29 Settembre 2014
Fonte: youcanprint
No insegnare, non valutare, addomesticare. Ovvero, la Scuola alla berlina
Un’impietosa, asettica cronistoria dei parossismi dell’Istituzione Scuola nella quotidianità della vita vissuta di un professore. Una categoria di professionisti centrale nella vita i un popolo e di un Stato declassata al ruolo di pseudo filantropi, di imbonitori e di faccendieri delle più disparate e schizofreniche psicopedagogie che hanno vietato e vietano la crescita culturale e critica ma anche tecnica degli alunni e degli studenti.
Schizofreniche psicopedagogie che coltivano l’analfabetizzazione scolastica obbligatoria – di andata, di permanenza, di ritorno … – secondo il più vieto e vuoto giustificazionismo ideologico: garantire la libertà d’espressione e la libertà del fare all’alunno. Nel più completo sbaraglio educativo e nella imposizione dell’idea di scuola intesa come luogo di mero svago e di ininterrotta ricreazione, di chiassoso refettorio, di recupero affettivo e sociale comunque e in ogni caso, di ludo pomeridiano, di amicale paritaria affezione con i docenti da chiamare con il tu e per nome, con i quali avere anche quotidiane frequentazioni transgenerazionali. Un luogo, il luogo del disprezzo esercitato dalla violenza di un sistema politico-sindacale-industrale che ha portato alla rovina il Paese. Un luogo in cui relegare i “parassiti” del lavoro, luogo spesso diventato diseducativo per eccellenza. Con tanti, oramai, “parassiti” forzati diventati consenzienti esecutori. Nel collasso sociale e culturale più generale.
Una godibile, lineare, immediata “cronaca” dei fatti e dei misfatti destinata alla più vasta platea possibile di lettori: studenti e politici, genitori e umoristi, registi e sindacalisti, professori veri e professori taroccati. Anche quando il lettore non si troverà d’accordo con le idee dell’autore, su questo o su quell’aspetto, come non concordare con lui sulla sfascio dell’Istituzione operato con criminale lucidità non solo dai politicanti ma anche dai confederali e da Confindustria durante un lungo, interminabile cinquantennio? Dalla seconda metà di ottobre, l’autore fornirà la lettura gratuita dell’e-book. Solo per fare ridere a crepapelle molte più persone? Certo che no. – Domenico Cambareri
La Scuola a Caporetto
L’autore, docente di Lettere nelle Superiori, racconta la Scuola come realmente è: senza scendere al alcun compromesso. Lo strumento utilizzato sono le “note di diario” corredate dalla relativa data. Ogni singolo evento diviene così un emblema della condizione in cui versa l’istituzione.
Il libro si articola in cinque capitoli: dirigenti scolastici, professori, alunni, esami di stato, proposte di riforma.
Accanto agli attori vengono presi in esami i meccanismi di governo della Scuola: Consigli di Classe, Dipartimenti, Collegi dei Docenti, Scrutini, Orientamento, Esami, Autonomia, che nelle parole del professore diventano pure virtualità incapaci di garantire la qualità del prodotto finale e l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. La Scuola narrata da un’angolazione politicamente “scorretta”.
youcanprint
Autore: Nicola D’Adamo,
Titolo: La scuola a Caporetto
ISBN 9788891156082
pp. 178, prezzo € 10,00
Un’impietosa, asettica cronistoria dei parossismi dell’Istituzione Scuola nella quotidianità della vita vissuta di un professore. Una categoria di professionisti centrale nella vita i un popolo e di un Stato declassata al ruolo di pseudo filantropi, di imbonitori e di faccendieri delle più disparate e schizofreniche psicopedagogie che hanno vietato e vietano la crescita culturale e critica ma anche tecnica degli alunni e degli studenti. Schizofreniche psicopedagogie che coltivano l’analfabetizzazione scolastica obbligatoria – di andata, di permanenza, di ritorno … – secondo il più vieto e vuoto giustificazionismo ideologico: garantire la libertà d’espressione e la libertà del fare all’alunno. Nel più completo sbaraglio educativo e nella imposizione dell’idea di scuola intesa come luogo di mero svago e di ininterrotta ricreazione, di refettorio, di recupero affettivo e sociale, di ludo pomeridiano, di amicale paritaria affezione con i docenti da chiamare con il tu e per nome. Un luogo, il luogo del disprezzo esercitato dalla violenza di un sistema politico-sindacale-industrale che ha portato alla rovina il Paese. Un luogo in cui relegare i “parassiti” del lavoro, luogo spesso diventato diseducativo per eccellenza. Con tanti, oramai, “parassiti” forzati diventati consenzienti esecutori. Nel collasso sociale e culturale più generale. – Domenico Cambareri
Una godibile, lineare, immediata “cronaca” dei fatti e dei misfatti destinata alla più vasta platea possibile di lettori: studenti e politici, genitori e umoristi, registi e sindacalisti, professori veri e professori taroccati. Anche quando il lettore non si troverà d’accordo con le idee dell’autore, su questo o su quell’aspetto, come non oncordare con lui sulla sfascio dell’Istituzione operato con criminale lucidità non solo dai politicanti ma anche dai confederali e dalla confindistria
L’autore, docente di Lettere nelle Superiori, racconta la Scuola come realmente è: senza scendere al alcun compromesso. Lo strumento utilizzato sono le “note di diario” corredate dalla relativa data. Ogni singolo evento diviene così un emblema della condizione in cui versa l’istituzione. Il libro si articola in cinque capitoli: dirigenti scolastici, professori, alunni, esami di stato, proposte di riforma. Accanto agli attori vengono presi in esami i meccanismi di governo della Scuola: Consigli di Classe, Dipartimenti, Collegi dei Docenti, Scrutini, Orientamento, Esami, Autonomia, che nelle parole del professore diventano pure virtualità incapaci di garantire la qualità del prodotto finale e l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. La Scuola narrata da un’angolazione politicamente “scorretta”.
Nicola D’Adamo,
La scuola a Caporetto
ISBN 9788891156082
pp. 178, prezzo € 10,00
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