22 Marzo 2015
Domenico Cambareri
Fonte: Il FattoQuotidiano.it www.ilfattoquotidiano.it
Stefano Feltri
L’impercettibile limite dell’umorismo e la grande lezione di un nero.
Perché insistere pervicacemente se non ossessivamente su certi aspetti e simboli che vengono così additati alla pubblica derisione e non più utilizzati nel contesto dell’umorismo, sia pure il più trasgressivo?
C’è umorismo (presunto) e umorismo (colpevole). Povera Francia, povera Europa!
E chi ne paga le conseguenza a Parigi è Dieudonné!
Epilogue avec tragicomic verdict au tribunal apologie du crime. A Paris, la maison de la liberté … Non c’è da piangere? Il pleure?
Parola della stupidità arbitraria e arrogante di François Hollande e di Nicolas Sarkozy e delle loro spregiudicate, violente, inconcludenti e tristi disavventure politiche? Viva la grandezza dei matti? Vivante la grandeur de fous?
Non ci sarebbe da aggiungere altro alle parole di quest’articolo di Stefano Feltri. A proposito della pseudo libertà d’espressione e dell’arroganza di poter impunemente offendere ciò che, da noi non condiviso, per altri rappresenta un valore soggettivo religioso quanto simultaneamente e soprattutto una fonte dei loro valori civili. Qui diciamo solo quanto segue. Siamo in presenza di uno strumentale e pervertito uso dei principi dell’illuminismo. Nessun umorismo di questo genere può cercare comodo e sicuro rifugio sotto l’ombrello dell’ironia e del sarcasmo di François-Marie Arouet signore di Voltaire. Li separa un abisso di intenzioni e di motivazioni. Dietro di loro, pare che ci sia il vuoto assoluto di valori civili. Pare che ci sia spesso la più spregiudicata e infrenata volontà di offendere per il piacere di offendere e il più incontenibile e guasto esibizionismo di chi non vuole rispettare limite alcuno all’uso arbitrio dei suoi acidi. Per perseguire non già il mero gusto del suscitare una disinibita e disincantata ilarità del pubblico e per conseguire successo, fama e profitto con questo lavoro, ma per perseguire altri obiettivi estranei alla natura dell’humor, glissati, inconfessati, paludati.
La storia dell’umorismo dell’età contemporanea è sicuramente ricca dei precedenti più vari, scandalosi e meni scandalosi approdati alla ribalta della cronaca per altri motivi, quali la diffamazione e lo scandalismo o presunti tali di natura religiosa, politica, sessuale, etc. Essa non era e non è più quella che correva seri rischi sotto il dispotismo implacabile delle chiese o i governi di monarchie assolutiste e di regimi fortemente autoritari per la presenza di leggi particolarmente restrittive. Essa ai nostri giorni si configura quasi sempre come persistente azione tesa a superare e anzi a non riconoscere nessun limite all’intrinseco e esclusivista diritto alle manifestazioni caricaturali, laddove l’oltraggio di ciò che una volta era considerato pubblico pudore, specie sul piano sessuale, oggi è spesso sostituito da un surrogato antitetico: il feticcio della libertà d’espressione tout court. Su questo piano di cose, ad esempio, riteniamo che Forattini non sia nel giusto quando afferma che “senza umorismo non c’è umanità”. Riteniamo che lui lo sappia bene, tant’è che si salva con l’aggiungere che … per l’umorismo non c’è nessun limite … salvo quello della correttezza ! (intervista a Forattini in ilsussidiario.net) Un malinteso umorismo e una sua voluta e corriva utilizzazione possono costituire un reale e indebito impiego di vetriolo e di esplosivo.
L’armamentario farsesco delle turpitudini espressive e figurative dell’umorismo improprio non ha limiti, per quanto tenda a ripetersi entro degli stereotipi.
Ciò può dunque significare non attirarsi l’odio ma volere scatenare l’odio, obbligare qualcuno a reagire, ad ogni costo. Vignette e battute, certe vignette e certe battute inserite in un finalizzato e mimetizzato contesto extra umoristico, possono scatenare sanguinose risse e battaglie. E morti quasi sempre innocenti.
