Su PLoS One il primo articolo ad accesso libero che pubblica i nomi di nuove specie direttamente online, violando il Codice Internazionale della Nomenclatura Botanica
Anche la tassonomia, la scienza della classificazione delle specie, si evolve ed entra nell’Era digitale. In uno studio apparso sulla rivista ad accesso libero PLoS One, un gruppo di studiosi del National History Museum di Londra ha infatti pubblicato nomi e descrizioni di quattro nuove specie di piante tropicali. La notizia di per sé sarebbe importante ma non sconvolgente, se non fosse che la rivista scientifica è solo online, mentre il Codice Internazionale della Nomenclatura Botanica (ICBN) prevede, per le nuove specie, la pubblicazione cartacea. Un fatto, questo, che potrebbe preludere a “rivoluzione digitale” delle regole tassonomiche.
Siamo di fronte, quindi, al primo articolo che presenta nuove specie solo online, pur attenendosi strettamente ai precetti del codice botanico. Le piante descritte appartengono alla famiglia delle Solanaceae (la stessa di patate e pomodori) e al genere Solano, che comprende circa 1.500 specie arbustive e rampicanti originarie dell’America Centrale e Meridionale. Le quattro sono state individuate in Colombia e in Ecuador (S. aspersum), in Venezuela (S. luculentum), in Perù (S. sanchez-vegae) e Messico (S. sousae). Si tratta di specie rare ma ancora non in pericolo di estinzione.
Sin dai primi del Novecento, l’ICBN riconosce solo i nomi apparsi sulle prime pubblicazioni cartacee. Queste chiare regole per la pubblicazione servono a mantenere ordine nell’assegnazione dei nomi. “Senza questo codice ci sarebbe il caos: potrebbero esistere nomi diversi per una stessa specie e differenti specie potrebbero portare lo stesso nome, con ripercussioni su tutte le branche delle scienze naturali”, riconosce Sandra Knapp, botanica al Natural History Museum di Londra e autrice dello studio.
Tuttavia l’articolo della ricercatrice inglese infrange in parte queste regole anche per il fatto che la rivista è ad accesso libero: l’intera comunità di internauti può scaricare l’articolo, stamparlo e addirittura distribuirlo a musei e istituzioni il giorno stesso della pubblicazione. In questo modo, la Knapp dimostra che la flessibilità di autori ed editori può assecondare i cambiamenti senza pregiudicare una corretta classificazione dei nomi. “Il Codice si evolverà e si adatterà alle mutevoli esigenze degli scienziati, e gli editori hanno un ruolo importante nell’assicurare che le modifiche siano attuate correttamente”, ha dichiarato la scienziata. Il codice (che viene aggiornato ogni sei anni), infatti, sarà discusso l’anno prossimo a Melbourne durante il Congresso Botanico Internazionale, la cui Sezione Nomenclatura sarà presieduta proprio da Sandra Knapp. (a.o.)
Riferimenti: PLoS One DOI: 10.1371/journal.pone.0010502