21 Marzo 2014
Michele D’Asero
M.Arte – Museo V, Crocetti
La città degli uomini parla: ascoltiamola
Al Museo Venanzo Crocetti – Roma
Giovedì 27 marzo, ore 18,30
Sala polifunzionale del Museo Venanzio Crocetti
Via Cassia, n. 492 Roma 00189
info@associazionemarte.com
Un ciclo di 4 eventi, da svolgersi nel corso di un anno di attività dell’associazione, aventi come tema:
ROMA – LA RADICE ESTIRPATA DELL’EUROPA Dalla città degli uomini alla città dei mutanti.
Il proposito è affrontare il problema cardine del futuro formulato da M. Heidegger “Che ne è dell’abitare nella nostra epoca preoccupante” –
riscoprendo il processo di formazione della città-madre della cultura urbana occidentale. Deviato nel corso della modernità con la mutazione degli uomini, è degenerato, da noi e altrove, nella formazione delle periferie che ospitano, in tutto il mondo, una popolazione di sette miliardi di abitanti.
Il primo evento, ancorché compiuto nella sua formulazione, è propedeutico alla comprensione degli altri.
1. LA CITTA’ DEGLI UOMINI PARLA : ASCOLTIAMOLA
Servendoci della rappresentazione grafica a colori dei più significativi prospetti delle pareti urbane del Centro Storico, andiamo, dapprima, alla scoperta dell’anatomia della città: lo “scheletro” murario, la sua “muscolatura”, la sua “pelle”. Attraverso quest’ultima la città parla.
Scopriremo la struttura del linguaggio in tutta la gamma delle sue possibilità espressive: dal linguaggio spontaneo dell’edilizia di base, quella che costituisce la sostanza dell’edificato, al linguaggio aulico della grande architettura. Scopriremo l’evoluzione dell’edilizia di base dalla fase più elementare, monocellulare, alla fase più evoluta della casa “unifamiliare” – la chiameremmo oggi – di artigiani e/o mercanti con un unico proprietario articolata su più piani e costituente parete urbana di case a schiera. Seguiremo il processo di trasformazione della stessa casa in edificio per “appartamenti” su un unico livello dando luogo alla casa in linea cambiando faccia alla città. Contestualmente scopriremo come si forma il rapporto tra il linguaggio spontaneo, utilizzato dai primi costruttori e dai capomastri, e quello aulico dell’architettura dei palazzi cardinalizi e nobiliari . Scopriremo il significato dell’ordinamento del palazzo ed infine vedremo come si sviluppa tale linguaggio nel “racconto” degli edifici speciali: chiese, basiliche, Campidoglio etc. che impongono la misura della città.
Mediante il confronto con le rappresentazioni grafiche degli spazi urbani più significativi attuate dai vedutisti più noti si illustreranno, per esempi, i processi di trasformazione e accrescimento della città .
Vedremo il deteriorarsi dei significati e dei valori del linguaggio architettonico nel tempo e i primi esempi della dissoluzione dell’unità urbana.
2. IL PROCESSO DI FORMAZIONE DELLA CITTA’
Prima fase : La seconda Roma e la dissoluzione dell’Europa unitaria
Umanesimo. Questo orientamento del pensiero, nato a Firenze, trova a Roma la sua dimensione universale che si esprimerà nel Rinascimento. Leon Battista Alberti riscopre Vitruvio e l’uomo al centro dell’universo . Si scopre la prospettiva.
Nicolo V° , nella metà del quattrocento con appena 40.000 abitanti, realizza il luogo dove cielo e terra comunicano “con la grandiosità degli edifici … monumenti in qualche guisa perpetui, testimonianze che sembrino opera dello stesso Dio”. Roma come specimen divinae gloriae (Giannozzo Manetti). Pal.zo Venezia e Pal.zo della Cancecelleria.
Rinascimento. Nel mito rinnovato della Città ecumenica, si ha a Roma la discesa di grandi ingegni, quasi dei semidei. Il pensiero rinascimentale elabora la mathesis universalis e tramite l’arte misura, intuitivamente, l’universo, realizza la città dei principi e dei cardinali con le loro regge urbane. CULTURA PER MUOVERE L’ARTE
Le casate nobiliari, gli artisti, i banchieri, danno vita alla città cosmopolita capitale spirituale di una Europa che pensa e dialoga in latino. L’arte esprime nella scuola di Atene di Raffaello il punto più alto della centralità dell’uomo rispetto all’universo.
Nel 1517 scoppia la Riforma, e si dissolve l’unità spirituale europea. il Sacco di Roma (1527), durante i nove mesi dell’occupazione, vede i lanzichenecchi luterani profanare chiese, distruggere opere d’arte, uccidere quasi metà della popolazione fino a ridurla ai 30.000 abitanti del tempo di Martino V.
Insieme alla città anche la concezione dell’uomo al centro dell’universo entra in crisi e con essa l’arte che, per non perdere l’acquisita capacità di costruire il mondo conquistata dal Rinascimento, ne codifica nella trattatistica il “modus operandi”. Si ha il Manierismo. L’ultimo genio, Michelangelo, esprime questo senso di crisi nel Giudizio Universale della Sistina (1536-1541).
Seconda fase: Lo splendore barocco
Per reagire alla Riforma, dalla desolazione lasciata dal Sacco di Roma riparte la edificazione della città.
Si raggiunge la forma urbana, la piena maturità dell’immagine della città universale ecumenica che viene realizzata da una popolazione di 100.000 abitanti (1600). Il piano sistino e la città organizzata per “poli” urbani. La scena urbana ed il “decoro” della città .L’evoluzione del linguaggio barocco si manifesta nella plasticità dinamica dell’architettura che cambia la percezione della città , ed introduce una nuova scala di lettura del rapporto fra l’organismo urbano e le parti che lo costituiscono.
Negli anni successivi e fino alla fine ‘600 si raggiungono i 130.-150.000 abitanti . Agli albori del XIX sec. la popolazione raggiunge i 170.000 abitanti (1799). Nonostante la perdita del Centro e la rigida chiusura della Controriforma ad una nuova “imago mundi”, l’arte, nelle sue diverse manifestazioni, raggiunge i più alti livelli di eccellenza. Bernini, Borromini, Pietro Da Cortona, C. Maderno, F. Fuga, A. Galilei, N. Salvi , F. Raguzzini etc. in architettura; Carvaggio, seguaci di A. Carracci, Domenichino, Poussin, A.Pozzo, il Baciccia et: in pittura;L Bernini, A. Algardi, Raggi, Stefano Maderno etc. in scultura.
3. IL PROCESSO DI MUTAZIONE : LA MODERNITA’ Prima fase: a) Roma Capitale.
La città borghese: la terza Roma – Arte, architettura , urbanistica dal 1871 al 1920. La belle epoque
Seconda fase : La Roma dell’era fascista e il modernismo del dopoguerra
L’uomo nuovo. Il Foro Mussolini, i nuovi spazi urbani, la Garbatella , l’E42 etc.
L’espansione amebica e l’aumento della popolazione. Le olimpiadi del 1960, i quartieri 167, l’Auditorium, l’Ara Pacis etc. etc.
4. IL PROBLEMA CARDINE DELLA CULTURA EUROPEA
“Che ne è dell’abitare nella nostra epoca preoccupante…” ( Martin Heidegger)
Come rispondere all’interrogativo di M. Heidegger alla luce della città dei mutanti che assedia la città degli uomini?