30 Giugno 2010
Fonte: AostaSera.it
Elena Tartaglione
Lo tsunami Caponetti al Giacosa per tre ore di musica e divertimento
Aosta – La cantante ha portato in scena uno spettacolo travolgente, a base di operetta, jazz, canzoni, teatro e ironia, assieme a un gruppo di artisti di alto livello. Nonostante la durata dello show il pubblico ha mostrato di gradire il connubio di generi.
“Mirella Caponetti? Uno tsunami della lirica”. Così ha definito la cantante il pianista Andrea Turchetto, durante lo spettacolo “Be my love”, fingendo di lamentarsi del carattere imprevedibile e vulcanico della cantante con il presentatore della serata Clemente Pernarella. E Mirella Caponetti non l’ha smentito, portando in scena uno show gratuito intenso e travolgente, assieme a un gruppo di musicisti e giovani cantanti di tutto rispetto. Oltre ai già citati Clemente Pernarella, attore di cinema, televisione e teatro, e Andrea Turchetto, pianista classico, c’erano Alessandra Floresta, soprano, Cosimo Vassallo, tenore, i cantanti Fabiana Fossi e Fabio Guerrieri, Andrea Turchetto, pianista classico, Bruno Erminero, pianista jazz, Marco Collazzoni, sassofono, Simone Serafini, contrabbasso, Alberto Mandarini , tromba e flicorno, e Luca Colussi, batteria. Il menu, decisamente sostanzioso, ha attirato molte persone: ad applaudire gli artisti c’era una platea entusiasta e gremita, incurante della lunghezza dello spettacolo, che ha sfiorato le tre ore.
Lo spettacolo è stato suddiviso in due fasi: la prima ha esaltato le virtù canore degli interpreti, alle prese con brani di operette, tratti da La Vedova allegra, Il paese del sorriso, La danza delle libellule e altri libretti, ma anche con intermezzi dal sapore umoristico. Non sono mancati alcuni brevi monologhi, a cura del versatile Clemente Pernarella. L’ironia che contraddistingueva lo spettacolo ha contaminato anche le canzoni, e in particolare il “Duetto buffo di due gatti” di Rossini, immaginaria schermaglia felina tra Mirella Caponetti e Alessandra Floresta. A essere prese di mira sono state soprattutto le manie, le piccole ipocrisie, le gelosie dell’ambiente lirico. La prima parte dello spettacolo si è chiusa con “Be my love”, capolavoro di Brodszky, cantato in versione corale. La seconda parte ha offerto un repertorio differente, più moderno, spaziando da “La vita è una cosa meravigliosa”, a “Roma non fa’ la stupida stasera”, a “Caruso” e “Il fantasma dell’opera”, interpretato a più voci. Ogni brano di questa seconda selezione di opere è stato accompagnato dai musicisti del Classic & jazz ensemble, capaci, a seconda dei casi, di fornire un tappeto sonoro evocativo, o di trascinare il pubblico in un’interpretazione virtuosistica di Caravan, di Duke Ellington, o del classico tema della Pantera Rosa.
E’ stato un ritorno alle origini per la Caponetti, cresciuta in Valle d’Aosta, e oramai apprezzata artista internazionale. Verso la fine dello spettacolo, in barba al programma, ha dedicato un brano alla figlia Giada, che l’ha raggiunta sul palco per cantare a due voci “Strano il mio destino” di Giorgia. A giudicare dagli applausi, dalle acclamazioni e dai commenti all’uscita dal Giacosa si può dire che l’esperimento, una curiosa commistione tra generi e artisti, sia riuscito perfettamente.