Centro Studi MINTURNAE – Segreteria del Premio Nazionale e Internazionale di Poesia e Saggistica Storica, Via Monte di Scauri, 84 – 04028 SCAURI-Minturno (LT), Tel.: 0 771 683 674 – 338 473 8857- 0033677267043 – e mail: mgraziosetto@libero.it
TEATRO ROMANO COMPRENSORIO ARCHEOLOGICO DI MINTURNAEVERBALE DELLA GIURIA del Premio Nazionale e Internazionale di Poesia- Storia-Musica-Fotografia
MINTURNAE XXXVI Edizione in onore di Gaetano Tamborrino Orsini
organizzato dal Centro Studi MINTURNAE e COMUNE DI MINTURNO
28 LUGLIO 2012
Nell’avviare i lavori di questa XXXVl Ed. del PREMIO MINTURNAE, dedicata al fondatore del Premio Gaetano Tamborrino Orsini, si ringraziano tutte le autorità civili e militari intervenute, le gentili Signore, il pubblico tutto, in particolare i partecipanti – poeti e storici – le cui case editrici hanno accolto l’invito dei componenti delle Giurie. Oggi, in questa occasione e nello scenario del Teatro Romano di MINTURNAE, inserito nel Comprensorio Archeologico di Minturnae, registriamo con personale apprezzamento la presenza dell’On. Aldo Forte. L’Amm.ne Comunale con il suo vice Sindaco Aristide Galasso (della Giunta Graziano) ha promesso la propria partecipazione compatibilmente con altri impegni Istituzionali, così come il Prefetto Giuseppe Procaccini, capo di gabinetto del Ministro dell’Interno, che comunque plaude all’iniziativa ed esprime i suoi migliori auguri. Un sentito grazie rivolgiamo alla dott.sa Giovanna Rita Bellini e alla Soprintendente ai Beni Archeologici per aver consentito – gratuitamente – ldi far svolgere l’evento nella splendida cornice del Teatro, che tanti momenti straordinari – negli anni passtai – ha fatto vivere alla nostra collettività e alle sue stagioni turistiche. Non ultimo un personale riconoscimento agli impiegati del teatro che si sono messi a disposizione per la realizzazione dell’evento.
Come da consolidata tradizione, il premio si divide in quattro sezioni.
Ora iniziamo dalla “Poesia Giovani-Ornella Valerio” che vuole contribuire alla costruzione di un percorso di poesia per i giovani di talento che vogliono misurarsi con la creatività e con le sfide della vita.
Il premio è stato istituito dal Centro Studi Minturnae in collaborazione con la famiglia Valerio e con l’ausilio dell’indimenticabile Franco Foschi, presidente del Centro Studi Giacomo Leopardi di Recanati, ora sostituito dal dott. Fabio Corvatta, che, impegnato in ruolo istituzionali non ha potuto essere presente. Per questa XXXVI edizione, la Commissione (con la Presidenza onoraria del presidente della Provincia di Latina, dott. Armando Cusani, Fabio Corvatta, Rossana Esposito, Leone D’Ambrosio, Crescenzo Fiore, Michele Graziosetto, Alfonso Malinconico, Cinzia Monti, Tommaso Pisanti, Salvatore Salvione, Filomena Valente, Roberta Cardaropoli), ha deciso di assegnare – per la poesia edita – il premio di € 1000 al giovane poeta Ivan Schiavone per l’opera, Strutture, Oedipus Editore, Salerno/Milano 2011.
