Comunicato de “L’Europa della Libertà”: Si, lo Start II è un grande successo di Obama e dei russi -Ridare credibilità e forza ai rapporti russo-americani e a quelli euro-russi – Quale Vicino Oriente?
Il più grande passo contro l’equilibrio del terrore è stato compiuto. Adesso, pensiamo al dopo e ad una reale convivenza nel Vicino Oriente
L’Europa della Libertà esprime vivo consenso alla ratifica da parte dei presidenti americano e russo, Barack Obama e Dimitri Medvedev, dello Star II avvenuta a Praga ieri. E’ necessario conoscere il testo del documento per avere contezza piena della sua portata; la sua realizzazione richiederà almeno sette anni di svolgimento. Tuttavia, gli aspetti salienti dell’accordo sulla riduzione degli arsenali degli armamenti nucleari intercontinentali consentono già di farci un’idea di fondo su di esso, che non può che essere ampiamente positiva. Le testate nucleari saranno ridotte da ciascuno dei firmatari a 1550 e i vettori aerei e missilistici a non più di 800. Cifre incredibili se si raffrontano a quelle del periodo della guerra fredda e dei precedenti trattati per la riduzione degli strumenti strategico-nucleari. Speriamo che gli USA comincino a ridare energia ulteriore alla loro linea politica nei confronti della Russia, dopo il clamoroso inaspettato e cinico tradimento delle attese e delle sue stesse promesse perpetrati da Bush jr dopo l’incontro di Pratica di Mare in Italia del lontano maggio 2002, con cui si sanciva la nascita del partenariato tra Nato e Russia. Per noi europei rimangono ancora da chiarire l’ulteriore riduzione delle armi euro strategiche russe in diretta sincronia con la non installazione di armi antimissili americane o Nato nella fascia orientale dell’Unione Europea. Non solo.
Rimane da chiarire il ruolo israeliano nella sua corsa all’armamento nucleare, da sempre tenuto segreto al mondo, e in quello non meno delicato degli armamenti antimissili. Israelebombarda continua ad arrogarsi il ruolo dell’arbitrario e fuori legge bounty killer internazionale. Con le scusanti più implausibili ha realizzato lo stoccaggio di centinaia di ogive nucleari, di cui non vuole rispondere a nessuno. Malissimo ha fatto Obama ad invitare Israelebombarda al summit contro la proliferazione nucleare. E ancora una volta ha preso uno schiaffone con il rifiuto dell’ “apolide imperialista sionista” Netanyahu di parteciparvi.
Non condividiamo per nulla la linea politica condotta dalle potenze nucleari ufficiali, America e Francia in testa, nei confronti dell’Iran. Il mondo dell’integralismo sciita ci è tanto lontano quanto quello del fanatismo sionista che dilaga nell’Israele della Palestina. Ma una cosa sono le linee di politica internazionale e di emancipazione e autonomia energetica e strategica che un Paese ha il diritto di perseguire, una cosa sono le specificità del regime che in un Paese detiene il potere. La questione della pericolosità del regime sciita per l’Europa e l’America è una balla grande quanto la mela a di New York: invenzione delle speculazioni propagandistiche del nostro stupido Occidente e dei sionisti. Il ruolo di potenza iraniano riguarda soltanto i limiti delle controversie politio-economiche e strategiche e teologico-idelogiche all’interno del mondo islamico (vedi Arabia Saudita in primis). Can che abbaia non morde. Sulla questione israelo-palestinese, poi, Teheran abbaia, mentre Israele ha una potenza bellica di armi convenzionali immensamente imparagonabile a quella iraniana. Non parliamo neppure dei sistemi di difesa antiaerea e antimissile. Parliamo men che mai della raffinatezza delle armi nucleari. Il resto riguarda più propriamente gli errori madornali commessi dagli USA nei decenni trascorsi nei confronti dei persiani. Infine, sappiamo che il regime degli ayatollah all’interno della Persia si regge appena su tre gambe. Le bugie americane hanno la corsa sempre più corta. Quelle sioniste sono le più mimetiche e inverosimili. Rimangono, ancora meno condivisibili, la credulità e la stupidità dei nostri governanti europei.
Se gli USA vogliono proporre una linea d’azione al minimo credibile in relazione allo scacchiere vicino-orientale, non hanno che da proporre una sola cosa: la denuclearizzazione dell’area. Questo non può affatto andare contro i loro interessi, contro quelli della Nato e degli europei. Neppure contro quello dei loro superprotetti sionisti. Per di più, denuclearizzare Israele non significa congiungere direttamente il problema con quello iraniano perché al di là da quello che ci si fa apparire sul piano dell’informazione propagandata, anche da parte del regime degli ayatollah, le finalità atomiche iraniane sono da riportare al contesto che comprende le future scelte saudite e, al presente, lo sviluppo e il potenziamento degli arsenali missilistici e nucleari del Medio e dell’Estremo Oriente e del gioco del domino nell’Oceano Indiano.
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