Berlusconi il temporeggiatore: a quando la riforma delle carriere dei magistrati?

18 Ottore 2009

Domenico Cambareri

Giustizia. Silvio, la separazione delle carriere dei giudici va fatta. Subito.

Silvio, non torniamo a menare il can per l’aia. Gli italiani vantano enormi crediti da te. Gli anni passano e le riforme fondamentali rimangono al palo. Non parliamo della scuola e dei professori delle secondarie (non certo degli strapazzi prodotti dagli strapazzoni universitari economisti,  giuslavoristi, costituzionalisti, politologi, pedagogisti…) in cui tutto è stato e tutto rimane uno scempio, primi colpevoli i responsabili del pubblico impiego e dell’economia. Oltre i soliti sciacalli “pedagogisti”, esperti vari, sindacalisti e politici alla Bassanini – Berlinguer. Il ’68 sindacale è scolpito sulla pietra, anche e soprattutto – per chi sa leggere tra le righe – con le recenti “novità” delle gozzoviglie dirigenziali e produttivistiche e dei turbinìi del marchio Tremonti & Brunetta, compagni di merenda di Iachino & company, sinistri scopiazzatori dei modelli occidentali “liberisti” in crisi, sempre politicamente falliti e sempre galleggianti nello snodarsi delle stagioni. Basterebbe tornare ai parametri per cancellare i biechi anni ’80-2000 e per dismettere l’opera devastatrice di cervelli parassiti del c’è chi sale e c’è chi scende ab libitum. Così nella scuola come nel pubblico impiego in generale, ad iniziare da quello regionale. Non vogliamo neanche parlare dell’incapacità di questo governo di ri-elaborare una politica di difesa atta a soddisfare i requisiti richiesti dagli obiettivi della politica estera e in grado di soddisfare gli impegni di presenza e intervento nelle missioni internazionali nel quadro del Mediterraneo allargato mantenendo inalterate ed anzi rafforzate le capacità istituzionali primarie e più qualificate delle forze armate (concorso attivo nell’esercizio costante del potere aeronavale occidentale e del controllo e sicurezza delle vie aeree e di navigazione) e al contempo garantendo il concorso diretto in prolungate e multiple azioni di protezione civile nazionale. Rielaborazione che richiederebbe esplicitamente una fase espansiva per raggiungere l’obiettivo di una forza bilanciata di almeno 210 mila uomini. Qui parliamo solo e soltanto di riforma della giustizia, in cale dal tuo primo i governo. Non vi possono più essere infingimenti, equivoci e corse ad ostacoli, compreso l’eventuale tuo “sbinariare” con la strumentale e infondata pretesa di chiedere che la funzione del p.m. venga sottoposta al potere esecutivo. Ci piace la notizia che hai diffuso, relativa all’aumento della ricezione carceraria, che sarà aumentata di 20.000 posti (forse la metà di quanto occorra, ma dopo decenni di assoluta inefficienza dei governi nazionali, finalmente sarà qualcosa … purché riferita ad un non lontano futuro!). Qui vogliamo parlare solo e soltanto di riforma della magistratura, cioè di immediata separazione delle carriere e di nient’altro. Ciò è dato come qualcosa di assolutamente acquisito dalla coscienza civile nazionale. Non pestare l’acqua. Non fornire altri pretesti all’opposizione e a chi dall’interno ti lotta senza esclusione di colpi con fini e finalità innominabili. Non consentire che chi rappresenta cariche di terzietà istituzionale nelle camere svolga un ruolo assolutamente improprio, e, al tempo stesso, concorsuale/alternativo. Il quadro del contesto politico è in ciò sicuramente coeso, vista anche la maggioranza parlamentare di cui dispone il tuo governo. Entro questa cornice, perfino parte dell’opposizione dovrebbe vacillare e tornare a miti e realistiche considerazioni. Ma ciò rappresenta un contorno ultimo e non necessario su cui non è più da perdere tempo in considerazioni estrinseche e non significative. Sebastiano Neri, e non solo lui, anni addietro ebbe a definire in maniera articolata e compiuta tutto ciò con un disegno prima che un certo Fini lo silurasse. Silvio, dunque, non frenare e soprattutto non sbandare. Non rispondere alle associazione dei magistrati, non contribuire a politicizzare più del dovuto una riforma necessaria, doverosa, giusta e utile attizzando repliche e controrepliche con quanti non sono pubblicamente tuoi diretti interlocutori. L’accoglienza della separazione delle carriere è già cosa avvenuta. Procedi speditamente, anche perché il generale tempo non gioca in tuo favore. Al contempo, smetti di attaccare i tre gradi di giudizio, cosa che rileva contraddizione palese con la scarsa considerazione che dimostri verso i giudici. I tre gradi di giudizio rimangono espressione di speranza ultima per i cittadini di fronte all’inefficienza e agli errori della macchina della giustizia italiana.
 

Lascia un commento