05 Ottobre 2012
Enea Franza
Mentre Angela Merkel deve fare ogni giorno i conti con le egoistiche e inconcluenti opposizioni interne, anche del suo partito, la Germania sta vedendo sfumare un’occasione storica per porsi come indiscussa leader nel processo di unificazione europea. – I “segnali forti” dati dal governatore della BCE Draghi tuttavia perdono di efficacia per l’alto grado di incisività del “board” della speculazione internazionale e per la miopia della banca centrale germanica e di alcuni ministri di Berlino che, agendo come gli inglesi “imperiali” di ieri e gli americani dei petrodollari di oggi, annegano nel loro piccolo egoismo e trasformano tutto in un naufragio continentale davanti al dilagare della Cina e delle economie emergenti. Cosa farebbero, cosa faranno costoro senza la pur debole e malaticcia Europa? – Ridare forza alle ultime decisioni della Merkel, perché risanare le economie malate non avvenga con lo spreco della ricchezza del lavoro e dei sacrifici tedeschi ma attraverso un maggiore processo di unificazione politica e un meno draconiano programma temporale di rientro dal debito, al fine di non distruggere economie e popoli in crisi. – Rifiutiamo la demogagia di Silvio, sempliciotta rozza e strumentale, di escludere la Germania dall’Europa a 17 . Ovvero, né la Germania da sola né gli altri partner tutti assieme ma senza di essa, fanno “sistema”. E non fanno neppure storia e, soprattutto, futuro. – Eulà
Inutilità della politica monetaria, ovvero, sulla resilienza