19 Luglio 2011
Fonte: ItaliachiamaItalia
Domenico Cambareri
Italiani all’estero già preoccupati per le balle fumogene sparate dall’obice campale leghista Calderoli? Parliamo dei problemi veri |
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Anche se non bisogna mai sottovalutare l’avversario, tale paura sembra oggi eccessiva. Il tutto fumo e niente arrosto è il programma leghista, il programma di capoccioni di borgate prive di storia e di volti limpidi e di plebaglia, di nuovi e vecchi arrivisti, di spendaccioni senza limiti e di produttori di corbellerie senza tema di raffronti. Anche se Calderoli rimastica e amplifica le stupidità di Silvio e di Pierluigi Bersani in tema di riforme costituzionali da regalare come nuove fanfaluche agli italiani con il “miraggio” di equiparare il dimezzamento o addirittura la diminuzione di due terzi dei parlamentari alla soluzione dei problemi. In questo caso, invece, avverrebbe uno strapotere assolutamente incontrollabile od una inefficienza pressocché totale di un gruppo superoligarchico, talmente ristretto da doversi affidare per lo svolgimento dei compiti istituzionali ad una pletora di dipendenti e di “agenzie” che verrebbero a costare chissà quanto e verrebbero a svuotare l’attività di responsabilità diretta della stessa camera. I funambolismi servono a spostare l’attenzione dalla cruda realtà odierna a a far parlare a vuoto delle loro proposte – vanvera. I problemi “costituzionali” invece riguardano cose immediate: la qualità degli uomini che si scelgono come candidati, la fine dei listoni, l’immediata diminizuione di tutte le voci retributive (e di tutti i trattamenti indiretti e degli ex parlametari) collegandole alla media di quanto percepiscono i parlamentari inglesi, francesi e tedeschi (media riconvenzionata in termni di costo della vita italiana). Ciò avrebbe dirette ripercussioni di contenimento sulla spesa della magistratura e degli apparati Rai e di tutto lo sterminato sottobosco politico. La scure andrebbe applicata con immediatezza anche e soprattutto ai venti parlamentini regionali – vera cancrena federalista – e alla sterminata pletora delle agenzie e degli apparati burocratici esterni e interni delle regioni, ai consigli di amministrazione a partecipazione pubblica. In tutto questo, i leghisti si sono rivelati più esperti dei vecchi esponenti della partitocrazia come operatori di magheggi inverosimili, con alleanze rese opeative o proposte innominabili pur di legare al carro della loro distruzione il maggior numero possibile di burosauri e di aspiranti pseusomanager e “dirigenti” dei nostri stivali. Per gli italiani, il riscatto passa soprattuttoe dalla sconfitta della Lega e della centralità del ruolo che essa oggi ricopre nella scena politica per la stupidità masochista del PD e del PdL in primis, tutti presi nella loro reciproca lotta ad oltranza senza esclusione di colpi e nelle contemporanee cointeressenze condensabili nel motto “le due scimmie dell’America”. Ecco il senso dell’odierna democrazia incompleta o inceppata, che prosegue quella del passato in cui avevamo un PCI filosovietico che non poté giammai esercitare un ruolo di forza politica di alternanza ma solo di consociativismo. Per abbattere buona parte della corruzione e dell’inefficienza, basterebbe varare e applicare una legge di garanzia delle attività pubbliche e degli enti locali virtuosi, soprattutto degli enti locali e delle agenzie a partecipazione pubblica. I comuni e gli altri enti non virtuosi, ovvero che non rispondono ai requisiti di sufficienza della pagella redatta in base alle indicazioni EU e Istat e di effficienze eco-ambiemtale e din qualità della vita andrebbero commissariati. Alle elezioni degli enti locali commissariti d’ufficio (con buona pace dello “statuto” della regione Sicilia e del peggiore dei peggiori retaggi dell’antifascismo corrotto e corruttore), non potrebbero partecipare liste di partiti nazionali o a struttura regionale o collegate ufficialmente ad esse ma solo liste civiche. Tutte le strutture partitiche sino a livello territoriale non dovrebbero fornire appoggio alcuno ai candidati delle liste civiche, al fine di rescindere il cordone ombelicale che di fatto assicura le reciproche coperture e le complicità nelle porcherie “politiche” basate solo sui più strumentali e cinici interessi di pochi a danno delle comunità urbane, nei fatti soltanto utilizzate per gli sporchi giochi di chi del sistema democratico ne fa solo un mezzo per raggiungere esclusivi vantaggi individuali e di grupi ristretti. In tutto questo, non so che ruolo posa svolgere una forza politica che è la risultante di infinite scissioni e che risponde esclusivamente al gioco politico del suo capo, il quale è uno dei pessimi esempi di uomini buoni per tutte le (pessime) stagioni della politica italiana. Al quale il tentativo della grancassa locale e nazionale a Latina, terra pontina e littoria , con la completa invenzione dei fasciocomunisti (lui, l’uomo del proclama-panzana del “fascismo male assoluto”? ) non poteva andare che come è andato. Nel più misero e totale fallimento. Per intanto, a Calderoli e a Bossi lasciamo la voracità delle balle e delle spese improduttive e parassitarie delle testa bacate, e la pubblicità a perdere degli uffici di rappresentanza dei ministeri che aprono a Monza, per nascondere tutto quanto ancora non hanno fatto per questa città. Domenico Cambareri | |