Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma. Nuove esposizioni: Vulci, Tarquinia, Cerveteri e Raccolte antiquarie
1. Villa Giula
2. Le nuove esposizioni
VILLA GIULA
Il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia è il più ricco e rappresentativo della civiltà degli Etruschi; esso accoglie non solo alcune delle più importanti creazioni di questo popolo, ma anche prodotti greci di altissimo livello. Dal 1889 è ospitato nella Villa fatta edificare da Papa Giulio III durante gli anni del suo pontificato, tra il 1550 e il 1555, esempio splendido dell’architettura tardo-rinascimentale con il suo famoso Ninfeo, il primo “teatro d’acque” di Roma.
Il Museo si articola in distinte sezioni topografiche dedicate ai maggiori centri dell’Etruria meridionale e a quelli di altri territori contermini, quali l’agro falisco e capenate, il Latium vetus e l’Umbria. A queste si aggiungono importanti collezioni come quella Castellani o quella Barberini, per citarne alcune, frutto per lo più di scavi condotti in Etruria nell’Ottocento ed entrate a far parte del Museo di Villa Giulia ai primi del Novecento.
Nel 1995, in previsione della realizzazione del Polo Museale Etrusco di Villa Giulia-Villa Poniatowski, è stato elaborato un ampio progetto che da un lato ha portato all’attuazione del restauro architettonico di Villa Poniatowski, dall’altro ha consentito la riapertura al pubblico di importanti settori di Villa Giulia, rendendo così disponibili tra il 1997 e il 1999 ampi spazi espositivi in precedenza chiusi. In particolare nel giugno del 1998 sono state inaugurate le sale dedicate ai centri del territorio falisco e capenate con le celebri sculture dei santuari di Falerii Veteres, l’attuale Civita Castellana, in parte ricostruiti al vero. Nel dicembre del 1999 è stata la volta della più importante collezione del Museo, quella di Augusto Castellani che, ricca di oltre seimila oggetti, occupa il grande emiciclo e la sala dei Sette Colli al piano nobile della villa, sala quest’ultima che accoglie le celebri oreficerie antiche e ottocentesche.
Nella stessa occasione sono state istituite tre nuove sezioni dedicate rispettivamente all’epigrafia etrusca, alla storia del Museo, all’architettura di Villa Giulia che fu realizzata, com’è noto, da Vasari, Vignola e Ammannati con la supervisione di Michelangelo.
LE NUOVE ESPOSIZIONI
Si riaprono ora ventidue sale delle quaranta in cui si articola l’intero percorso museale.
Ubicate nell’ala sinistra del Museo, queste sono state a lungo inaccessibili a causa di complessi interventi di consolidamento statico che hanno interessato lo storico “ballatoio Minissi”. I nuovi allestimenti propongono attraverso circa duemila oggetti la storia di due importanti centri etruschi, Vulci e Cerveteri. Con questi vengono ripresentati ampi nuclei delle Raccolte antiquarie, e in particolare quello proveniente dall’antico Museo Kircheriano, un tempo al Collegio Romano.
L’esposizione di Vulci si apre con l’enigmatica statua del Centauro in nenfro (590- 580 a.C.) cui si affianca il gruppo del Giovane su ippocampo (550-540 sec. a.C.). A queste famose sculture è stata aggiunta l’Anfora attica a figure rosse del Pittore di Berlino (490 a.C.), una delle più belle ceramiche attiche di recente restituite all’Italia dagli Stati Uniti: certamente proveniente da Vulci, si vuole con essa richiamare l’attenzione del pubblico sull’importante iniziativa promossa dallo Stato a favore del Patrimonio Culturale italiano. Una novità è costituita dalla suggestiva Tomba del Carro di bronzo (680-670 a.C.), ricomposta in una ricostruzione al vero con il suo ricco corredo così come fu rinvenuto al momento della scoperta circa cinquant’anni or sono. E ancora si segnala la Tomba del Guerriero (520-510 a.C.) con un’imponente panoplia in bronzo e prezioso vasellame per il simposio.
