30 agosto 2011 – Ecco la lista dei privilegiati di lusso che non vengono toccati dalla manovra
C’è chi può e chi non può.Ad esempio Angela Tremonti e Fausta Beltrametti, rispettivamente sorella e consorte di Giulio, e Manuela Bossi, moglie di Umberto. Loro percepiscono oggi una baby pensione ma la politica non intende chiedere sacrifici (anche simbolici) a questa fetta di popolazione. Chissà perché. Eppure metà Italia vip e politico-sindacale, ricorda oggi Franco Bechis su Libero, è in pensione da una vita. Senza che nessuno voglia aprire bocca sul punto. Sul quotidiano di Belpietro il vicedirettore ricorda che fu il Mondo nel 1997 a portare all’attenzione del pubblico i baby pensionati di lusso. Che oggi non vengono toccati. Perché?
Chi avrebbe dovuto varare quella norma – il ministro dell’Economia Giulio Tremonti – si sarebbe trovato addirittura in doppio conflitto di interesse personale. Sono baby pensionate da anni infatti sia Fausta Beltrametti, consorte del ministro, che la sorella Angiola Tremonti. Entrambe hanno sfruttato una normativa di cui solo l’Italia si era dotata, che consentiva ai dipendenti pubblici di andare in pensione di anzianità avendo versato 14 anni, sei mesi e un giorno di contributi. Molti insegnanti ad esempio sono andati in pensione grazie a quella legge. La signora Beltrametti in Tremonti – nata il 18 giugno 1947, cioè due mesi esatti prima del futuro marito – andò in pensione nel settembre del 1986, a 39 anni compiuti da poco. All’epoca dell’inchiesta del Mondo, 14 anni fa, percepiva circa mille euro al mese di pensione. Poi l’im – porto sarà stato rivalutato negli anni. La cosa sicura è che la consorte del ministro dell’Economia ha versato contributi per 181 mesi e al momento ha già riscosso 300 ratei di pensione, 119 mesi più di quanto versato.
Nella lista c’è anche Bossi:
La sorella del ministro, Angiola Tremonti, è andata in pensione un pizzico più tardi: nel 1989 con 1.100 euro al mese a 40 anni da poco compiuti. Ha versato contributi per 181 mesi, sta riscuotendo la pensione da 264 mesi, 83 in più di quanto versato. Come in casa Tremonti anche in casa Bossi sarebbe stato difficile fare una battaglia contro le pensioni di anzianità. La consorte del leader della Lega Nord, Manuela Marrone, è baby pensionata dal 1996, quando aveva appena 42 anni. Ad oggi ha già riscosso 5 mensilità più dei contributi versati. Ma è ancora giovane, e le auguriamo di avere questa fortuna ancora per decenni. Anche nelle fila dell’opposizione ci sono sfilze di baby pensionati. Il più giovane è Antonio Di Pietro, che in pensione è andato nel 1995 a 45 anni di età (2 mila euro circa di importo all’epoca). Ha versato 264 mensilità di contributi, e finora ha riscosso 192 ratei pensionistici. Anche lui è giovane: supererà il giro di boa fra 7 anni esatti, quando la vita da pensionato (solo sulla carta) avrà superato quella ufficiale lavorativa.
E tutti gli altri (non è un bel vedere):
Meno giovane, ma certamente più ricco, il manager squalo per eccellenza degli anni Settanta e Ottanta: Cesare Romiti. Ha lavorato una vita, ma in pensione è andato nel 1977 quando aveva solo 54 anni. E al momento ha già ricevuto indietro 4 anni più di quelli versati. EDITORI E CANTANTI Anche il suo avversario dell’epo – ca, Carlo De Benedetti, non ha resistito al fascino della pensione anticipata a carico dell’Inpdai. Per quanto straricco e ancora in servizio, ha appeso al chiodo la sua vita lavorativa ufficiale nel 1993 quando aveva ancora 58 anni, facendosi erogare da quel momento 4 mila euro al mese di pensione. Non è un manager, ma sicuramente fa parte dei super-ricchi di Italia. Eppure anche Adriano Celentano ha sentito bisogno della pensione ancora in tenera età. Pensioncina da mille euro al mese conquistata nel lontano 1988 appena compiuti i 50 anni di età. Avendo versato 300 mensilità di contributi e nel frattempo riscosso 276 ratei di pensioni, arriverà al giro di boa fra due anni esatti, quando potrà fregiarsi anche lui del titolo di “supermante – nuto di Italia”.