Foibe. Il giorno della memoria. Il giorno dopo per vedere cosa? La storia falsificata da bari, spergiuri e infami a 360°?

11 Febbraio 2015

Domenico Cambareri

 

 

Di foiba in foiba. Da un crimine all’altro. Le foibe sono solo l’inizio del disseppellimento.

Della criminale storia anti italiana. Di una storia tutta partigiana rosso-sangue & accoliti

esuli images

E’ cosa non tanto curiosa quanto doverosa chiedere quanto vi sia ancora di sottaciuto e di nascosto, giacché con la legge che istituisce il giorno del ricordo si ufficializza soltanto la data della commemorazione di un enorme crimine pianificato e attuato a danno degli italiani in terra italiana nei modi più atroci. Ma non si fa luce sul perché ciò è stato vietato con la violenza del potere: vietare di farlo conoscere perché mai . Ma non si fa neppure luce su quanto ebbero a patire gli esuli italiani nella terra della Madre, quanti odi insulti e menzogne ebbero a patire per così lunghi anni ancora.
Tutto questo e tutto il resto non si cancella e non si dovrà cancellare. Anzi! Siamo ancor all’inizio.
Non si tratta di rivalsa, di vendetta peraltro impossibile quanto soprattutto impensabile e indesiderabile, ma di recuperare entro la dimensione veritativa dei fatti accaduti, di recuperare tutto ciò in modo saldo in un  così tanto auspicato e atteso momento  entro la dimensione della fetta di storia appena appena ricostruita;  e del recuperare l’ancora più ampia, profonda storia che è tutta da scrivere. Su fatti e su fatti e sul prima e sul dopo. Fatti che sono quasi sempre disonorevoli se non veri e propri misfatti.
Crimine perpetrato di cu vi era da sempre assoluta conoscenza assoluta certezza, salvo le reali dimensioni ancora oggi non del tutto definite, che pur tuttavia veniva negato con la violenza del potere politico e delle istituzioni: violenza esercitata non solo da chi era al governo ma anche e soprattutto da chi in parlamento, nelle università e nelle scuole, nelle fabbriche e nelle piazze imponeva il gioco dell’aperto ricatto e della minaccia: il PCI.
Violenza che si è dispiegata ininterrottamente nella storia del secondo dopoguerra imponendo una sistematica, indefessa, scellerata opera di falsificazione e di rimozione della memoria.
Questa opera di sradicamento dei fatti storici e di spavaldo e violento attacco ai legittimi diritti nazionali, alla legittima custodia nazionale dei fatti degli uomini dei luoghi, alla legittima difesa degli interessi nazionali, degli interessi nazionali di tutti gli italiani di ieri di oggi e di domani, nel più servile e vigliacco attacco al dettato costituzionale è stata perpetrata in modo implacabile dalla partitocrazia imperante ed ha conseguito il suggello del tradimento conclusivo nel 1975, cioè ben 32 anni dopo l’inizio dei massacri degli italiani delle terre istriano-giuliano-dalmate, ad Osimo. Tradimento di Osimo che è e sarà reso carta straccia.

