Legge di stabilità: soldi a pioggia alle centrali dell’odio? Fino a che ci sarà l’anpi, nessuna reale pacificazione sarà perseguibile

19 Febbraio 2014

Domenico Cambareri

 

 

 

 

 

 

 

Crisi economica, trasparenza e soldi al vento. Gli sperperi  e le clientele “antfasciste” perdurano da settanta anni.  Per santificare le falsità storiche e i patti scellerati  fra i vampiri dell’Italia

 

 

 

L’associazione dei partigiani ha svolto ininterrottamente, in oltre settanta anni di storia ulteriore, l’aperta causa del rinfocolamento sistematico degli odi e di opposizione alla ricerca storica sul piano scientifico. – Il fatto di gravità estrema – che rappresenta il coronamento di questi misfatti – è stato compiuto dai capi della nuova Repubblica i quali, con degli atti ignominiosi e in patente violazione dei trattati internazionali che disciplinano la materia e cinicamente ignorando i crimini compiuti, attribuirono alle bande partigiane il riconoscimento di combattenti regolari. –  Quanto è stato dato a quest’associazione e quanto agli istituti storici della resistenza e ad associazioni e centri a loro assimilabili, in lire, dalla fine del conflitto all’avvento dell’euro; e quanto dall’avento dell’euro?  – E’ doveroso che i Ministeri della Cultura (o istruzione e università), degli Interni della Difesa, degli Esteri,  etc… lo dicano, e che  il MEF divulghi una precisa rendicontazione di questi dati, aggregati e disaggregati. E’ diritto degli italiani conoscerli.

 

 

 

 

 

 

 

