Rivista Nato: indagine sui rapporti tra organizzazioni criminali e organizzaioni terroristiche

30 Ottobre 2009

Fonte: Rivista della NATO

 

 

NATO/OTAN

Terroristi e criminalità organizzata: solo affari?

Gruppi terroristici e crimine organizzato collaborano su base quotidiana. Nel campo della contraffazione, della droga, delle armi, della cibernetica e in quello finanziario. Qualche volta, nell’attuazione delle loro attività, condividono solo le tecniche, ma più spesso ora usano anche le stesse persone, le stesse capacità e lo stesso denaro. La differenza tra questi gruppi è sempre più sfumata. La Rivista della NATO chiede ad alcuni importanti esperti come si è arrivati a ciò e dove ci porta.

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Paul King, Direttore, Rivista della NATO – www.nato.int/review

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Crimine organizzato e gruppi terroristici: camerati o camaleonti?

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La Rivista della NATO esamina come i gruppi terroristici e il crimine organizzato collaborano tra loro e si chiede se possano essere ancora considerati del tutto distinti l’uno dall’altro.
Pirateria, porti e stati in disfacimento: questa la prima linea del crimine organizzato?

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I porti e il mare svolgono un ruolo fondamentale, dato che il crimine organizzato e i gruppi terroristici devono spostare le loro mercanzie da un punto all’altro del mondo. Questo video ci mostra come lo fanno.
Una vetrina del crimine organizzato

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Questa storia fotografica mette in risalto le attività in cui si specializzano il crimine organizzato ed alcuni gruppi terroristici: dalle sigarette alle carte di credito e dai crimini informatici alla pirateria.
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Così vicini – eppure così lontani

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Anche il Presidente americano ha fatto riferimento alle turbolente guerre di droga in Messico. Ma in questo articolo Sam Quinones, che ha vissuto in Messico per un decennio, sostiene che i problemi del paese hanno limitate implicazioni di sicurezza per gli Stati Uniti, almeno per il momento.

La Rivista della NATO, pubblicata sotto gli auspici del Segretario generale, è una pubblicazione mensile online il cui obiettivo è quello di contribuire ad una costruttiva discussione sulle questioni atlantiche. Gli articoli, tuttavia, non necessariamente esprimono l’opinione ufficiale o la linea politica della NATO o dei governi dei suoi stati membri

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