PdL e Alfano dal futuro incerto? Scaiola interviene per una svolta

14 Luglio 2011

Domenico Cambareri

Fonti: Daily blog, WIKIO news, Quotidianamente.net Il Tempo.it

 

 

Scaiola alla riscossa

 

Prosciolto del tutto nell’affaire politico-giudiziario legato al meccanismo messo in atto da alti burocrati e da un costruttore ad insaputa dei “favoriti” ma al tempo stesso vittime del marchingegno,  Scaiola rilancia in politica la richiesta di cambiare molto se non tutto al’interno del PdL. E si scaglia contro i “raccomandati”.  Pletora sterminate di favoriti che vivono benissimo nei meandri correntizi e della sempre più estesa gruviera politica che è imposta dall’esplosione e dalla moltiplicazione senza fine dei centri di sottogoverno del regionalismo federalista di Bossi. Torme di raccomandati, di favoriti e di trasformisti e faccendieri che si annidano nel cuore del “sistema” o che corrono di qua e di là – da un partito all’altro, da una colazione al potere all’altra – per sempre più ricche e numerose prebende.

Su questo,  Scaiola non può non trovarci in accordo. Con la differenza però che noi abbiamo preferito non prendere tessere e rimanere a lottare più con la parola, cioè con le proposte e con le denunce, visto che non siamo inseriti nell’apparato del PdL e del potere concreto della gestione politica.

La degenerazione di tipo partitocratico del Pdl impone scelte sempre più indifferibili, ma non condividiamo l’indicazione di Scaiola a che il PdL abbia come suoi alleati in “spirito” UDC, FLI, API. Visto che l’idea del grande patto di fine legislatura da noi proposto tra PD e PdL si è dimostrato irrealizzabile per la ottusa e chiusura dei leader di questi due schieramenti e visto che noi siamo contrari a pateracchi di clientelismo ancora più accentuato – quale verrebbe ad essere un “governo” di fine legislatura con tutti i soggetti politici partecipanti, come si augurerebbe Il Riformista -, riteniamo oggi possibile come estrema e inevitabile ultima ratio il percorrere una via di programmazione politica comune con UDC, FLI, API al fine di mettere definitivamente al di fuori dal palazzo la forza più disgregatrice, pseudo rivoluzionaria e dilapidatrice del denaro pubblico, la Lega. Oggi, nei crudi fatti, è la Lega il vero campione della partitocrazia e della moltiplicazione all’infinito dei più costosi apparati di sottogoverno e di “alta” burocrazia.  Ben vengano dunque le proposte di Scaiola, purché sia chiaro che non si miri a fare rinascere una forza politica con il marchio “docg” clericale.  Infine, in merito all'(ine)fficienza di Scaiola ministro, non abbiamo avuto motivo di rilevare ciò su cose politicamente concrete e rilevanti (salvo una caduta di stile in una certa occasion,e) a differenza di quanto ci è accaduto con altri suoi colleghi, ad esempio con  il “trio” TREBRUSAC, Tremonti, Brunetta, Sacconi, dei quali abbianmo chiesto ripetutamente la testa.  Domenico Cambareri  

 

Daily Blog quotidiano on line ; WIKIO News

Pdl: Scajola ‘vara’ la ‘Caravella’, rivista on line Fondazione Colombo       

Roma, 12 lug. (Adnkronos) – Con un intervento del neosegretario del Pdl, Angelino Alfano, domani fara’ il suo debutto on line la ‘Caravella’, la rivista della Fondazione ‘Cristoforo Colombo’ che fa capo a Claudio Scajola. L’obiettivo, si legge in una nota, e’ ”dare un contributo fattivo e positivo alla crescita culturale e politica del centro destra che si avvarra’ della partecipazione di personalita’ del mondo dell’economia, della politica e della cultura italiana”.

 

