07 Marzo 2011
Comunicato Eulà
Abbondiobondi il piagnone non ha ancora presentato le sue dimissioni e non si è ritirato dalla scena politica. Ma anche Durnwalder non lo ha fatto, il compare della triste operazione di denigrazione e di mistificazione sciovinista
Una dolorosa e trisitissima operazione di sciacallaggio politico e storico di un ministro e di notabili della minoranza-maggioranza germanica che spalanca finstrelle, distrugge monumenti e sbarra l’accesso ad interi capitoli e secoli di storia ancora rimossa e che vuole ingenerare lacerazioni scioviniste micro e pseudoetniche in un’Italia in cui le minoranze non sono pari agli italiani ma godono di privilegi e una parte non minoritaria tra di esse si sente a tutti gli effetti italiana.
L’uomo che disguida i Beni culturali e che ritiene che sia nelle sue disponibilità potestative emanare placet con cui decidere a sua discrezione del patrimonio storico nazionale utilizzandolo in funzione di riscrittura della storia stessa – per di più ai fini di una scandalosa utilizzazione odierna a pro di questi o di quelli e di censure dietrologiche su ciò che à stato – non ha ancora formalizzato le sue dimissioni?
Aspettiamo con viva impazienza che questa persona rassegni le dimissioni e che chieda scusa senza mezzi termini agli italiani dell’Alto Adige e al popolo italiano tutto per la selvaggia strumentalità con cui ha cinicamente operato al fine di piegare la storia delle vicende nazionali e del patrimonio monumentale della città di Bolzano e della sua provincia per obiettivi indicibili. La sua clamorosa auto-bocciatura non può e non deve prolungare ed acuire i problemi che ha aperto in senso al governo e alla maggioranza e deve lavare l’offesa gravissima arrecata al Paese al di là dai colori e dalle correnti politiche dei cittadini.
Invitiamo inoltre il cittadino italiano di lingua tedesca Luis Durnwalder, che guida la Provincia autonoma di Bolzano, a farsi da parte dopo avere ufficialmente ricordato la lunga storia dello sradicamento topo-linguistico italiano e della popolazione indigena delle terre del’Alto Adige, con cui i suoi antenati realizzarono la completa mimetizzazione del sostrato etnico linguistico, e di farsene definitivamente carico. Lo invitiamo inoltre a farsi carico di tutte le responsabilità politiche, culturali e morali della sua scandalosa e microsciovinista operazione, cosa che palesemente mira a riaprire profonde ferite e ad arrecare una prospettiva di future divisioni alle giovani generazioni delle terre di Bolzano e, non di meno, alla storia già iniziata della nuova Europa.
Distruttori di storia e di arte, fate dieci passi indietro!