Il titolo “Strutture” sembra già un programma e indirettamente una provocazione o allusione a chi – pur sommo critico – sosteneva che l’atto poetico si divideva in poesia e non poesia. Da allora, dal tempo dell’opera crociana sono passati gli anni e anche noi – oggi – antropologicamente siamo cambiati: e anche la poesia richiede, anzi pretende spazi e contesti nuovi, non soffocanti, in grado di far celebrare alla nostra più sofferta fantasia quel salto non nel buio, ma in una parola che ami mettere a nudo nuove realtà, interstizi della nostra coscienza inesplorati o da riesplorare, saccheggiando e contestando o restituendo dignità alla tradizione letteraria. Ivan Schiavone, con la sua silloge organizzata in due parti a loro volta suddivise in trenta e trentatre componimenti, si pone in questa ottica: mettere a nudo l’uomo-quantità, ove i corpi sono reinventati nelle loro invisibili mutilazioni ma visibili all’occhio – diventato clinico – del poeta. Anzi, non di mutilazioni fisiche soltanto, ma civili ed etiche in un linguaggio brulicante di metafore che nella composizione e all’interno del linguaggio richiamano scoperti lessemi danteschi, anzi Dante ri-diventa il padre per ri-costruire in una nuova lingua i silenzi allucinanti, le angosce stranianti, le perversioni più inaudite che contrassegnano la nostra vicenda umana, fin’anche l’esplosione o invettiva politica richiamante l’Italia serva, nave senza nocchiero in gran tempesta. Il gioco delle parole, i bisticci lessicali, i richiami ora di ascendenza baconiana, ora beckettiana fanno parte della “struttura” esistenziale dell’uomo inaridito, della donna che riscopre il senso del suo io e con cui ritesse un suo intimo colloquio. E allora, nelle pieghe riposte dell’io Ivan Schiavone sa abbandonarsi alla poesia intesa come “canto” celiando con la lingua dantesca “amor d’amor nutrito amor consuma”. È anche un’operazione dotta la sua che non si limita al calco, ma lo ricarica di ironia dissacrante. Nella lettura, le liriche – nel momento in cui il linguaggio permette la sintonizzazione avendone scoperto la carica metaforica e allusiva – fanno intendere come il giovane poeta soffra questo nostro tempo, ma non lo ripudia, anzi lo recupera in un atto di fiducia nelle molteplici possibilità della ragione e il vissuto si traduce in un’esperienza ricca di emozioni.
Il premio è messo a disposizione dalla Famiglia Gianna, Franco e Gianluca Valerio con una targa in argento, dell’oreficeria Farese di Torre del Greco.
Quanto alla Sezione STORIA per l’opera di un giovane storico, la Commissione – composta da Ritanna Armeni, Anna Foa, Lucetta Scaraffia – decide di assegnare il premio di € 500, offerti dall’Amministrazione Comunale di Minturno, a Giulia Galeotti, ricercatrice presso l’Università La Sapienza di Roma, per l’opera In cerca del padre, Laterza ed., Bari 2011.
Motivazione
Giulia Galeotti è una giovane storica che ha scelto come oggetto della sua ricerca un tema nuovo: la ricerca della paternità. Tema eterno nel rapporto diseguale che nel passato hanno avuto donne e uomini nei confronti della generazione e che si può riassumere nella nota frase “mater semper certa est, pater numquam”. Come si è cercato di definire la paternità nelle situazioni complicate e discusse? Questo problema è al centro di questo lavoro che, partendo dall’800, si dipana fra medicina e legge, sempre aperto però a inserire dati presi dalla vita concreta, su cui i casi giuridici forniscono larga documentazione. Con il progresso medico, la paternità è diventata sempre più decifrabile, fino alla scoperta del DNA, che ne può dare totale certezza. La Galeotti però, a questo proposito, mette in luce un interessante paradosso: proprio quando, attraverso l’analisi del DNA, i padri potrebbero avere la certezza assoluta della loro prole, il progresso tecnoscientifico interviene per intorbidare la acque, aprendo la possibilità di figli in provetta, concepiti anche attraverso apporti seminali esterni alla coppia. E qualche volta, anche quando non c’è la volontà di una inseminazione eterologa, ci pensa il caso a scambiare le provette.
Il tema quindi è di grande attualità, ed è svolto in modo appassionante, intrecciando ricerca storico-sociale a storia della medicina e a storia del diritto. Un libro che aiuta a capire molte cose nei rapporti fra donne e uomini, e su quanto possa essere innovativo il ruolo della scienza all’interno dei rapporti sociali.
SEZIONE DI STORIA. La Giuria, (presidente Ernesto Galli della Loggia, Mario Belardinelli, Aldo Di Biasio, Sandro Fontana, Agostino Giovagnoli, Luigi Mascilli Migliorini, Gaetano Quagliariello, Aldo G. Ricci, Adriano Roccucci) – dopo uno scambio di idee via internet – ha deciso di assegnare il premio alla carriera – € 1000 offerti dall’Amministrazione Comunale di Minturno – alla prof.sa Elena Aga Rossi dell’Università La Sapenza di Roma.
Formatasi alla scuola di Renzo De Felice, Elena Aga Rossi, a partire dai contributi giovanili di storia dei partiti ha compiuto un itinerario di ricerca e di studi di ammirevole coerenza, intorno alla storia d’Italia dal Fascismo alla Repubblica, per cui è stata riconosciuta come la più autorevole studiosa del periodo, specie per i complessi aspetti dei rapporti politico-internazionali del nostro Paese in quegli anni.