Quotidianamente.net

L’allarme di Scajola: «Il Pdl è al 28%» Alemanno contro Bossi

Anche nelle feste più riuscite, e questa tutto sommato lo è stata (15 mila visitatori in 4 giorni, un buon mix tra proposte e autocritica), c’è sempre un guastafeste, guai se mancasse. E chi meglio di Claudio Scajola poteva incarnare il ruolo, con quella faccia da mastino e il tono da borgomastro? Violando il tabù secondo il quale i sondaggi si rendono pubblici solo se sono positivi, arte nella quale Silvio Berlusconi è un maestro, l’ex ministro dello Sviluppo ha aspettato l’ultima giornata della festa per riportare la platea di Mirabello alla dura realtà: «I sondaggi ci danno al 28 per cento e quindi al momento siamo perdenti. Abbiamo poco tempo di fronte a noi e non è che il segretario Alfano possa risolvere tutti i problemi da solo» . Nessun disfattismo, precisa Scajola, mentre dalla platea si alza qualche borbottio, «guardate che essere uniti significa anche dirsi le cose in faccia…» . E lui, che di guai ne ha passati e chissà se sono finiti, la ricetta l’avrebbe, anche se non tutti forse gradiranno: «Bisogna mettersi subito al lavoro per costruire un partito pulito, coeso, senza raccomandati o persone calate dall’alto, un partito che faccia i congressi e abbia momenti di confronto» . Sarà l’effetto della «scoppola elettorale» (definizione di La Russa) o la vistosa lontananza di Berlusconi, talmente preso da altre grane da annullare anche la telefonata di saluto alla festa, ma la sensazione è che da Mirabello esca un Pdl più dialettico, meno ingessato in riti leaderistici. Si sono sentiti accenti nuovi, fino all’altro ieri inusuali: la Meloni che vorrebbe le primarie anche per Berlusconi; Formigoni che dice basta alle «nomine dall’alto» ; Domenico Nania che invita il partito a prepararsi «alla fine del ciclo storico del Cavaliere» ; Scajola che osa proporre «di cambiare nome al partito» ; il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, all’attacco di Bossi («L’atteggiamento antinazionale della Lega ha avuto una ricaduta molto negativa sul nostro elettorato: basta ricatti» ) e pure di Tremonti, colpevole «di non aver ascoltato nessuno di fronte a una manovra così impegnativa» . Sensazioni. Solo il tempo dirà se si tratta di «un nuovo vento» , come lo chiama La Russa, o soltanto della classica ora d’aria. Da Mirabello esce un Pdl che cerca nuovi orizzonti nella costituente dei moderati lanciata dal neosegretario Alfano con conseguente frantum a z i o n e del terzo polo (confidando in un ritorno di Casini). Un partito che parla e si divide sulle primarie e intanto guarda e gioca in casa d’altri. «Chi pensate che sarà il candidato premier del Pd nel 2013?» butta lì a metà mattina il direttore di RaiUno, Mauro Mazza. E parte il «toto premier» . Il più gettonato alla fine è stato il nome di Bersani (indicato da Gasparri, Bonaiuti e Berselli). Al suo inseguimento Vendola (citato da Scajola, considerato «molto forte» da Gasparri) e, ipotesi di Nania, anche «il belloccio De Magistris» . Ma il nome a sorpresa l’ha tirato fuori La Russa: «Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, è quello che a livello nazionale incarna di più la figura dell’avversario politico e non del nemico…» . In molti annuiscono in platea e qualcuno sibila: «È quello che è andato ad Arcore, pericoloso…» .
 

IL Tempo.it

Lodo Mondadori, Berlusconi non parla

Annullata la telefonata del premier alla festa del Pdl a Mirabello. “Vuole evitare reazioni a caldo sulla sentenza”.

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10 luglio 2011 – Il premier Silvio Berlusconi non telefonerà alla festa del Pdl a Mirabello, come annunciato e previsto da giorni. Il sottosegratario Paolo Bonaiuti spiega così il forfait: “Anche ieri Berlusconi non ha parlato, e oggi non parlerà perché vuole evitare reazioni a caldo sulla sentenza. Ritiene importante la difesa dell’economia italiana e dei mercati”. Nel frattempo a Mirabello va avanti il dibattito sul futuro del Pdl, con la partecipazione di Paolo Bonaiuti, Claudio Scajola,il vicepresidente del Senato Domenico Nania, il sindaco di Roma Gianni Alemanno e il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri.
 
