Governo. Bersani fa mezzo passo avanti. E’ troppo poco
Bersani ha dichiarato di essere pronto a far parte di un esecutivo di emergenza. Questa è solo una generica premessa.
Per uscire allo scoperto e cestinare le proposte propagandistiche di questi mesi (governo tecnico, governo di salvezza nazionale) e lo squallore dell’uso politico-mediatico delle frivolezze vere o presunte di Berlusconi, dovrebbe apertamente dichiarare che è disposto a guidare, con il leader del primo partito italiano e presidente del consiglio in carica, una coalizione fino alla scadenza naturale della legislatura.
Corollario necessario sarebbe il riconoscere che questo governo di emergenza dovrebbe essere costituito esclusivamente dai due maggiori partiti presenti in parlamento e che esso dovrebbe rifiutare ogni apporto esterno da parte della Lega in ogni momento; che dovrebbe iniziare la rifondazione dello Stato con il varo di leggi eccezionali improntate a rigore finanziario e ad “etica politica” stringente, atti a porre termini alle rendite politiche, federaliste e burocratiche che ci hanno condotto al disastro.
A questo punto, la parola finale rimarrebbe esclusivamente al capo del governo.
Il Capo dello Stato e gli italiani potrebbero quindi dire la loro, il primo secondo i poteri che la Costituzione gli conferisce, i secondi nelle loro case e nelle piazze.