22 Aprile 2012
Fonte: Airesis
Nuove pubblicazioni internazionali e aggiornamenti on line di ricerche sull’alchimia
Nicolas LENGLET du FRESNOY
HISTOIRE DE LA PHILOSOPHIE HERMÉTIQUE
Formato : 190 x 270 – 440 pages
Lingua: Francese
Copertina rigide Euro 65,00
Éditions de Massanne
Ferrières – 30440 Saint Laurent-le-Minier
email : editions@massanne.com
Très grand classique de la littérature alchimique, cet ouvrage, édité en 1742 est, ici, pour la première fois retranscrit dans sa version moderne et présenté en un seul volume regroupant les trois tomes originaux, tout en conservant ses trois parties, fidèles à l’original :
Livre I : Histoire de la Philosophie Hermétique ;
Livre II : L’Entrée ouverte au Palais fermé du Roi (traduction du texte d’Eyrénée Philalèthe);
Livre III: Catalogue des Alchimistes et des manuscrits alchimiques.
A n’en pas douter, l’auteur a eu accès à de nombreux documents originaux pour écrire cette Histoire et constituer le Catalogue du troisième livre, qui est un régal pour les passionnés du Grand Art.
Ce livre se distingue particulièrement au sein du corpus alchimique, il est même exceptionnel car il réunit trois voies d’accès à la Science Hermétique, offrant ainsi au chercheur plusieurs chemins pour son investigation: il captivera aussi bien les spécialistes de cette science et les historiens par son catalogue, les puristes par le texte du Philalèthe que les néophytes car sa lecture est aisée.
Cet érudit, passionné par les livres et les manuscrits alchimiques, livre ici le fruit de ses recherches aussi vastes qu’approfondies et donne au lecteur une vue d’ensemble du monde alchimique à cette époque.
Nella sezione XVII-XVIII secolo: http://www.massimomarra.net/906/XVII-XVIII-sec
– Sancelrien Tourangeau (Coullon Jacques-Jérôme) – Chiave della Grande Opera, Introduzione, Traduzione e note di Massimo Marra. A lungo attribuito, da bibliografi frettolosi, all’editore parigino Cailleau (il responsabile dell’edizione della Bibliothèque des Philosophes Chimiques), questa Clef du grand Oeuvre, ou Lettre du Sancelrien Tourangeau, pubblicata nel 1777, si deve invece con ogni probabilità alla penna di un avvocato di Amboise. Jacques-Jèrôme Coullon, che precedette nella carica di sindaco della città Claude François de Saint-Martin, il padre di Louis-Claude de Saint-Martin, il Philosophe inconnu. Questi ebbe probabilmente in questa lettura – e, forse, nella frequentazione del Coullon – uno dei suoi primi incontri con l’ermetismo. Il misterioso ed immaginario estensore delle lettere, il Sancelrien Tourangeau, ispirerà inoltre Victor Hugo in Notre Dame de Paris, quando questi fa discorrere il re di Francia con il tormentato alchimista della cattedrale, Claude Frollo. Il re, infatti, per celare la sua identità, sceglierà il nome di “Compare Tourangaeu”. Le lettere del Sancelrien – la cui pronuncia si avvicina a sans sel rien, senza sale niente, ovvero la seconda parte della divisa latina che campeggia nel frontespizio dell’opera, sine sal nihil), sono qui presentate in prima traduzione italiana con una apposita introduzione e note a corredo.
– Il Trattato sul cielo Terrestre di Venceslao Lavinio di Moravia, nota introduttiva e traduzione di Massimo Marra. Traduzione del celebre trattatello ermetico dal testo della Bibliothèque des Philosophes Chimiques di Jean Mangin de Richebourg.
Nella sezione XIX-XX secolo: http://www.massimomarra.net/902/IXX-XX-sec
– Tripied, Del Vetriolo filosofico e della sua preparazione – nota introduttiva, traduzione e note di Massimo Marra. Proveniente da ambienti evidentemente vicini al martinismo papusiano, questa operetta, uscita nel 1896, viene qui presentata in traduzione italiana con annesso apparato di note.
Nella sezione Arichivio Storico: http://www.massimomarra.net/844/Archivio-Storico
– Marcelin Berthelot – Le origini mistiche dell’alchimia, estratto da ‘Les origines de l’alchimie’ – traduzione di Massimo Marra.
– Marcelin Berthelot – Relazioni tra i metalli ed i pianeti: il numero sette (estratto da ‘Collection des anciens alchimistes grecs’, vol. I, pp. 73-85). Traduzione di Massimo Marra.
L’intero corpus degli studi contemporanei sull’alchimia non può certamente prescindere dall’enorme e pioneristica opera di indagine svolta dal chimico, storico della scienza ed abile politico francese Marcelin Berthelot (1827-1907). Più ancora di quelli, pur considerevoli, di altri storici della chimica ottocenteschi, come Chevreul, Schmieder, Hoefer, l’opera di Marcelin Berthelot parte da un eccezionale confronto con una massa considerevole di testi manoscritti e a stampa che andavano dagli scritti greci fino a quelli arabi ed alle loro traduzioni latine, che consentirono allo studioso la raccolta di una incredibile messe di dati che contribuirono alla redazione di alcune importanti opere, ancor oggi solo in parte superate, che rimangono altrettante pietre miliari nella storia della scienza. Nella sezione Archivio verranno pubblicati, a più riprese, significativi estratti da tali opere in prima traduzione italiana.
– Henri Carrington Bolton – Il Revival dell’alchimia – da Science (1897) – introduzione e traduzione di Massimo Marra. La rinascita occultista fin de siècle, riportò in auge, insieme ad astrologia e cabala, l’alchimia. La libera facoltà di scienze ermetiche e la società alchemica di Jollivet Castellot, in Francia, ebbero vasta eco e risonanza all’interno di quel complesso e variegato mondo che fu l’esoterismo della belle époque. Le presunte trasmutazioni di cui Théodore Tiffareau aveva discusso innanzi all’Accademia delle Scienze, sembravano avvalorare la possibilità della pietra filosofale, ed incoraggiavano i nuovi sostenitori dell’arte alchemica. Quale doveva essere l’atteggiamento dell’establishment scientifico del tempo, quale l’occhio della scienza ufficiale? Qui presentiamo, in prima traduzione italiana e con una nota introduttiva, un articolo del chimico e storico della scienza americano Henri Carrington Bolton (1843-1903), in cui lo scienziato presenta ai lettori di Science il nuovo movimento alchemico francese. Bolton ben conosceva Parigi, città in cui aveva studiato per un anno, ed il suo punto di vista ben riflette quello che doveva essere diffuso tra gli scienziati del tempo di fronte alla inaspettata rinascita dell’antica arte di Hermes.
Nella sezione Iconografia: http://www.massimomarra.net/1065/Iconografia
– J. C. Barchusen, Sequenza simbolica da ‘De Alchimia vel crysopoeia’ (in ‘Elementa Chemiae’, 1718). Le 78 tavole del Barchusen, costruite intorno al classico tema del vaso filosofale, sono qui presentate con un’agile nota introduttiva.