confine norroientale - foibe e profughi  images

Nessun atto giustificatorio è e sarà possibile accampare a pro di una così codarda, traditrice, criminale classe politica e di una non minore abietta classe di storici, giornalisti e intellettuali: a coronamento dei loro nefasti fasti al soldo dell’antifascismo militante esse hanno ceduto la sovranità di terra italiana, la restante porzione di terra italiana del confine orientale all’occupante titino che da decenni la “amministrava” in via transitoria. Occupante titino che in essa aveva compiuto lo scempio dei massacri di cui ottimamente sapevano.
Oltre alla più cieca e totale violenza di “Stato” e innanzitutto partitocratica, è stata consumata anche la più cieca imprevidenza geopolitica ed economica a pro di un’entità artificiale non duratura quale si sapeva essere la “Jugoslavia” federata da Tito e dai vincitori. Chi mai può intravvedere in queste parole qualche fantasma sciovinistico?
Chi, quanti invece dovrebbero tremare al leggerle, nel capire come le loro vigliaccate non potranno essere tenute più a lungo nascoste e ingiudicate?
Come, perché hanno fatto parte del comune consorzio del delirio antifascista creato solo per svilire e derubare l’Italia sconfitta, loro, gli sconfitti biennio rosso che gettavano gli uomini in divisa negli altiforni o li ammazzavano in agguati, loro, gli assassini del giovane Berta “figlio de’ pescecani” gli assassinii inveterati e mai pentiti? E loro, i blateranti bastonatori di una bolsa borghesia riformista o conservatrice, tutta quanta disarmata davanti al prorompere delle sanguinose passioni rivoluzionarie loro che pensava di utilizzare le camicie nere per il lavoro sporco e poi torgliersele di torno?

 

Sull’italianità delle terre orientali a noi strappate, quanta di questa gente ha mai ricordato il filo quasi trimillenario di veneti, illiri, iapigi, la continuità culturale durante l’impero romano e poi durante il medio evo e l’egemonia veneziana? Quanta di questa gente ha informato sulle operazioni di alterazione etnico linguistica messe in atto dall’impero asburgico a danno degli italiani, per contrastare la loro progressiva avversione, trasferendo dapprima sacerdoti e poi comunità slave lungo la costa?
Perché mai questa gente ha ridotto – falsificando anche qui in toto le cose – le stragi titine a mere reazioni alle “stragi” italiane o “fasciste”? Perché non ha raccontato le cose per come davvero andarono se le conoscono? Perché non raccontano della ferocia senza limiti delle lotte tra serbi e croati, e non solo? Perché non raccontano cosa facevano ai soldati italiani i partigiani comunisti già prima che il nostro esercito adeguasse la risposta?
E’ tutta una storia che deve ancora essere scritta, questa. Di essa non esiste ancora nulla.

BIMBA GIULIANA ESULE

Sappiamo soltanto che i democristiani, i liberali, i monarchici, i socialdemocratici, i repubblicani (non tutti, e con delle differenziazioni al loro interno pure importanti) soggiacquero al sistematico ricatto comunista, ricatto che li ricompattava nella truce sceneggiata del CLN e del CLNAI, in cui essi hanno sin dall’inizio rivestito il ruolo esclusivo di complici – succubi dell’egemonia antifascista filosovietica di Togliatti & esaltati stalinisti.