Questa impostazione è evidente fin dalle sue prime ricerche dedicate alle trattative che condussero alla resa delle forze tedesche in Italia nella primavera del ’45, e poi nei suoi numerosi studi sui rapporti tra l’Italia stessa e gli Alleati dopo il 25 luglio, culminati nel contributo fondamentale che Aga Rossi ha dato alla conoscenza di tutti i retroscena che fanno da sfondo ai documenti armistiziali dell’8 e del 28 settembre 1943 compendiati nel volume Una nazione allo sbando. In certo senso un completamento di quelle ricerche è la sua ultima fatica, Una guerra a parte, in collaborazione con Maria Teresa Giusti: il racconto dell’amarissimo destino che dopo l’8 settembre colpì le centinaia di migliaia di soldati italiani che nei Balani, in Grecia e nel Dodecanneso furono travolti dalla disgregazione del Regio Esercito. Si colloca cronologicamente nel mezzo di questo itinerario l’opera fondamentale scritta da Aga Rossi con Victor Zaslavsky, il compianto grande storico russo che è stato il compagno della sua vita, Togliatti e Stalin. Opera fondamentale, perché grazie ad un’inoppugnabile documentazione archivistica essa fa luce definitiva su un questione cruciale e fino allora assai controversa nella storiografia dell’Italia repubblicana, e cioè la piena dipendenza della dirigenza del Partito comunista di quegli anni dai voleri di Stalin e dagli interessi dell’Unione Sovietica, a cominciare dalla decisone della cosiddetta “svolta di Salerno”. Su questa stessa linea si segnalano alcuni altri importanti contributi sul ruolo spesso incerto e ambiguo del Pci durante la Resistenza.
In una produzione così vasta e importante, e su temi di cui è evidente il potenziale polemico, Elena Aga Rossi ha sempre dimostrato acuta sensibilità per l’aspetto documentario con la scrupolosa analisi dei fatti, capacità di considerare i diversi aspetti delle situazioni e dei loro intrecci, senso vivo delle rilevanze, assoluta equanimità di giudizio. Qualità che si sono accompagnate a un forte impegno civile verso i valori della democrazia liberale e a un altrettanto forte sentimento di sollecitudine e di solidarietà verso tutti coloro ingiustamente perseguitati per l’affernazione di quei valori. Anche per questo la Giuria è lieta di conferire a Elena Aga Rossi il Premio alla carriera.
Alfonso Malinconico consegna la medaglia del Presidente della Camera dei Deputati..
Per il Premio MINTURNAE per la Storia, la Commissione, dopo aver esaminato il numero cospicuo di opere pervenute dalle varie case editrici, DONZELLI, ROMA, IL MULINO; BOLOGNA, LATERZA, BARI; EINAUDI, TORINO 2011, MURSIA MILANO, GUERINI E ASS. MILANO, RUBBETTINO, SOVERIA MANNELLI (CZ), CLUEB, BOLOGNA, decide di assegnare il premio per la STORIA EDITA di euro 1000,00 offerti dall’Amministrazione Comunale di Minturno al prof. LO PIPARO FRANCESCO
BIOGRAFIA: Franco Lo Piparo è professore ordinario di Filosofia del linguaggio presso l’università di Palermo. ha pubblicato per Laterza un saggio, “Aristotele e il linguaggio”, che è già diventato un classico. Tra gli altri suoi lavori, si segnalano: Saussure et les Grecs , 2008; Sicilia linguistica, 1987; La proposition comme gnomon du langage, 2008. Studia il linguaggio come cartina di tornasole di aspetti nascosti di fenomeni linguistici. In lingua, intellettuali, egemonia in Gramsci, 1979, documenta la provenienza degli studi universitari di glottologia della nozione gramsciana di egemonia. Recentemente in Gramsci and Wittgeinstein: an intriguing connection, 2010, ha mostrato la strana e imprevista influenza di Gramsci su Wittgeinstein via Sraffa.
MOTIVAZIONE Il libro di Franco Lo Piparo affronta il problema dell’itinerario politico-ideologico di un protagonista essenziale della storia politica e culturale dell’Italia del Novecento, Antonio Gramsci. Al centro delle sue pagine è l’esperienza carceraria di Gramsci, che già più di uno studio e di una testimonianza avevano indicato come la fase in cui il rapporto del pensatore sardo con il comunismo e con la vicenda sovietica aveva assunto toni decisamente critici.
