25 Gennaio 2012
aggiornato il 26 Gennaio 2012
Enzo Battaglia
Nota di Domenico Cambareri
Saluto di Primo Siena
Domenico Cambareri: Un profugo del confine orientale, catanese e giocatore di rugby doc. Un neofascista senza paura di minacce e di ritorsioni, soggetto a frequenti aggressioni, che mai retrocesse, anche quando rischiò di essere linciato con me o con altri dalle orde del più cieco fanatismo ideologico le cui sottili fila tengono ancora oggi al laccio le sorti del nostro popolo. Un uomo di tempra e di coraggio, in anni in cui ne occorreva davvero tanto. Un patriota nei giorni più bui della Repubblica che seppe evitare di dare al regime della canea “antifascista” la risposta violenta che essa istigava con tutti i mezzi. Tutta una storia mai scritta su Catania, Roma e l’Italia intera, saputa guidare con mano ferma da Giorgio Almirante. Se questa Repubblica stramalaticcia e corriva nelle più alte espressioni della storia di tanti suoi uomini di primo piano, “antifascista” sfegatata solo per pateracchi, falsi ideali e ruberie o per intelligenza con l’Unione Svoetica continuò a esistere come Nazione libera nonostante tutto, lo si dovette in non poca misura ai neofascisti di allora. Che sempre abbiamo e potremo vantare onore per il silenzioso tributo, oltre le vigliaccate e le strumetalizzazioni e le infiltrazioni allora operate. Con buona pace dei fanatici dell’odio, che in queste pagine da pochi giorni abbiamo avuto motivo di ricordare, a proposito della “bocca di verità”. Un tempo oramai lontano, in cui in tanti abbiamo sacrificato totalmente i migliori anni della nostra vita, senza rimpianti, per la libertà della Naizone e per il diritto ad esistere politicamente. Benito Paolone è stato un uomo che si nutrì al tempo stesso non solo dei fermenti dei giovani universitari ma anche del popolo minuto, dei lavoratori dei quartieri popolari dei quali era diretta espressione volitiva e sanguigna. Un insuperabile frutto dell’unione delle terre dalmatoistriane e della terra di Sicilia. Benito, un abbraccio da tutti noi, nella fondata speranza che non vane furono le tue e le nostre lotte per l’Italia e l’Europa!
Benito Paolone è morto. Ricordiamolo assieme a quei neofascisti di quegli anni terribili che tutto hanno da dire sul passato e sul futuro dell’Italia, anche e ancora di più oggi, davanti alle inconfessate mistificazioni
Senza avere mai rinnegato un periodo storico irripetibile e tragico della nostra storia di fronte al quale una partitocrazia spergiura, corruttrice, onnivora, sordida, barbara distruttrice del futuro di intere giovani generazioni può solo impallidire. Un periodo storico in cui qualcuno di noi allora era ragazzo e tanti non erano ancora nati.