2 Luglio 2010
Fonte: Shippingonline
Se la crisi c’è, non colpisce ovunque alla stessa maniera. Lo abbiamo visto con i dati mondiali, specie quelli relativi alla Cina e alla vicinissima e amicissima Turchia, pubblicando ieri un report Dailyblof/AFP. Cantieristica e industria sopportano pesi e contrazioni determinati anche da politiche nazionali fortemente inadeguate e cronicamente in ritardo, quale è il caso dell’Italia. Ricordiamo che da anni la Marina Militare, come tutte le Forze Armate nel loro complesso, soffre di enormi penurie di investimenti. E’ da anni che devono costruire nuove unità, ad esempio, di trasporto per operazioni di sbarco con elicotteri e mezzi anfibi. Mentre Regno Unito, Francia, Olanda e Spagna dispongono già di grandi e nuovissime navi superiori alle 20.000t., in Italia si è ancora fermi alle San Giorgio da meno di 10.000t. La cosa sa di comico, proprio perché la MMI ha perso anni e anni di progettazione per navi di stazza del tutto insufficiente, non per sua incuria ma per la cronica e grave penuria delle risorse finanziarie. Infine, le ha fatte lievitare sino a “circa” 20.000t., ma nulla di nuovo sotto il cielo. Anzi! La MMI era riuscita a fare approvare la costruzione di due unità, per il diretto e immediato concorso che possono dare in casi di calamità naturali nazionali e internazionali dalla commissione referenti per la Protezione civile e… tutto è stato bloccato dalla gelosa e impotente commissione parlamentare della Difesa. Siamo a bocce ferme, mentre già un’ulteriore boccata d’ossgeno sarebbe stata data alla cantieristica nazionale e alle esigenze istituzionali delle Forze Armate. Mentre siamo in attesa di definitive conferme di contratti con altri Paesi, come Brasile e Algeria, prendiamo atto che si vogliono costruire in Italia – forse sull’onda della paura scatenata dal disastro ecologico statunitense di fronte a cui la tecnologia sembra impotente e che dimostra quanto tutto il Mediterraneo sia esposto a grandi rischi – unità d’impiego di soccorso polivalente… atte a poter contenere i danni arrecati da disastri abientali? O si tratta delle navi per le operazioni da sbarco? La dichiaraziuone del sottosegretario Cossiga ci pare generica e imprecisa. Vediamo comunque cosa farà di concreto il governo. Anche a proposito delle “autostrade del mare” e… della Marina Militare con le navi per le operazioni anfibie (LPD/LHD) ufficiali al di dà della duplicità di “finanziamento” con la Protezione civile , visto che con due soltanto non si avrà il dono della loro ubiquità nell’impiego reale e di fronte ai cicli manutentivi e, infine, con e per… le portaerei degli anni ’20-’30. Eulà.
Costruzioni navali. Cossiga: «presto il decreto Fincantieri»
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