Non si tratta di fare la diagnosi e il processo alle intenzioni, ma domandare e valutare doverosamente il perché qualcuno vuole provocare a tutti i costi un violento impatto emotivo, esistenziale e civile e un corto circuito di tal fatta con l’insistere pervicacemente se non ossessivamente su certi aspetti e simboli additati così alla pubblica derisione e non più utilizzati nel contesto dell’umorismo, sia pure il più trasgressivo.
Nichilismo umorista che si vuole sovrapporre in arbitraria sospensione all’architrave dei principi delle libertà civili? Perché mai questo sottile filo divisorio viene a volte, come adesso, nascosto?
Non riteniamo che la sensibilità e l’intelligenza politica di François Hollande o del suo predecessore Nicolas Sarkozy possano fornire una convincente risposta, dal momento in cui sfilano per i boulevard di Parigi con a fianco un fanatico arci razzista della tempra di Netanyahu.
Dal momento in cui con la Francafrique allungano le mentalità neoimperialiste, allargando l’arbitrario teatro della violenza dall’Iraq alla Siria alla Libia, a salvaguardia delle loro violente spregiudicatezze politiche e a salvaguardia degli inauditi e garantite crimini sionisti. E su questo e non solo su questo, i presidenti francesi ultimi sono su una pessima linea, quale è quella costituita dai crassi errori e dalle inaccettabili arroganze del traditore De Gaulle e dell’ex maresciallo della gendarmeria di Pétain, poi divenuto onnipotente presidente che dava asilo agli assassini “politici” (nella non meno malcelata, impropria e cinica strumentalizzazione dell’ illuminismo e della “sovranità” di una Nazione della Comunità Europea, oltre che cara amica e alleata) e, nell’orgia del potere, costituiva una “sua” sezione dei servizi all’Eliseo pro comodo suo. Il buon camerata François Mitterand, nel tempo che fu … e nel non augurabile dolore che lo accompagnò nel trapasso.
L’umorismo è davvero il sale della vita, come la filosofia per le élite, le religioni per le masse e non solo, e come la gioia e come la morte per tutti, con il sorriso che lo colora e con le lacrime che a volte lo condiscono e che ce lo fanno assaporare. Esso è un unguento che può produrre un profondo moto liberatorio, catartico e creativo dell’animo, anche nei guaritori nei santi e nei profeti. Ci aiuta ad addolcire le nostre asperità caratteriali e le virulenze reattive del nostro io. Ci aiuta a vivere secondo l’adagio di Confucio: rinnovatevi ad ogni levar del Sole. Proprio per questo, non dovremmo soggiogarlo, adulterarlo, pervertirlo.
Di tutto questo, del sale della vita Hollande si è sicuramente dimenticato. Come se ne dimenticano ogni giorno i sionisti e la risma criminale che si cela dietro Ibrāhīm ʿAwwād Ibrāhīm al-Baghdadi, che lo ha creato. A Washington, a Gedda, a Doha. Certi capi sunniti e certi ideologi della guerra liberal e neocon e il “popolo di Dio” e della sua terra, in Palestina.
Infine, Al-Baghdadi con i suoi accoliti analfabeti dimentica che i suoi crociati (che lui dice di lottare) sarebbero in Europa e in Occidente e in Oriente storicamente i suoi più stretti e strenui, “esclusivisti” o integralisti alleati che dir si voglia … a Roma come altrove … nella lotta ad ogni sano umorismo nell’indefesso esercizio del loro potere fideistico e del mea culpa che distrugge con la violenza solo le presunte colpe degli altri. Ma Allah, Dio, Yahweh o altrimenti che dir si voglia, se esiste è davvero grande e pio. Molto più di lui, dei liberatori- distruttori americani, dei giudei assetati di giustizia divina e di Je suis Charlie e di ogni adoratore escusivista.
Il buon Maometto alquanto fanatico e le stupidità ancor maggiori dei suoi fedeli e dei suoi detrattori