RAGAZZI  ISTRIANO GIULIANODALMATI ESULI

… ragazzi e bambini …  la via dell’esilio …  nella più aperta connivenza dei partitocrati resistenzialisti … che ci hanno disossato spacciandosi per rappresentanti democratici … perfetta macchina  bolscevica e stalinista …
E ancora e soprattutto, per il livello di più elevata complicità para-ideologica, i socialisti non solo del già fascistissimo e fraterno camerata di Mussolini, Pietro Nenni, e gli azionisti – il fior fiore dell’intellighenzia antifascista scomparso per volontà del corpo elettorale sin dalle prime battute elettorali indette dalla rinata partitocrazia antifascista.
Tutti costoro dunque soggiacquero, ma con un soggiacere non rimasto … passivo sebbene diventato attivo cooperante dei comunisti nell’imporre il silenzio.
Questa è la gente che ci ha governato per decenni, nella rinata Italia “democratica” da loro disossata fino all’inverosimile. Nell’orgia delirante del “democratico” potere antifascista. E che ci ha portato dove ci ha portato.
A proposito del partigiano morto e commemorato nei giorni scorsi a Roma. Visto che nacque a Venezia e operò come partigiano (non come patriota: la distinzione semantica di queste due parole è rimasta fondamentale ed è stata marcata con forza a perpetua memoria da loro stessi) in quelle terre, cosa mai ebbe a dire e a scrivere su tutte queste tragiche vicende? Cosa mai ebbe a dire, a scrivere sulla dolorosissima e tristissima pagina nera della storia di quei veneziani che sbattevano la porta in faccia agli affamati ed esausti esuli istriano-giuliano-dalmati? Di quei veneziani che cacciavano gente senza nulla, gente che chiedeva solo qualche misero aiuto? Cosa innanzitutto fece lui in prima persona allora e dopo? Siamo proprio desiderosi di conoscere quanto scrisse e come operò in merito a queste vicende. E inoltre: come agì da partigiano e poi da uomo dell’informazione pubblica a proposito del tantissimi crimini commessi dai partigiani comunisti nei modi più efferati contro cittadini inermi e contro fascisti o parenti di fascisti durante la guerra civile e dopo la fine del conflitto? Cosa fece sapere intorno al triangolo di San Possidonio? E alla volante rossa? Come si prodigò per divulgare e fare conoscere queste verità?
Sono queste domande lecite da porre, domande anzi massimamente doverose o no?
E inoltre, quei parlamentari che hanno votato la legge del ricordo e che per anni erano stati protagonisti delle vicende politiche nazionali, ad iniziare da quelli comunisti, cosa hanno da dire doverosamente agli italiani sui crimini titini e sulla collaborazione diretta di  partigiani italiani e sui tantissimi crimini dei partigiani italiani?
E come giustificano il loro silenzio, la loro connivenza? E perché per così tanti lunghissimi anni?
A pro dei falsi allori per gli artefici degli agguati e degli assassinii compiuti da irregolari che miravano solo a imporre ai tedeschi e ai soldati della RSI le rappresaglie?
A pro di coloro che imponevano a tutti i costi le rappresaglie? Gratuito terrorismo irrilevante per le finalità belliche di cui gli alleati certo non avevano particolare bisogno? Gratuito terrorismo che però creava le condizioni dell’esercizio ininterrotto dell’egemonia politica nel movimento di “resistenza”, strettamente partitico, da parte del PCI per fini di politica interna?
Quale e quanto ferreo silenzio è stato in particolare imposto all’interno del PCI? Questa disciplina di partito in che modo ha colpito potenziali o effettivi e ancora sconosciuti dissensi, per quanto larvali? Furono davvero tutti esaltati fanatici?
Si sa solo del dissenso di due deputati che non volevano un PCI totalmente asservito a Stalin? E in che modo la disciplina togliattiano-stalinista ha messo in riga negli anni 50 – 60 storici, cattedratici d’università e di licei, giornalisti? Si è sempre trattato di volontaria adesione?
 
Cosa mai hanno fatto e detto in tanti lunghi anni di vita pubblica in concreto verso le vittime delle foibe coloro che oggi siedono sui massimi scranni repubblicani? Il nuovo presidente della Repubblica e presidenti di camera e senato? Cosa ha fatto soprattutto il primo nel corso della sua lunga vita di parlamentare? Le cerimonie a cui hanno partecipato e parteciperanno ancora rappresentano una presenza che è solo per mera facciata istituzionale, o si mordono le labbra per la rabbia di stare lì?
Cosa intenderanno fare per rendere note vicende e persone vittime degli altri atti criminali compiuti non più da titini ma da partigiani italiani e da soldati americani e francesi?
Non sentono ancora la necessità di adempiere un dovere morale, storico e civile verso tutti gli italiani che il regime partitocratico a cui appartengono ha sinora deriso? Adempiere all’obbligo di andare di luogo in luogo in cui questi assassinii e questi massacri sono stati consumati? Di borgo in borgo, di vallata in vallata, di cimitero in cimitero?

giuseppina gherzi  untitled

… e gli altri, tanti, tantissimi crimini partigiani … quei partigiani gente per bene … anzi … molto … molto … per bene …

GIUSEPPINA GHERZI viene condotta alla fucilazione

SE QUESTO FATTO NON E’ UN FALSO STORICO,

MATTARELLA GRASSO E BOLDRINI INGINOCCHIATEVI !

