Politica. Governo sotto ricatto e industria in ginocchio. Fincantieri: non basta la sopravvivenza davanti alla concorrenza internazionale

16 Febraio 2012

ripreso il 21 Febbraio 2012

Fonte: Fincantieri

Nota di Domenico Cambareri

 

Anche questo governo, a nostro avviso, non meno del governo Berlusconi, nicchia nel prendere decisioni adeguate e solerti per la cantieristica nazionale. Di fronte alla sempre più agguerrita concorrenza internazionale, sia in ambito UE – perfino della Spagna -, sia nel Mediterraneo dell’amica Turchia, sia e soprattutto dell’Estremmo Oriente (forse, in primis, la dinamicissima e formidabile Corea del Sud), si rischia di perdere sempre più terreno e di fare dirottare altrove ulteriori importanti commesse, in particolare nel settore militare e in  quello mercantile.

Gli immotivati e pesantissimi tagli nel settore delle costruzioni militari, con una flotta di poche e sempre più vecchie e logore unità davanti alle quali i nuovi ingressi costituiscono fattore assai relativo, costituiscono una linea opposta a quanto viene fatto in Francia. Le recenti dichiarazioni “strappate” al ministro della Difesa pur di fare vivere il governo, così come parte delle decisioni del Consiglio supremo di Difesa, confermano quanto diciamo.  Ciò significa perdita di investimenti e di produzione anche in tutti i settori dell’alta tecnologia direttamente collegati (elettronica e aeronautica) e – ripetiamo – pressocché certo indirizzamento di potenziali commesse verso cantieri stranieri.

Questo  significa anche sempre maggiore riduzione delle potenzialità costruttive della cantieristia nazionale, perdita ulteriore di posti di lavoro per maestranze, impiegati e quadri con una sforbiciata  insensata di pesonale qualificato, e ingenerare una condizione di cronica inflazione in un settore strategico dell’apparato industriale nazionale che è in grado, se opportunamente aiutato e supportato, di produrre lavoro e guadagni non indifferenti a breve e medio termine. E di affiancare, con l’azione di ritorno, la maggiore proiezione politica ed ecomonica e di riconquista di maggiori spazi nei mercati stranieri e di immagine di efficienza industriale e di alta qualità dei nostri prodotti a livello internazionale che il governo dice di volere perseguire.

Ma per fare questo, Monti si deve affrancare subito dai pesantissimi condizionamenti della sinistra del PD su cui Bersani tace troppo e delle  ritrite e viete demagogie di Sel e di Di Pietro. Pagare simili dazi allo sciacallaggio politico interno, vuol dire imporre effetti depressivi addizionali e immotivata rinuncia a posti di lavoro.  – Eulà.

 

IL CDA APPROVA RISULTATI 2011

POSITIVO ANDAMENTO DELLA GESTIONE E LA SOLIDITA’ FINANZIARIA DEL GRUPPO

 

• Utile d’esercizio positivo per oltre euro 10 milioni;

• EBITDA pari euro 138 milioni e EBITDA margin al 5,8%;

• Eccedenza di cassa di euro 166 milioni, in ulteriore miglioramento rispetto al dato dello scorso esercizio (euro 100 milioni);

• Ricavi pari a euro 2.382 milioni

• Ordini per euro 1.863 milioni

• Portafoglio ordini a euro 8.361 milioni

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Roma, 15 febbraio 2012 – Il Consiglio di Amministrazione di Fincantieri, riunitosi oggi, ha esaminato e approvato il progetto di bilancio consolidato e il bilancio d’esercizio relativi all’anno 2011:
 L’esercizio 2011 si chiude registrando ricavi annui che, nonostante un crollo significativo del mercato, si assestano a circa euro 2,4 miliardi con una quota di export che supera l’80% e con ordini acquisiti nell’esercizio per oltre euro 1,8 miliardi.
Dopo due esercizi caratterizzati dall’emersione di significativi oneri non ricorrenti, l’esercizio 2011 chiude con un utile netto pari a oltre euro 10 milioni, un EBITDA di euro 138 milioni e un’eccedenza di cassa (Posizione finanziaria netta) pari a euro 166 milioni, che le consente di svolgere la propria attività senza pressioni finanziarie di alcun genere.
A dimostrazione della solidità della struttura patrimoniale e finanziaria del Gruppo va rilevato che il Patrimonio netto risulta essere pari a euro 951 milioni, con euro 300 milioni di riserve. prevalentemente per utili non distribuiti. Inoltre, in bilancio sono appostati anche fondi più che congrui per fronteggiare rischi e oneri specifici per un ammontare pari a circa euro 114 milioni.
Gli investimenti, pari a euro 78 milioni, sono relativi al completamento di progetti già avviati negli esercizi precedenti al fine di accrescere l’efficienza produttiva e a interventi per il miglioramento delle condizioni di sicurezza e di rispetto dell’ambiente. Tale valore include anche la continuazione del programma di investimenti in atto nei cantieri americani.
 Nel corso del 2011 sono stati acquisiti ordini per euro 1.863 milioni, in leggero decremento rispetto al dato del 2010 pari a euro 1.912 milioni.
In particolare sono stati acquisiti ordini per la costruzione di due navi da crociera di grandi dimensioni per il Gruppo Carnival (una per il brand inglese P&O Cruises e una per il brand Costa Crociere) e di una nave da crociera extra-lusso di piccole dimensioni per l’armatore francese Compagnie du Ponant. Nel settore militare si segnala l’acquisizione, attraverso la controllata Orizzonte Sistemi Navali, dell’ordine per la realizzazione di un’unità da sbarco e supporto logistico destinata alla Marina Nazionale della Repubblica Democratica e Popolare Algerina e, attraverso la controllata americana Fincantieri Marine Group, dell’ordine per la costruzione di un’ulteriore unità LCS (Littoral Combat Ship) per la US Navy e di altre 21 unità minori per la US Coast Guard. Presso i cantieri americani verranno costruite anche le due navi ordinate da Tidewater, il più importante operatore al mondo nel settore dei servizi per l’industria offshore.
Infine sono stati acquisiti ordini per euro 62 milioni nel business riparazioni e trasformazioni e per euro 136 milioni in quello dei sistemi e componenti.
 Per fronteggiare con tempestività la carenza di carichi di lavoro, preso atto della natura strutturale della crisi, è stato predisposto e avviato un Piano di riorganizzazione per adeguare la capacità produttiva alla domanda e più in generale per efficientare tutto il sistema aziendale, mettendolo in grado di fronteggiare la crescente competitività del mercato. Nel corso dell’esercizio Fincantieri ha quindi perseguito un confronto a tutti i livelli con il sindacato, sfociato in un accordo a livello nazionale firmato il 21 dicembre 2011 dal Ministero del Lavoro, dall’azienda e dalle principali sigle sindacali – FIM-CISL, UILM-UIL, UGL Metalmeccanici, FAILMS e FAILMS CISAL – che rappresentano la maggioranza dei lavoratori.
Commentando i risultati del 2011 l’Amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono ha detto: “La società conferma la sua posizione di leadership, grazie anche alla forte struttura finanziaria e patrimoniale. Con l’accordo sindacale concluso alla fine dello scorso anno, volto ad adeguare la capacità produttiva alla domanda, siamo più competitivi in un mercato che è ancora estremamente depresso”. Bono ha poi concluso: “Mai come in questo momento è indispensabile che tutta l’azienda, dal management a tutti i dipendenti, sia unita per perseguire quegli obiettivi di crescita che, seppure difficili, possono essere raggiunti anche in questo momento di grave crisi”.