Pavia, ammalata di MCS ha vinto la sua prima battaglia contro l’INPS. E il parlamento continua a dormire

23 Settembre 2014

Fonti: QN, Il Giorno

Manuela Marziani

 

 

 

 

 

Pavia

 

Malata di “Sensibilità chimica multipla”, bancaria cancella il no dell’Inps e ottiene l’invalidità

 

Gianna Scrivani, bancaria di Montebello, è la prima lombarda a farsi riconoscere dall’Inps l’inabilità al lavoro per “Sensibilità chimica multipla. – La bancaria pavese Gianna Scrivani, malata di una rara sindrome (Torres)

 

 

 

 

 

Montebello, 24 luglio 2014 – Un primo obiettivo lo ha raggiunto, unico caso in Lombardia, è riuscita a farsi riconoscere dell’Inps l’inabilità al lavoro. Adesso, insieme a un gruppo di persone affette come lei da una malattia rara, la “Sensibilità chimica multipla” (Scm) vuole ottenere un centro di cura. È molto combattiva Gianna Scrivani, 50enne che vive a Montebello in una cascina di 300 metri quadri dove può occupare solo una stanza arredata con mobili in vetro e acciaio, gli unici non trattati con prodotti chimici. Perché è la chimica la sua nemica e quando entra in contatto con qualunque sostanza trattata chimicamente, sviluppa gravi crisi respiratorie. «I muscoli della respirazione si bloccano — racconta — Ormai ho imparato a riconoscere i sintomi, avverto come una sensazione di confusione in testa, una sorta di attacco di panico».
Le capita quando incontra una persona con il gel nei capelli, ma anche se realizzano le strisce della mezzeria ad alcuni chilometri di distanza o se tocca dei fogli di carta. E come funzionaria di banca toccava numerosi fogli, oltre ad avere a che fare con prodotti come itoner delle fotocopiatrici o i rivestimenti degli arredi. «È una malattia che sembra essere legata allo stress —- sottolinea Vincenzo Saporito del sindacato autonomo dei bancari Fabi — ed è difficile da diagnosticare, ma è una patologia importante». «Noi non possiamo fare nessun lavoro — prosegue Gianna Scrivani — e fatichiamo anche ad alimentarci. Dobbiamo assumere una quantità di integratori per sopperire alle carenze alimentari. Se poi ci ammaliamo, rischiamo di morire per un banalissimo ascesso a un dente, non potendo prendere antibiotici e non potendo neppure entrare in un ospedale».
E poi ci sono anche problemi economici. «Io sono senza stipendio da gennaio — aggiunge la funzionaria — Ora la pensione ottenuta grazie al sindacato Fabi e al patronato Epaca-Coldiretti, mi sembra già una conquista. Però bisogna guardare avanti, dobbiamo avere un centro di cura». «In prima battuta L’Inps non aveva riconosciuto l’estremo grado di gravità di questa patologia, e non aveva concesso l’inabilità alla signora Scrivani — spiega Gianni Mario Stoppini, responsabile Epaca Pavia — Abbiamo fatto ricorso e vinto questa battaglia». Solo la prima.