Lo Piparo si sofferma in modo particolare su una lunga lettera di Gramsci alla cognata del 27 febbraio 1933, con un’analisi minuziosa, assolutamente fuori dal comune, condotta con grande acume filologico e servendosi degli strumenti dell’analisi del linguaggio. Ma l’esame del testo si intreccia ed è corroborato da una ricca messe di connessioni e di rimandi storiografici a tutta la complessa vicenda documentaria dei Quaderni del carcere. L’ipotesi conclusiva, che appare oltremodo plausibile, è quella di una sofferto distacco che Gramsci avrebbe maturato dal comunismo e dalla sua esperienza storica .
A non contare l’indubbia importanza di una tale conclusione, destinata, se ulteriormente suffragata, a mutare significativamente parti rilevanti della nostra storia politica e culturale, basterebbe l’indiscutibile novità metodologica rappresentata dal libro – l’applicazione alla ricerca storica della filologia e della filosofia del linguaggio – per rendere l’opera di Lo Piparo meritevole del riconoscimento del Premio Minturnae
Per la sezione POESIA inedita “GIOVANI ORNELLA VALERIO”, la giuria non indica nessun lavoro, ma segnala il racconto di due giovanissime – Guerra Michele e Valeria Corelli, della terza media di Scauri, che hanno partecipato con un racconto incentrato sul mito di Marica- Scaura- Minturno. Alle due studentesse una targa dell’orafo Forese di Torre del Greco. A tutti gli altri partecipanti sarà fatto pervenire al Dirigente della Scuola di inutrno , dott. Vincenzo D’Elia, un attestato d partecipazione.
Ad abundantiam, si segnalano i componimenti di FEDERICA GALTERIO, di SPITALIERI SIMONA, MICHELE ALICANDRO, di GAIA DE MAGISTRIS.
La Giuria del Premio Nazionale e Internazionale MINTURNAE composta da : DANTE DELLA TERZA (presidente) – NINO BORSELLINO – RINO CAPUTO – MARCELLO CARLINO – MICHELE GRAZIOSETTO – ALFONSO MALINCONICO – FELICE PIEMONTESE – PASQUALE SABBATINO, MATTEO PALUMBO, PINA SCOGNAMIGLIO, consultatisi più volte, dopo aver preso in esame i volumi pervenuti Cesare Viviani , Torino, Einaudi, 2010;, Giovanna Valduga, Ciro Vitello, Guida editore, Napoli, avendo premesso che i premi verranno consegnati soltanto se il vincitore sarà presente alla cerimonia, dopo un esame dei testi pervenuti e un’ampia discussione, decide di dichiarare vincitore del premio MINTURNAE, per la poesia, CIRO VITIELLO per il volume L’OPERA POETICA, GUIDA editore, NAPOLI.
MOTIVAZIONE: Un’esperienza di scrittura, lungo un quarantennio, di rigorosa ragione progettuale e di rilevante significato: questa esperienza è documentata nell’Opera poetica di Ciro Vitiello, volume di bilancio consuntivo e insieme previsionale apparso di recente per i tipi di Guida.
Si è detto “esperienza di scrittura” non a caso: un tratto determinante dei versi di Vitiello consiste nel loro variare ed estendersi oltre gli schemi prosodici verso la prosa, annunciando prosimetri, e congiuntamente nel loro timbro, nella loro pronuncia performativa: insomma nel loro sperimentarsi ininterrotto sopra il terreno di un’avanguardia rivisitata e posta a confronto serrato con le linee della grande, irrinunciabile tradizione del Novecento europeo.
Sperimentare per Vitiello è, intanto e preliminarmente, concepire e praticare la poesia come forma e come modo di pensiero e di conoscenza. Così, se il linguaggio si tende e si rende più acuto, aperto a nuove relazioni, mobile nel suo assetto, disponibile a inconsueti nessi associativi, l’oggetto della rappresentazione è volta per volta configurato, di passaggio in passaggio, senza soluzioni di continuità, dai rapporti dell’io con sé, con il mondo, con il senso dell’essere. E il pensiero poetante di Vitiello, al contempo, mentre interroga il cosmo e la posizione nell’universo dell’umana specie, spingendosi fino ai territori della metafisica, recupera per epifanie, per memorie intermittenti, per illuminazioni surreali di un’altra possibile realtà, il vissuto, finanche il rimosso; e non tace, non può tacere sulla realtà infelice del frangente storico in cui siamo immersi; e si sostanzia, come per ancorarvisi, ad una corporalità densa che si esprime in motivi battenti e che fa vigorosa la scrittura.
