Appello del CESI per la rifondazione dello Stato

13 Novembre 2012

Fonti: Enea Franza, CESI

Gaetano Rasi

 

CENTRO NAZIONALE DI STUDI POLITICI ED INIZIATIVE CULTURALI

Appello per una Assemblea Costituente di Rifondazione dello Stato

 

1. Scopo dell’Appello
Il Centro Nazionale di Studi Politici ed Iniziative Culturali (Cesi), attraverso i suoi organi e i suoi associati lancia un Appello agli italiani per l’indizione di una Assemblea costituente al fine di dare all’Italia una nuova Carta fondamentale che riaffermi il senso dell’appartenenza alla nazione italiana come elemento costitutivo e propulsivo dell’Unione Europea.
Questo Appello si esprime attraverso un Manifesto politico programmatico nel quale vengono enunciati gli scopi fondamentali della Nuova Costituzione, i principi ed i valori essenziali ai quali essa dovrebbe ispirarsi, i caratteri strutturali di base del nuovo Stato, nonché il procedimento per convocare una Assemblea costituente.unità
2. Scopi fondamentali della nuova Costituzione
La nuova Costituzione avrà lo scopo di permettere alla Nazione italiana di superare la gravissima situazione di stasi morale, culturale, sociale ed economica e di tornare in grado di riprendere il suo naturale cammino storico nella Comunità internazionale e di essere protagonista ed elemento traente in Europa nel nuovo quadro geopolitico mondiale.
3. Principi e valori essenziali
I principi e i valori essenziali cui si deve ispirare la nuova Costituzione sono radicalmente innovativi rispetto a quelli che hanno ispirato la storia dell’Italia dopo la fine dell’epopea risorgimentale con la quale si sono realizzati i due valori inscindibili dell’Unità e della Libertà, interna ed esterna. Non va mai dimenticato che con l’unità d’Italia si interruppe una secolare ed umiliante consuetudine di lotte che dividevano gli Italiani tra fazioni quasi sempre subordinate agli avversari interni ed esterni.
La presente esperienza costituzionale si sta concludendo con una devastante ripresa delle più ottuse contrapposizioni basate su fazioni personalistiche e miopi egoismi territoriali. D’ora in poi gli Italiani dovrebbero intraprendere un corso storico radicalmente diverso che si ponga anche come esempio per altri Popoli; un nuovo corso nel quale ci si senta prima di tutto italiani e solo in un secondo momento seguaci di una diversa concezione del rapporto politico. L’Italia deve riprendere la consapevolezza di essere per sua natura portatrice di civiltà e di benessere presso i popoli che nelle varie parti della terra stanno prendendo coscienza della propria essenza di nazione. In tal maniera deve assumersi il compito di essere non solo portatrice di pace, ma anche formatrice di classi dirigenti ispirate ai perenni valori della civiltà europea.
In questa visione il Manifesto addita per il nostro Paese tre Valori politici fondamentali: l’Unità, la Partecipazione e la Rappresentanza politica organica. Da essi derivano come corollari gli altri valori (giustizia, uguaglianza, libertà e diritti fondamentali) e ne consegue l’impegno alla loro possibile attuazione.
a. L’Unità dello Stato italiano
L’Unità dello Stato, nella coscienza nazionale, negli ordinamenti e nel territorio, assicura la convergenza dialettica delle volontà e delle energie del Popolo, secondo la progettazione e l’attuazione di un programma comune, permette la conciliazione degli interessi fra le diverse componenti della Comunità politica (classi sociali, categorie, ripartizioni territoriali) e il raggiungimento di un’idea comune di giustizia dalla quale partire per la sua realizzazione. L’Unità permette un dialogo autentico e disinteressato che permette la comprensione reciproca, il conseguimento di ogni fondamentale promozione umana, la collaborazione fra le classi nella prospettiva del loro superamento. Con l’Unità si affrontano e si risolvono con maggior successo le difficoltà più dure, senza l’Unità si esce dalla storia umana e si diventa soggetti dell’altrui arbitrio e prepotenza. Nel nuovo Stato l’Unità deve coincidere con l’efficienza e quindi va ravvisata nella concezione della Repubblica presidenziale di diretta derivazione popolare.
b. La Partecipazione politica ed economica
La Partecipazione alla decisione politica e l’assunzione delle relative responsabilità costituisce un dovere di tutti i cittadini. Essa sviluppa il senso del dovere, lo spirito di solidarietà e le capacità realizzatrici in ogni settore della vita individuale e della coesistenza sociale; permette l’alternanza e la trasparenza nell’esercizio delle funzioni, fa radicare nei cittadini il senso dello Stato e della sua essenza repubblicana come sede della realizzazione dell’interesse pubblico (res publica, bonum commune) del quale ogni cittadino è parte consapevole e costruttrice come persona cosciente del comune destino.
La partecipazione è l’essenza della democrazia. Il concetto di partecipazione va esteso a tutte le attività economiche rilevanti, pur nel rispetto dei gradi funzionali e di responsabilità in sede produttiva e distributiva dei beni, nonché nell’esercizio delle attività infrastrutturali e dei pubblici servizi.
La partecipazione deve diventare elemento costituzionale prescrivendo il sistematico e programmatico collegamento tra le attività di formazione e di ricerca e quelle culturali, economiche e professionali al fine di un costante equilibrato progresso civile e sociale di tutti i componenti della Nazione.
c. La Rappresentanza politica organica delle competenze
La Rappresentanza organica tramite categorie produttive e delle competenze integra la rappresentanza tramite i partiti politici, che debbono essere considerati raggruppamenti tra coloro che hanno comuni concezioni della società e tendono a coerenti obiettivi istituzionali. La dialettica fra le esigenze dei singoli e dei gruppi e la loro eventuale diversa visione del reale deve tendere alla composizione sistematica per il bene comune e non deve intralciare l’efficacia nel raggiungere gli obiettivi della sua realizzazione.
4. Le strutture del Nuovo Stato
Le strutture del Nuovo Stato sono disegnate nel Manifesto come corollario conseguente dei tre valori enunciati e partono dalla esperienza costituzionale italiana dal 1848 ad oggi cercando di valorizzarne quanto in essa si riscontra di valido (ancorché inattuato) e di espungerne quanto di tale esperienza ha dimostrato di essere superato o causa, diretta o indiretta, di divisione, di esclusione, di corruzione, di inefficienza e di miseria.
In coerenza ai principi enunciati il presente Manifesto è aperto, nella sua formulazione, ad ogni contributo che provenga da una autentica volontà di dialogo costruttivo e volto unicamente all’interesse generale nel nuovo quadro di vita europea e di confronto mondiale.