Le collezioni di Cerveteri, nell’ambito delle quali eccelle il Sarcofago degli Sposi (530-520 a.C.), risultano ora arricchite sia da ritrovamenti recenti, quali il corredo del grande Tumulo in località S. Paolo (670-630 a.C.) con i suoi raffinati servizi da banchetto composti da buccheri e da rare ceramiche greche, sia dalla presenza di eccezionali vasi da poco restituiti all’Italia dai Musei statunitensi come il cratere di Euphronios (510 a.C.) con la raffigurazione del mito di Sarpedonte cantato da Omero, già al Metropolitan Museum of Art di New York, e la coppa di Onesimos (500-490 a.C.) con drammatiche scene della caduta di Troia, già al J. Paul Getty Museum di Malibu. Ampliano il vasto panorama delle testimonianze provenienti dalle necropoli specifiche sezioni dedicate alle vivaci decorazioni architettoniche in terracotta che ornavano edifici e luoghi di culto delle due città.
Strettamente collegata a Cerveteri è l’esposizione delle antichità del Santuario di Pyrgi, il più grande porto della città, che trova il momento più emozionante nel celebre altorilievo (460 a.C. circa) raffigurante episodi del mito dei Sette contro Tebe.
Un’altra importante novità è costituita dagli affreschi della Tomba del Letto funebre di Tarquinia (470-460 a.C.) che, staccati nel secolo scorso e sino a pochi mesi or sono conservati nei depositi, ripropongono la camera funeraria nella sua forma originaria offrendo una vivida immagine della pittura etrusca finora non rappresentata a Villa Giulia.
Ricollocata insieme alle altre preziose antichità un tempo vanto dell’antico Museo Kircheriano è la celebre Cista Ficoroni (350-330 a.C.), che narra inciso nel bronzo un episodio della mitica saga degli Argonauti.
Queste le “eccellenze” del percorso che si riapre al pubblico, nell’ambito del quale grande attenzione è stata dedicata alla comunicazione che si dispiega con il supporto di agili strumenti di lettura. In sostanza si conclude una fase di intenso lavoro che ha comportato, fra l’altro, l’analisi, la movimentazione e l’informatizzazione di circa quattromila oggetti archeologici.
Il costo complessivo dei lavori è stato di Euro 3.939.000,00 (Fondi Lotto 2001: Euro 1.290.000,00; Fondi Roma Capitale 2002-2004: Euro 2.649.000,00)
La nuova esposizione incrementa consistentemente dunque la ricca offerta culturale delle sezioni già aperte al pubblico che pure vantano molti altri celebri capolavori. A titolo di esempio si ricordano il gruppo scultoreo in terracotta policroma di Apollo in lotta con Ercole (510 a.C.) dal tempio del Portonaccio di Veio, la raffinata Olpe Chigi (640-630 a.C.) in stile miniaturistico, opera di un grande maestro corinzio, dal tumulo di Monte Aguzzo pure di Veio, la Collezione di Augusto Castellani, con i suoi splendidi gioielli antichi e le ricercate creazioni ottocentesche, il gruppo dei due guerrieri a duello che ornava la sommità del tetto del Santuario dei Sassi Caduti di Faleri Veteres (480 a.C.) e ancora la sfilata di divinità che affollavano il frontone del Santuario dello Scasato, sempre da Faleri Veteres fra le quali primeggia Apollo.
Fra le antichità del Latium vetus non si possono non citare i due eccezionali corredi orientalizzanti delle tombe principesche Barberini e Bernardini di Palestrina, ricche di
bronzi e di scintillanti oreficerie.
Le esposizioni si arricchiscono in fine di splendide ceramiche attiche e di altri importanti materiali restituiti all’Italia da musei e collezionisti privati degli Stati Uniti. Accanto a questi sono esposti altri importanti vasi attici da un sequestro del 1995 operato dalle Forze dell’Ordine al porto franco di Ginevra.
In conclusione il progetto del Polo Museale Etrusco di Roma elaborato nel 1995 è oggi quasi ultimato. Il complesso da tempo è dotato di tutti i servizi per il pubblico e accessibile ai diversamente abili.
Grazie a fondi 2006-2007 di Roma Capitale, di importo pari ad Euro 1.500.000,00 e in corso di appalto, stanno per iniziare gli interventi conclusivi che prevedono sia l’allestimento dell’edificio del Valadier a Villa Poniatowski, sia l’esposizione delle antichità di Veio nelle ultime cinque sale dell’ala destra di Villa Giulia.