Apprendiamo dalla stampa che molte centinaia di milioni di euro sono stati lasciato intoccate dalla spending review applicata alla Legge di Stabilità. Per finanziare il mantenimento in vita e le attività di organizzazioni alcune delle quali  parrebbero essere orami obsolete e prive di finalità obiettive, salvo l’aggiornamento degli obiettivi statuali che possono sembrare  non consoni  con le origini e artificiosi. Come nel caso dell’Associazione Vittime di Guerra Civili, risalente al 1943. Che oggi si renderebbe attiva “nella promozione della cultura della pace attraverso la valorizzazione del ricordo dei Caduti”. O come l’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini , che non ha nemmeno proceduto ad una formale ridenominazione per adeguarla a una più coerente richiesta di accettazione di un sodalizio che si richiamerebbe alla custodia delle memorie risorgimentali e dell’eroico volontarismo dell’età garibaldina.
A settanta anni di distanza, figurano ancora l’associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti (con 227.000 €), l’associazione nazionale ex deportati nei campi di concentramento nazisti (a cui vanno 189.000 €), alla federazione volontari della libertà  (57.800 €), persino all’associazione volontari combattenti volontari antifascisti di Spagna. Alla patriottica, benemerita, proficua e storica Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, priva dei requisiti di faziosità e di odio ideologico, vengono attribuiti solo 67950 €. E’ bene ricordare che queste e altre organizzazioni più o meno fantasma non ricevono soldi solo tramite la Difesa, gli Interni, il MAE, ma più che probabilmente anche dalle innumerevoli  strutture di potere regionale e locale.
Ricordiamo che ancora negli anni ’80 erano tenute in vita, nel silenzio politico più completo, molte organizzazioni del PNF, il partito fascista, e della gioventù fascista. Con tanto di spese, sedi e di organigrammi di amministratori. A chi giovava tenere in vita dei simulacri vuoti? Per quanti posti del parassitismo pubblico? O per pararsi il sedere, democristiani & comunisti & accoliti “antifascisti” , davanti a un’eventuale e imprevedibile resurrezione del PNF, nonostante il diktat dei vincitori?
Un caso sicuramente a parte è costituti dall’associazione nazionale partigiani d’Italia (da non confondere assolutamente con l’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia!). A quanto ammontano le cifre che gli organi centrali dello Stato e delle strutture amministrative regionali e territoriali devolvono all’anpi? E quanto quello che devolvono  ad essa aziende, enti e strutture a partecipazione pubblica?
 E’ doveroso che il Ministero degli Interni e il MEF divulghino questi dati, aggregati e disaggregati. E’ diritto degli italiani conoscerli.
Oramai comincia ad essere conosciuto dai cittadini italiani che l’anpdi in realtà fu, è stata ed è la diretta cinghia di trasmissione del cuore dell’apparato comunista filosovietico e di quello che oggi ne rimane, riteniamo ben camuffato con dei suoi uomini negli organigrammi dell’odierno PD. La diretta cinghia di trasmissione tramite cui le botteghe oscure esercitarono il predominio indiscusso e assoluto dell’associazione e la sua strumentalizzazione più completa, similmente con quanto era prima avvenuto con le azioni terroristiche, di agguato e di mordi e fuggi finalizzate a sottoporre l’inerme popolazione civile delle campagne, dei monti, dei centri abitati  a sempre più accentuate e sanguinose rappresaglie da parte dell’occupante tedesco. Nella più esemplare applicazione delle criminali e inaccettabili tecniche della guerra rivoluzionaria di marca sovietica, cosa che metodicamente comportò la sistematica spiralizzazione del  coinvolgimento dei non combattenti quali inermi vittime dei loro truculenti fini.
L’associazione dei partigiani ha svolto ininterrottamente, in oltre settanta anni di storia ulteriore, l’aperta causa del rinfocolamento sistematico degli odi e di opposizione alla ricerca storica sul piano scientifico, ha creazione di una storia di comodo in cui gli efferati eccidi partigiani sono stati sempre rimossi e nascosti, quelli ante fine conflitto e quelli compiuti dopo la cessazione delle attività belliche.
Il fatto di gravità estrema – che rappresenta il coronamento di questi misfatti – è stato compiuto dai capi della nuova Repubblica i quali, con degli atti ignominiosi e in patente violazione dei trattati internazionali che disciplinano la materia e cinicamente ignorando i crimini compiuti,  attribuirono alle bande partigiane il riconoscimento di combattenti regolari.
Ignominia su ignominia. Giacché questi componenti delle bande partigiane, come la loro stessa denominazione oggettivamente determina la loro natura e il loro inesistente status, erano degli irregolari che si organizzarono per bande partitiche, rispondendo a una linea di comando teoricamente interpartitica (il CLN) insicura permeabile e controllata dai comunisti (che agivano per di più in proprio, negli agguati e negli assassini, senza mai dover risponderne al “vertice collegiale”), rappresentata da capi di partito ancora illegali a livello nazionale e territoriale . Non vollero mai organizzarsi in gruppi e strutture militari, adempiendo così ai precetti più elementari del diritto internazionale, e attuarono tecniche di combattimento terroristico in contrasto con le leggi di guerra e con ogni spirito di minima umanità contro la popolazione indifesa da loro ricattata e utilizzata come poveri animali da condurre al macello. Avrebbero potuto indossare la divisa dei soldati italiani del regio esercito sconfitto e al servizio, a sud, degli angloamericani, ma non lo fecero. Perché bramavano non la liberazione del Paese in cui  viveno, ma la realizzazione di una rivoluzione comunista.
Fino a che ciò perdurerà, fino a che i partigiani comunisti sopravviventi e i loro accoliti riceveranno un solo euro dallo Stato, nessuna pacificazione morale e storica sarà possibile morale e storica sarà possibile. Fino a che tutta una rete di istituti storici per la resistenza imbalsamerà le bugie e le faziosità illimitate, su cui non smbra strano che abbian vissuto e vivono schiere  innumerevoli di carrieristi d’antifascismo di lungo corso spesso inventato di sana pianta e benedetto con le coreografie della Repubblica, mai sarà possibile una pacificazione. – Non è bastata l’ammissione dei crimini perpetrati dai titini e dai complici comunisti italiani, che andrebbero ancora oggi fucilati alla schiena. Non basterà il riconoscimento dei soldati di Salò e delle ausiliarie del Corpo femminile come combattenti di un Esercito regolare. Non basteranno i riconoscimenti dei crimini impuniti e nascosti alla storia ufficiale e alla conoscenza e coscienza degli italiani di ieri e di oggi.
E’ indispensabile rimuovere questo immane macigno che ha ostruito e ostruisce l’obiettiva ricerca storica, il riconoscimento e il ricordo di così tante vittime rimosse o obliate uccise anche nei modi più raccapriccianti, il riscatto delle persone che per tutta una vita furono o  sono state tenute in pugno da oscure minacce di morte, l’affrancamento pubblico da ipoteche innominabili che per così tanti lunghi decenni hanno reso la nostra Nazione, la nostra Patria,  la nuova Repubblica territorio unico ed eccezionale della cortina di ferro. Con la violenza e le occupazioni leniniste – staliniste esercitate ovunque. Nei tribunali, nelle piazze, nelle scuole, nelle fabbriche. All’insegna della rivoluzione comunista e delle anti virtù partigiane.
E, dall’altro, lato, con le espressioni più corrive della democrazia drogata del vincitore americano, che reinstallò i mafiosi non più solo in Sicilia, ma in tutta Italia.
E, più in generale, con la lunghissima stagione delle infiltrazioni terroristiche straniere, con le attività occulte, politicamente  incontrastate,  dei servizi segreti di mezzo mondo, e non solo sovietici, bulgari, cecoslovacchi, statunitensi, inglesi, israeliani, palestinesi, e le stragi … e la sistematica destabilizzazione dell’Italia.
La storia pulsa di vita, e le sue cronache non sono state sradicate e non sono sradicabili sino ab imis dalla violenza leninista. O dalla violenza a stelle e strisce tutta free, cioccolato e latte condensato, sigaretta e gioviali balli, che non possono fare dimenticare Montecassino, i bombardamenti a tappeto, le tantissime  violenze sessuali (i tedeschi neppure se lo sognarono) in tutta Italia con il clou della Ciociaria e dei borghi di Livorno, e con quel che fecero al loro connazionale Ezra Pound. E con la mafia, che diventò e rimase  subito co – padrona dell’Italia, in uno con i partiti antifascisti, che si sovraelevarono alla Repubblica da loro appena  creata, e allo Stato. Sino ad oggi. Una bolgia davvero infernale.