Egitto e Libano: le donne per i diritti civili, libere dalle schiavitù confessionali

07 Marzo 2011

Fonti: il paese delle donne on line

blitz quotidiano on line

 

In marcia per i diritti delle donne egiziane

Egitto: per l’8 marzo una marcia da un milione di donne

 

Le donne sono state escluse dal Comitato per la revisione della Costituzione e molte temono che le loro domande non siano ascoltate in un Egitto post-Mubarak. Per prevenire ciò, attivisti – uomini e donne – stanno organizzando una “Million Woman March” per la giornata internazionale delle donne, 8 marzo ore 15 in Tahrir Square.
“Ciò è una continuazione della rivoluzione” ha detto uno degli organizzatori, Aalam Wassef, la scorsa notte a piazza Tahrir. “Non possiamo permettere che le donne siano lasciate fuori, perché loro vogliono esserci”. Secondo Wassef, la messa in rilievo dei diritti delle donnre poggia sulla solidarietà che è stata una delle maggiori caratteristiche della rivoluzione, ed anche, molto probabilmente, una chiave del suo successo. Yasmine Khalifa, che studia Womens Studies ed è un’altra organizzatrice, agggiunge: “Lo slogan durante la rivoluzione era politico, ma anche di solidarietà”.
I diritti delle donne sono un obiettivo naturale ora che Mubarak è caduto e gli Egiziani possono mettere a fuoco obiettivi più spedifici. Una cosa su cui Wassef e Khalifa sono impegnati e che sarà al centro della marcia delle donne, è il martirio di Sally Zahran. E’ diventata un simbolo della brutalità del regime.
Martedì, gli slogan portati da manifestanti celebrerano le donne sia su base individuale -madre, sorella, figlia – sia come desideri collettivi delle donne egiziane. Fra questi, l’abolizione dell’articolo 2 della costituzione che cita la Sharia come fonte principale di legislazione. In un governo a base religiosa, i diritti delle donne sono annullati, sostengono Wassef e Khalifa.
La marcia segnerà l’inizio di un percorso per l’avanzamento dei diritti delle donne in Egitto, un processo segnato dalla Giornata internazionale delle donne ma anche dal Giorno delle donne egiziane (16 marzo) e il Giorno della madre (22 marzo). L’organizzazione avviene su Facebook
http://www.almasryalyoum.com/en/nod… traduzione Giovanna Romualdi

 

 

 

 

 

 

 

 

Libano, in migliaia in piazza contro il regime confessionale

 

BEIRUT – Una settimana dopo il primo raduno, alcune migliaia di persone sono scese oggi, 6 marzo, nelle strade di Beirut per chiedere l’abolizione del sistema confessionale in vigore dal 1943 in Libano.
”Il popolo vuole la caduta del regime”, hanno scandito i manifestanti ripetendo gli slogan di altre rivolte popolari del Nord Africa. Sugli striscioni c’erano scritte come ‘Il confessionalismo è l’oppio delle masse’ e ‘In rivolta per rovesciare gli agenti del confessionalismo’.
Il sistema libanese è un insieme complesso di suddivisione del potere basato su quote delle varie comunità e su una tradizione di ”democrazia consensuale”. Dall’indipendenza del 1943 ciò garantisce un delicato equilibrio tra le 18 confessioni cristiane e musulmane del Paese.
Domenica scorsa, il 27 febbraio, diverse centinaia di persone avevano già manifestato sotto la pioggia per chiedere l’abolizione di questo sistema, accusato di essere all’origine di tutti i mali del Paese: corruzione, clientelismo, una guerra civile distrutiva (1975-1990) e le crisi politiche che si sono susseguite a ripetizione.