BONAIUTI: BANCHE ITALIANE SOLIDE “Solo da qui a settembre dovremo affrontare l’emissione di 130 miliardi di titoli pubblici. In questa situazione occorre unità di intenti, coesione, capacità di mostrare una forza tale che i mercati capiscano che stanno esagerando. D’altronde, l’attacco alla nostre banche non ha alcun motivo di essere se non psicologico”, afferma Bonaiuti, rispondendo a una domanda del direttore di Raiuno, Mauro Mazza, su ciò che c’è da attendersi a partire dall’inizio della settimana sul fronte dei mercati finanziari per quanto riguarda l’Italia.  “Il problema è che la speculazione innescata dalla caduta della Grecia è 7-8 volte il Pil dei Paesi più forti e nei prossimi mesi dovremo affrontare 120-130 miliardi di emissione di titoli pubblici, quindi – sottolinea il sottosegretario – occorre coesione e unità di intenti, ci vuole forza perché i mercati capiscano che stanno esagerando”. Bonaiuti tranquillizza sulla tenuta del sistema bancario italiano: “l’attacco alle nostre banche non ha nessun motivo d’essere se non quello psicologico.  Le banche italiane hanno una leva finanziaria che le rende molto più solide delle banche straniere e sono convinto che ce la faremo”. Dunque, conclude, “da domani abbiamo il compito di mostrarci uniti e dare uno stop ai tentativi degli speculatori”. Cio’ si puo’ fare solo se “ci mostriamo uniti. Solo cosi’ potremo opporre un muro alla guerra psicologica della speculazione”.
ALEMANNO: LEGA? VALIAMO TRE VOLTE DI PIÙ “Non possiamo continuare a farci ricattare dalla Lega. Noi valiamo tre volte tanto”, ha detto il sindaco di Roma nel suo intervento. Il partito “deve far sentire bene la propria voce anche nei confronti del governo – sottolinea – perché non è possibile che una manovra come questa si faccia nel chiuso di una stanza. Da soli, senza sentire quali sono le esigenze reali del Paese e degli amministratori locali”. “Quando come Anci abbiamo cercato un confronto con il governo ci siamo ritrovati al tavolo da soli con il ministro Fitto, che ovviamente, non ha potuto dare alcuna risposta – sostiene Alemanno – Da parte del ministero dell’Economia non è venuto nessuno”. “Il partito – è l’appello del sindaco di Roma – deve farsi promotore con il governo per risolvere la situazione. Non si può andare avanti così un anno e mezzo”. “Questi 15 giorni sono decisivi per la realtà del cambiamento nel partito e perché il governo prenda il passo giusto. Sulla manovra sono d’accordo con Bonaiuti sulla necessità del pareggio di bilancio, ma bisogna vedere come rispettiamo il pareggio: ci vuole un principio di equità”, ha detto Alemanno. “Riusciamo a dare una scossa se non la rinviamo, dobbiamo usare lo slogan delle donne ‘se non ora quando?’: cominciamo domani a farlo nel partito e nel confronto con il governo”, ha aggiunto.
 
SCAJOLA: BASTA RACCOMANDATI Claudio Scajola, accolto dal coordinatore Ignazio La Russa, entra subito nel merito del futuro del partito che ha eletto il 1 luglio scorso Angelino Alfano segretario politico. “Le recenti amministrative hanno dato dei segnali chiari – ha detto – non positivi, rivelatori di difficoltà di contatto con il territorio”. Per l’ex ministro allo Sviluppo gli elettori del Pdl ora non accetterebbero una politica intesa come gestione dell’esistente ma chiedono una indicazione di prospettiva. “Un partito -è quello evocato da Scajola- che si rivolge a tutti i moderati, anche quelli che ancora non stanno nel Pdl”. Particolarmente applauditi dalla platea i passaggi in cui Scajola sottolinea che “i dirigenti li sceglie il popolo non possono essere calati dall’alto” e ai futuri congressi locali “bisognerà dare peso agli iscritti e agli eletti” nell’ottica di un partito più forte che in quanto tale “dà più forza al governo” e più credibile nei confronti degli alleati e in ogni caso, ha concluso, “è meglio finire con la stagione dei raccomandati”.
NANIA: OK ALLE PRIMARIE “Le primarie e il tesseramento sono una conta. La democrazia ha vinto sugli altri sistemi perché si è visto che la conta non lascia vittime sulla strada”, sottolinea Domenico Nania  sostenendo lo strumento delle primarie e aggiungendo: “Resto allibito quando vedo un carissimo amico come Matteoli mettere in discussione le primarie”.
IL TOTOLEADER DELLA SINISTRA Pronostico sul candidato premier del centrosinistra. Nel corso della festa del Pdl, il direttore di Rai Uno Mauro Mazza lancia il “gioco” e il primo a rispondere è Muurizio Gasparri, che ‘scommette’ su Pierluigi Bersani, perché “Vendola non riuscirà a vincere le primarie”. Stessa previsione di Filippo Berselli e Paolo Bonaiuti. Diversa l’idea di Claudio Scajola: “Le primarie le vince Vendola”. Ancora più “azzardata” la scommessa di Domenico Nania: “Sarà De Magistris”. Pensa a una rivoluzione nel campo avversario anche Ignazio La Russa: “Renzi a livello nazionale incarna di più la figura di avversario politico e non di nemico”. L’unico a non sbilanciarsi è Gianni Alemanno: “Il centrosinistra è in difficoltà”, quindi nessun pronostico. 
 
 
14 Luglio 2011
Domenico Cambareri
Fonti: Daily bolg, WIKIO news, Quotidianamente.net Il Tempo.it