Moffa: per Unimpresa siamo nel pieno della deriva

18 Maggio 2014

Fonte: Secolo d’Italia on line

Silvano Moffa

 

 

 

 

 

 

Per Unimpresa la corruzione ha “mangiato” 10 miliardi di euro l’anno di Pil. Cifre da capogiro che fanno discutere

 

 

 

 

 

 Fioccano gli scandali nel nostro Paese e, puntuali, arrivano gli studi sui costi della corruzione. L’ultimo, in ordine di tempo, lo fornisce Unimpresa. Si tratta di numeri da capogiro. Cifre enormi che fanno tremare i polsi. In Italia, tra il 2001 e il 2011, la corruzione ha “mangiato” 10 miliardi di euro l’anno di prodotto interno lordo per complessivi 100 miliardi in dieci anni. In termini pratici, questo ha causato una contrazione del 16 % degli investimenti esteri e un aumento del 20% del costo complessivo degli appalti. Rispetto alle aziende che operano in un’area di legalità, quelle che si debbono districare in un ambiente corrotto crescono in media del 25% in meno. Chi soffre di più di queste condizioni sfavorevoli sono soprattutto le piccole e medie imprese . Rispetto alle grandi, le vendite dei loro prodotti sono penalizzate del 40%. E’ interessante notare come Unimpresa arrivi a fissare simili percentuali. Lo studio si basa sul presupposto che il costo della corruzione nell’Unione europea raggiunge 120 miliardi di euro l’anno, pari all’1% del Pil della Ue. Anche se non è facile calcolare i costi economici complessivi del fenomeno, facendo una sintesi tra diverse fonti internazionali, si arriva a indicare in un 5% complessivo il suo livello mondiale. Stando a queste comparazioni, nel mondo si pagano più di mille miliardi di dollari di tangenti e si spreca circa il 3% del Pil a causa della corruzione. Insomma, con logica tutta deduttiva si arriva alle cifre che ci riguardano più da vicino. Non vorremmo passare per puntigliosi, ma un simile metodo rischia di ingenerare non poche perplessità. Intendiamoci, la corruzione è talmente pervasiva e diffusa che va combattuta con ogni mezzo e sotto ogni latitudine. Ma la sua misurazione , purtroppo, non riesce ancora a basarsi su elementi scientifici di comprovata certezza e su standard inattaccabili. Ricordate le polemiche di qualche mese fa scaturite da una relazione della Corte dei Conti che fissava in 60 miliardi il costo della corruzione nel nostro Paese?. Sessanta miliardi: la metà esatta del dato stimato in Europa. Dovette intervenire persino il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon , per confermare “l’infondatezza della fantasiosa stima”. Tutto era scaturito da un ragionamento deduttivo legato ad un rapporto del 2004 della Banca Mondiale in cui si teorizzava che la corruzione del mondo fosse stimabile in mille miliardi di dollari. Considerato il Pil globale dell’epoca, la corruzione superava il 3% del Pil mondiale. Senza nulla togliere allo studio di Unimpresa che ricalca, grosso modo, quelle impostazioni ritenute fin troppo azzardate, si ripropone con forza il tema della misurazione. Non a caso nel primo rapporto della Saet, il Servizio anticorruzione e trasparenza, si sconsiglia di dar credito a cifre inventate. Il guaio vero è che, mancando una dimensione esatta del fenomeno, combatterlo rischia di essere molto più complicato.