In merito al problema sionista – palestinese e al diritto di accedere la Palestina – sia pure semplicemente come Stato osservatore – all’ONU, l’ ottusità politica e morale occidentale dimostra di non avere più limiti, soprattutto quella delle amministrazioni americane, ultima in ordine di tempo quella di Obama. In particolare, l’Europa si presente completamente divisa. Ciò nulla toglie al salto del fosso dell’ultima ora compiuto da Parigi, da sempre corresponsabile primaria con Londa e Washington di quanto è accaduto e continua ad accadere nel Vicino Oriente. Su Berlino, poi, non c’è che dire: dimostra di volere stare ancora ai ceppi. Sull’Italia, la codardia di Berlusconi è piombata pari pari sulla testa di questo governo pauroso e asfittico.
La questione palestinese oggi finalmente pone gli USA e l’Europa davanti a colpe morali e politiche enormi sul piano storico e dell’attualità, e ne configura un non lontano isolamento che si ritorcerà alla grande contro la superpotenza a stelle e strisce e contro la codardia europea, Italia compresa.
Quella sionista ad essa direttemnte collegata quale primaria origine, poi, farà diventare sempre più dirompente il ricatto panpoliticoreligoso giudaico che opera miseramente e ininterrottamente sulla fabbrica dell’olocausto e sulla pelle dei massacrati di allora, senza ritegno verso la verità storica quanto verso le reali proporzioni dell’infame crimine, le cui dimensioni numeriche sarebbero affatto diverse (la Germania continua a pagare ad Israele e a parenti delle presunte vittime dell’olocausto – oltre il 30% in meno di morti – in denaro sonante?).
Il forsennato utopismo sionista ha soppiantato da tempo quello degli israeliti comunisti ed è diventanto il perdutante pericolo mondiale per la pace. Si è abbarbicato nei modi più coriacei alle radici del sistema finanziario speculativo statuniense ed oggi controlla l’economia la strategia e la politica americane. I neo-con e le loro dottrine rappreseentano l’esempio più eclatante di questa spregevole sudditanza. Il coraggio di singoli intellettuali di origine o di confessione israelitica e /o ebraica nel denunciare tutte queste trame e il raggiungimento di questi sempre più pericolosi obiettivi in cui la verità storica non ha senso alcuno; il coraggio di queste persone purtroppo non ha potuto costituire un baluardo interno al mondo “ebraico” né in quello del mondo occidentale. Essi pagano lo scotto con l’isolamento e la discriminazione. In tutto, ciò il ruolo degli editori e dei politici occidentali è quello dell’infame servo ignorante che si tura le orecchie e gli occhi pur di servire i progetti e gli obiettivi criminali del sionismo.
Una delle cose più eclatanti, incredibili e rabbrividenti rivelata da Wikileaks è stata quella relativa al progetto israeliano – statunitense di “trasferire” i palestinesi nelle regioni andine del Sud America. Questa notizia sarà passata sicuramente inosservata per gran parte dei politici dei giornalisti e dei cittadini di tutte le nazioni occidentali. Essa però ci fa capire nei modi più incontrovertibili di fronte a quale grado di incallita criminalità internazionale ci troviamo.
La centrali della disinformazione sionista e quelle dell’ottimo collaboratore statunitense d’altronde hanno vita facile in Europa a causa della passiva recettività di gran parte della classe politica delle singole nazioni. Speriamo che l’ingresso della Palestina come Paese osservatore all’ONU possa rappresentare una prima importante risposta morale (piccola ancora sul piano politico) all’internazionalizzazione imposta dai sionisti del “problema ebraico”, con il contemporaneo disconoscimento dell’esistenza del popolo palestinese. Quanto criminali sono stati i “padri di Israele” e quanto ancora lo sono i loro discendenti? E quanto lo è stata e lo è la classe politica occidentale? Per fortuna, il mondo è molto, molto più grande e non è costituito solo dall’Iran e dalle balle mediatiche occidentali e dai sistematici lavaggi del cervello attuati con le diuturne campagne pseudoinformative.