Le cellule staminali prelevate dai testicoli potrebbero in futuro essere utilizzate per il trattamento del diabete di tipo 1. A suggerirlo sono i ricercatori del Georgetown University Medical Center di Washington DC, i cui risultati sono stati presentati in occasione del convegno annuale dell’American Society of Cell Biology, a Filadelfia. Lo studio mostra che le cellule staminali spermatogeniche (SSC) estratte dai tessuti dei testicoli possono svolgere funzioni simili alle cellule ß delle isole di Langerhans presenti del pancreas, responsabili della produzione di insulina.
“Finora nessuna cellula staminale, embrionale o adulta, è stata indotta a secernere abbastanza insulina per curare il diabete negli esseri umani. Adesso sappiamo che le SSC potrebbero essere in grado di farlo, e conosciamo anche il modo per aumentare la loro produzione”, ha dichiarato G. Ian Gallicano, docente presso il Dipartimento di Biologia Cellulare della Georgetown University e coordinatore dello studio.
Nel diabete di tipo 1, il pancreas non produce insulina a causa della distruzione delle cellule ß. Si tratta di una forma che riguarda circa il 10 per cento delle persone diabetiche, e che insorge spesso durante l’infanzia o l’adolescenza. “Negli ultimi anni – hanno spiegato i ricercatori – sono state sperimentate diverse nuove terapie. Ognuna, però, ha degli inconvenienti”. Il trapianto di cellule ß da donatori deceduti, per esempio, può risultare in un rigetto, oltre al fatto che queste donazioni non sono affatto comuni. Alcuni gruppi di ricerca, invece, hanno trattato il diabete nei topi usando cellule pluripotenti indotte (IPS), vale a dire cellule adulte che sono state riprogrammate con altri geni così da comportarsi come quelle staminali. Questa tecnica, tuttavia, può generare teratomi (tumori dei tessuti embrionali), così come altri tipi di problemi causati dai geni esterni utilizzati per la riprogrammazione.
Il gruppo di Washington, invece di usare le cellule IPS, ha concentrato la sua ricerca sulle staminali spermatogeniche, precursori delle cellule dello sperma, recuperandole dai tessuti testicolari di donatori deceduti. Poiché le SSC hanno già i geni necessari a diventare cellule staminali embrionali, non hanno bisogno di alcun gene aggiuntivo che le forzi a “trasformarsi”.
A partire da un grammo di tessuto testicolare, i ricercatori hanno ricavato circa un milione di cellule staminali. “Ciò che abbiamo visto – ha raccontato Gallicano – è che queste cellule, una volta estratte dal loro tessuto originario, formano tutti e tre i foglietti embrionali (i primi tessuti che si sviluppano) per diverse settimane. In questo modo, si comportano come delle vere e proprie staminali pluripotenti, mostrando di avere molti dei marcatori biologici che caratterizzano le normali cellule ß”. Nell’esperimento, queste cellule, trapiantate in topi diabetici immunodeficienti, hanno dimostrato di far diminuire per circa una settimana i livelli di glucosio nel sangue. Secondo il ricercatore, la produzione di insulina può essere aumentata notevolmente, prolungando così l’effetto oltre la settimana.