E’ VOSTRO DOVERE!

SIA COME CITTADINI ITALIANI SIA COME ESPONENTI POLITICI SIA PER LE CARICHE CHE RICOPRITE !

E’ PIU’ CHE GIUNTA L’ORA DI DIRE BASTA ALLE FARNETICAZIONI “RESISTENZIALISTE” !

GLI ITALIANI SI DEVONO RIAPPROPRIARE DELLA LORO STORIA, OLTRE OGNI FALSIFICAZIONE !

Sia la cittadina presidente della camera, già funzionaria Onu lautamente retribuita, sia i due siciliani – siciliani come che scrive, che sanno benissimo cosa abbia significato la mafia in Sicilia e in Italia nell’accoppiata insuperabile con la partitocrazia e nel loro non commendevole servizio pro-USA – che rivestono le cariche di presidente del Senato e di presidente della Repubblica, non ritengono che il tempo di voltare pagina sia già arrivato da molto tempo?
Non ritengono Mattarella, Grasso e Boldrini di dovere iniziare proprio da Roma questo indifferibile giro della richiesta di pentimento e di perdono? Iniziare da via Rasella?
Non sentono il dovere di inginocchiarsi come esponenti di questa degenerata partitocrazia, come singoli cittadini e come massimi rappresentanti della Repubblica diuturnamente vilipesa e tradita dalla mafia “antifascista”, della Repubblica sequestrata fin sul nascere dai partiti e tenuta in ostaggio con coltelli alla gola e alla schiena? Di inginocchiarsi davanti alle tantissime povere vittime innocenti, soprattutto quelle più giovani, e dei loro parenti viventi? Non sentono il dovere di inginocchiarsi davanti ai parenti degli avversari uccisi in modo bieco? Non sentono ancora di dovere affermare a chiare lettere che la Repubblica vuole garantire finalmente la continuità dello Stato e delle istituzioni nei modi più commendevoli e spazzare via tutto quanto di tralignante finora lo ha impedito?
Non ritengono che i fasti di bande “poi” militarizzate (!) abbia costituito il più cruento attacco ai trattati internazionali di guerra? Non ritengono che dopo oltre settant’anni e senza più alcuna vigenza di clausole dei trattati imposte dai vincitori la verità debba essere finalmente detta e scritta? Che debba essere posto in disarmo questo apparato di corbellerie inverosimili, salvo quel poco che in esso è da trascegliere con giudizio e con onestà?
Quale opera di estesa e generale purificazione morale, politica e culturale, di riappropriazione di un’identità storica senza scellerate fratture e non di epurazione aspetta la povera Italia per potere davvero avviarsi verso una rinascita civile? Quanto ancora si dovrà attendere per rivoluzionare il rapporto tra istituzioni e popolo, abbattere la partitocrazia, ridare fiato alle trombe e al cantar di quelle che furono le reali vicissitudini storiche?
Bisognerà insegnare ai bambini delle scuole elementari che nell’odiato ventennio fascista perfino gli antifascisti esiliati sulle isole con diete a base di pesce, che il cittadino qualunque si sognava di potere avere, erano garantiti dallo Stato di diritto ed erano forniti di apposita carta dei diritti? Ma tutto questo con le vicende terribili occorse a tanti connazionali nei duri anni della guerra civile e della doppia occupazione, e poi ancora dopo in un calvario senza fine e senza speranza cosa ha a che vedere? E perché mai l’imposizione di una così ininterrotta opera di falsificazione storica? Questa ininterrotta opera di avvelenamento delle coscienze individuali e della coscienza nazionale che fa semplicemente rabbrividire?

Mattarella e Boldrini

I figli della guerra e del dopoguerra … cosa sapranno fare? Continueranno a farci affogare nei miasmi degli odi e delle falsità? Con la grande derisione degli stranieri?

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