanere al centro del mondo, attrarre investimenti.Leggi l’articolo
Libertà vigilata
di Debora Serracchiani
Eletta Euro Deputato nella circoscrizione Nord Est
La rete è vissuta con un atteggiamento ambivalente: da un lato, con la golosità di chi intuisce indefinite possibilità per le proprie esigenze e ambizioni di comunicazione, dall’altro, col timore di scendere in un’arena in cui non si controllano le regole del gioco e, anzi, si è esposti ad un fluttuare delle opinioni che non si ferma neanche all’insulto.Leggi l’articolo
Informazione diretta
di Antonio Palmieri
Deputato, membro della VII Commissione (Cultura, Scienza ed Istruzione)
Il sito www.governoberlusconi.it spiega che cosa fa il governo e fornisce le motivazioni sociali e politiche per cui si compiono certe scelte: in questo modo divulghiamo le nostre iniziative sul territorio, i nostri eventi e le nostre foto, che diventano patrimonio comune e possono circolare in modo semplice e veloce.Leggi l’articolo
Social Utility
di Paolo Gentiloni
Già Ministro delle Telecomunicazioni,membro della IX Commissione
(Trasporti, Poste e Telecomunicazioni)
L’esempio più potente dell’utilizzo della rete e in particolare dei social network è quanto accaduto in Iran, all’indomani delle elezioni. Senza di loro nulla avremmo visto e saputo e possiamo affermare con certezza che grazie alle nuove tecnologie il controllo delle informazioni da parte dei governi è cambiato per sempre.Leggi l’articolo
Eravamo “4 amici”…on line
di Mario Tozzi
Divulgatore scientifico e giornalista;
conduttore del programma televisivo “La Gaia Scienza” in onda su La7
La maggior parte di noi di fronte a un servizio messo a disposizione gratuitamente non si pone il problema di un eventuale pericolo. Nel caso di Facebook cediamo per sempre, perchè non ne rientreremo mai più in possesso, i nostri dati personali.Leggi l’articolo
Inedite socializzazioni
di Mario Morcellini
Professore ordinario, Preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione
Università La Sapienza Roma
Il crescente sviluppo dei Social Network Sites non fa che enfatizzare il ruolo della rete come moltiplicatore delle occasioni di socialità. Ma le tecnologie digitali promuovono una poderosa erosione dei bisogni sociali. L’adulto perde il ruolo di naturale depositario del sapere ed arretra di fronte ai nuovi bisogni espressi dagli universi giovanili.Leggi l’articolo
La comunicazione interattiva
di Giuseppe Battelli
Preside e Professore ordinario della Facoltà di Scienze della Formazione
Università degli Studi Trieste
L’affermarsi progressivo dei mezzi di comunicazione di massa nel corso dei decenni centrali del novecento aveva portato al progressivo allentarsi del rapporto diretto tra il leader politico e i cittadini. A fronte di questo scenario, l’affermarsi di internet rappresenta il riaprirsi della possibilità di confronto diretto tra il politico e i cittadini.Leggi l’articolo
Fuga dalla realtà
di Tiziano Agostini
Professore Ordinario, Direttore dipartimento di Psicologia
Università degli Studi Trieste
Una caratteristica importante tra gli internet dipendenti è la negazione del problema come spesso accade con qualunque altro tipo di dipendenza. È molto difficile infatti chiedere aiuto per qualcosa che la maggior parte delle persone apprezza per il suo valore innovativo.Leggi l’articolo
Il futuro prossimo della rete
di Enrico Menduni
Professore ordinario al DAMS dell’Università Roma Tre
settore scientifico-disciplinare Cinema, Fotografia e Televisione
IUna tecnologia si afferma quando diventa “foolproof”, a prova di scemo. Internet, le tecnologie cellulari e quelle digitali si combinano per sottrarre definitivamente il mondo digitale agli addetti ai lavori e anche al monopolio della generazione “digital native”.Leggi l’articolo
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