20 Aprile 2011
Filippo Giannini
Domenico Cambareri
L’autore dell’articolo entra in riferimenti molto importanti che continuano ad essere rimossi su larga scala dall’informazione e dai centri di cultura e di politica italiani ed europei. Eppure questi dati sono acclarati e conosciuti ormai da tanti e fanno parte della letteratura storica più compulsata. La macchina di mistificazione delle realtà storica significa che non si è mai fermata neppure dopo la caduta del regime sovietico e, in Italia, del partito comunista. Il fatto è che della mistificazione storica istituzionalizzata a sistema si giovano in tanti, in particolare le organizzazioni che a livello internazionale controllano e indirizzano la grande comunicazione, in base a codicilli sui tabù e sull’indiscutibilità su questi tabù che vorrebbero imporre. Essi sono i circoli sionisti, che hanno condizionato e permeato in negativo la cultura di tutto l’Occidente degli ultimi sessant’anni. In tanti abbiamo creduto, per i più disparati motivi, non ultimo quello a carattere romantico dell’amore del popolo ebraico per la propria libertà e la propria “terra”, al falso mito di Israele. La realtà storica che è stata realizzata dai sionisti è tutt’altra, e su ciò avremo da tornare. Non si comprende la falsificsazione sttrica dell’ieri se non si comprend il come oggi continuano ad essere fuorviate e indirizzate l’informazione e la coscienza dei popoli dalle organizzazioni sioniste. La feroce inisistenza sul come le organzzazioni sioniste, strumentalizzando le cariche rappresentative delle comunità ebraiche, chiedono e vogliono imporre di reprimere con leggi le indagini storiche, è cosa patente. Già da anni si sa negli ambienti storici che le vittime dei massacri perpetrati dai nazisti e da quanti più o meno indirettamente vi collaborarono, come i rumeni, assommano a 4.400.000 e non più alla simbolica e intoccabile somma dei sei milioni (quando ero ragazzino, ci si diceva di nove e più milioni). Già si sa che essere ebreo non significa necessariamente essere israelita o giudeo questo vale per chi non è “ebreo” in senso religioso ed esclusivista; diversamente vuol dire piegare l’accezione etnica al significati fideìstico che dovrebbe essere solo una non indispendsabile qualificazione – e su questo conta il fanatismo esclusivista israelita), e che essere israleita o giudeo non significa essere necessariamente ebreo, in quanto le tribù berbere e quelle caucasiche convertite alla fede israelitiche ebree non erano e non lo sono. Gli intellettuali ebrei che difendobo questri semplicisssimi e indispensabili dati di fatto vengono anatemizzati e discriminati ovunque dalle organizzazioni sioniste, alle quali la verità storica risulta più che indigesta, un concetto affatto irrecepibile mentalmente e moralmente. La verità viene falsificata e obliata cn intrapendenza forsennata e le stesse vittime della persecuzione nazista non sono altro, in questa ottica, che strumento indispensabile e combustibile inesauribile per costruire il futuro del loro utopico, grande Israele e mettere ancora più a rischio la pace in mezzo mondo. La stupidità delle cancellerie europee e l’aperta e ottusa condizione di collaborazione criminale degli USA nei progetti di deportazione dei palestinesi in sud America indicano come ai popoli sono state sistematicamente nascoste scelte e obiettivi irricevibili e che il grado di pericolo è generalizzato e che tutti, soprattutto in Europa, dobbiamo cominciare a prendere coscienza di come siamo stati sinora usti. Lo studio e la conoscenza di questi misfatti ci possono affrancare dalla subordinazione morale e dal declassamento politico. La presa di coscienza di cotali e cotanti problemi ci può dare la misura di quanto il sionismo ha finora realizzato, nella contumace condanna, che continua a proclamare, della ricerca storica. Il capire gli avvenimenti di alllora, su cui si sofferma Giannini, diventa quindi un indispensabile e necessario punto di transito per capire quanto succede oggi. Domenico Cambareri
GLI EBREI NEL VENTENNIO FASCISTA