24 Febbraio 2012
Fonte: Lucy_Blog
Piero Valerio
Nota di Domenico Cambareri
Riportiamo questo articolo che esprime giudizi assolutamente negativi sul ruolo della Germania nell’Unione Europea. Non condividiamo affatto tale giudizio. Nel pubblicare recentemente diversi interventi di Enea Franza, dai suoi editoriali sono venuti fuori valutazioni fortemente critiche sul ruolo della Germania dell’attuale cancelliere, Angela Merkel. Di fronte ad esse, tuttavia, il giudizio che consegue dalll’analisi di Piero Valerio ci pare estremo.
Noi riteniamo, non come petizione di principio ma come presa d’atto politica e storica, e perciò anche economica, che senza la Germania l’Europa non saprebbe dove andare e non potrebbe andare da nessuna parte, se non per esprimere un ruolo di ancora maggiore subalternità rispetto agli USA.
Ci auguriamo che le tensioni estreme che perdurano oramai da tempo tra gli insuperabili dott. e prof. tedeschi e gli apprendisti dell’UE, in cui sono da collocare i quattro quinti degli Stati, possa scemare. Ma non dobbiamo dimenticare quanto e come i governi di tanti Paesi hanno sgovernato e scialacquato le risorse deli loro popoli per anni, cosa che non hanno fatto qelli tedeschi.
In riferimento agli armamenti, c’è da dire che da sempre – a causa della rincorsa sugli “equilibri” nell’Egeo tra due partner forzatamente alleati nella Nato e non solo: Grecia appunto e Turchia -, i governi di Atene hanno sempre stanziato bilanci militari elevati. Gli ordini in questione riguardano unità di vario tipo già in programma. Se non fossero stati scelti cantieri e industre tedeschi e francesi – probabilmente pure a causa del ruolo di grandissimi finanziatori del loro debito – sarebbero stati scelti cantieri e industrie olandesi, inglesi, italiani, spagnoli e … soprattutto statunitensi.
Il prolema della riduzione degli armamenti e della riduzione degli uomini in arme è una vecchissima questione e riguarda simultanemante sia Grecia sia Turchia. Si potrebbero liberare risorse per migliorare lo standard qualitativo dei loro sistemi difensivi e al tempo stesso contenere le risorse complessive destinate al settore della difesa. Ma su ciò, purtroppo e senza dimenticare le enormi asimmetrie geopolitiche esistenti tra i due Paesi, gli unici interlocutori in grado di dare una risposta continueranno ad essere i governi di Ankara (ancora legato a funzioni di mera proiezione di potenza etnico-regionale, come nell’assurdo caso di Cipro – est) e di Atene, che nel caso specifico ha più che buone ragioni da vendere. L’attrazione UE – Turchia purtroppo attraversa una fase di stallo che non accettiamo, a causa del negativo e miope pressing esercitato ininterrottamente da Parigi e da Berlino contro l’adesione di Ankara. Speriamo che le posizioni dei due maggiori partner europei nel merito cambino quanto prima e che possano contribuire all’avvio di una definitiva svolta in questi cruciali aspetti delle relazioni greco – turche, recentemente aggravatesi per le differenti interpretazioni in merito ai contenziosi sulle acque teritoriali e sulla piattaforma continentale. Anche perché tutto ciò non può non incidere pesantemente nei contesti macroeconomici. – Domenico Cambareri
LA GERMANIA NON E’ MAI STATA LA LOCOMOTIVA DELL’EUROPA, MA IL RIMORCHIO
Post n°923 pubblicato il 20 Febbraio 2012 da Lucky340Lucky_Borsa: L’amico Piero Valerio del blog La Tempesta Perfetta, ha riassunto in un quadro generale l’analisi sugli squilibri interni all’eurozona: il lato oscuro dell’euro e della sua crisi.