Lasciamo stare il disegno di legge costituzionale sul pareggio di bilancio. In linea di principio, validissimo; di questo intervento di architettura costituzionale ci sarebbe stato bisogno decenni e decenni addietro. Sui fatti, è da vedere come sarà scritta la redazione definitiva e quali eventuali balle conterrà. Se dei governi, in generale, i cittadini devono stare abbastanza guardinghi, di questo governo ormai devono stare diffidenti e vigili al massimo. Chi lo ha votato e ancora lo appoggia, chi lo ha votato e non più lo appoggia, chi non lo ha votato. E’ un governo a perdere totalmente in mano ai leghisti.
Parliamo del disegno di legge costituzionale per l’abolizione delle province. Una balla colossale. Quello che è venuto a dire Calderoli, autosbugiardatore e sbugiardatore del goveno di cui fa parte, in fin dei conti non rappresenta la prova le nove, quanto la mera ammissione di cosa c’è di marcio nel governo del ricatto.
Era assolutamente prevedibile e scontato che le mire leghiste si prefiggessero di fare continuare a vivere le porvince sotto il prefigurato mutato aspetto costituzionale. Con tutto quello che di totalmente incerto c’è e ci sarà se la riforma costituzionale in oggetto dovesse andare in porto. E con una certezza già in tasca. L’ulteriore enorme aumento dei costi tra le pieghe attuative delle “nuove province” e del loro personale.
Chi scrive è contrario all’abolizione delle province. Il lettore troverà lineari e ottime indicazioni su come esse dovrebbero essere trasformate per avere ed eprimere maggiore impulso e innovativa capacità di azione, collaborazione, proficua e stimolante competizione nel L’ Europa della Libertà |DOCUMENTO POLITICO
Il problema qui è rappresentato, ancora una volta, da come si vuole in maniera cronica raggirare gli italiani in merito alle “decisioni” prese per generare una riduzione “certa” del costo della politica e della burocrazia e di come, invece, in maniera mimetica, si opera per farli crescere in maniera irreversibile. E di come, scandalosamente, si sottace tutto quello che si verrà a mettere a soqquadro, qualora dovesse andare in porto siffatta deprecabile riforma costituzionale leghista.
Silvio è diventato il garçon della Lega? Non ce ne volevamo accorgere? Incredibile, ma vero. Per di più, il Berlusca non poteva scegliere data più acconcia per questa ulteriore autodisfatta che quella del tetro otto settembre. Tutto un succulento programma per nuove spese pazze. Non per le tasche, non per il buonumore, non per gli ideali degli italiani. Di tutto questo Silvio deve cominciare a rispondere a tutti fuorchè a Bossi e alla Lega. Men che mai a Bersani e D’Alema, corteggiatori instancabili del terun de l’osti e difensori strenui dei privilegi della partitocrazia. – Domenico Cambareri per Eulà.
* Aggiornamento del 12 settembre 2011 – Qualche lettore ci ha comunicato di non avre riscontrato nel Doumento Politico il passaggio a cui si rimanda. Cercheremo di provvedere a reintegrare la stesura originale. Qui indichiamo il dato essenziale della nostra concezione: abolizione delle regioni a statuto speciale, attribuzione alle regioni esclusivamente di poteri normativi, di verifica e ispettivi; attribuzione alle province di poteri di attuazione amministrativa e gestionale territoriale; possibilità per le province di organizzarsi, anche al di fuori dell’appartenenza regionale, in squadre che partecipano alla progettazione e realizzazionie di obiettivi comuni su standard avanzati in lnea con le normnative europee; obbligo per le regioni, le province, i comuni e gli enti e aziende pubbliche o a partecipazione pubblica di di adottare procedure di verifica della fattibilità e della reditività dei progetti secondo i modelli propri alla Banca Mondiale. – Domenico Cambareri per Eulà.