Un’esperienza di scrittura, quella di Vitiello, che ha allora il significato di un viaggio interminabile, di una ricerca da cui non si recede: una ricerca vibrante per apporti di competenze culturali e per impegno espressivo, di cui L’opera poetica segna stratigraficamente le stazioni; e una ricerca, nondimeno, la cui attualità è innegabile e che ha molto da dirci quanto al che fare in poesia, e con una poesia di sperimentazione, di pensiero e di conoscenza, negli anni che verranno.
L’opera poetica è perciò un testo di bilancio insieme consuntivo e largamente, approfonditamente previsionale: di quelli con i quali è necessario, è ineludibile fare i conti. Al vincitore vanno con gli auguri della commissione e la somma di euro 1000,00 offerti dal Comune di Minturno.
In memoria di Ornella sono letti i seguenti brani: Renato Filippelli:, (Parole alla figlia Fiammetta, Nuove parole alla figlia Fiammetta), Filippo Signore (Il bullismo (tratto dal volume Un nonno racconta).
Conclusi i lavori di questa sezione, considerato che – per le sezioni Poesia straniera (Giuria: Vicente Martin Gonzales (Presidente), Giovanna Rita Bellini (Dirigente Comprensorio Archeologico MINTURNAE), Rita Alicandro, Valter Creo (Pro Loco)) – e Musica (Giuria: Alfonso Malinconico, (Presidente), Vincenzo Greco, Antonio Verrico (Pro Loco), Federico Galterio (Segretario) – non sono pervenuti lavori meritevoli del Premio, ma si segnalano solo i lavori – per la musica – di Miriam Masciandaro per la Chitarra, cui sarà data l’occasione di presentare due suoi brani.
Per la SEZ. H, – Fotografia (Giuria: Chryssi Ghioca (presidente), Ilaria Tortoriello (Rappresentante Pro Loco), Antonio Del Sesto, Eva Fonti, Federico Salterio) non essendo pervenuti lavori degni di nota, il premio non viene assegnato, ma si segnalano i lavori di Palazzo Andrea (Profilo enigmatico) – e il lavoro di Anonimo con la seguente motivazione: “l’aspetto rappresentato è ricco di spunti creativi grazie all’impegno dell’artista nel cogliere il riflesso delle acque del nostro golfo in un tramonto poetico”.
Ringraziamenti. Presidenza della Camera, Presidenza della Provincia, La Giunta e l’Amministrazione Comunale di Minturno, Soprintendente per i Beni archeologici, Pro Loco di Minturno con il suo presidente Valter Creo, gli sponsor Grand Hotel Miramare, Albergo TEATRO ROMANO Minturnae di Marina di Minturno, Caseificio Santa Lucia di S. Castrese, le Pizzeria LU Rusticone di Scauri e del Secolo di Formia.
Un saluto speciale noi lo sentiamo per la memoria del generale Gaetano Tamborrino Orsini, che volle insieme a noi fondare questo premio nel lontano 1973-1974, anno in cui ricorreva il quinto centenario dell’illustre vescovo Antonio Sebastiani detto il Minturno. Un altro saluto di ringraziamento all’ass. regionale Aldo Forte, che con le sue parole di stima per l’iniziativa culturale portata avanti dalla città di Minturno ha sottolineato la grande risorsa del nostro territorio in termini di storia, di proposte concrete per valorizzare il patrimonio artistico e archeologico dei nostri numerosi siti in area pontina. In più la presenza dei consiglieri Stefanelli Gerardo e Nuzzo Mimma, e la giustificata assenza degli altri Amministratori, attesta la validità dello sforzo profuso dalle Giurie, che nel tempo hanno avuto come presidenti: Giorgio Caproni, Elio Filippo Accocca, Giuseppe Petronio e – oggi- l’emerito prof. Dante Della Terza. Anche l’interevento della prof. Pina Scognamiglio, dell’Università Federico II, è un segnale e un incoraggiamento perché il premio dia altri e cospicui frutti. Infine una precisazione da parte del segretario del Centro Studi MINTURNAE: il PREMIO MINTURNAE appartiene alla Comunità Minturnese e non a Michele Graziosetto. Da anni – insieme al Magistrato Malinconico e ai componenti delle Giurie- si tenta di farne un premio di taglio nazionale e internazionale. Se si vuole modificarne l’assetto e la struttura ci si confronti per il bene del premio e della cultura.