17 Maggio 2015
Fonti: Fondazione Basso, Europeanrights.eu
OSSERVATORIO SUL RISPETTO DEI DIRITTI FONDAMENTALI IN EUROPA
Newsletter n. 50, 15 maggio 2015
Aggiornamento sulla giurisprudenza e sugli atti rilevanti per la protezione dei diritti fondamentali inseriti nel sito www.europeanrights.eu
Quanto agli atti dell’Unione europea abbiamo inserito:
- il Regolamento di procedura del Tribunale del 23.04.2015;
- la Risoluzione del Parlamento europeo del 10.03.2015 sui progressi concernenti la parità tra donne e uomini nell’Unione europea nel 2013;
- la Risoluzione del Parlamento europeo dell’11.03.2015 sull’abuso sessuale dei minori online.
Per il Consiglio d’Europa segnaliamo le seguenti risoluzioni e raccomandazioni:
dell’Assemblea parlamentare:
- la Risoluzione 2054 del 24.04.2015, “Uguaglianza e non discriminazione nell’accesso alla giustizia”;
- la Risoluzione 2050 del 23.04.2015, “La tragedia umana nel Mediterraneo: è necessaria un’azione immediata”;
- la Risoluzione 2048 del 22.04.2015, “La discriminazione nei confronti delle persone transgender”.
Per la Corte di giustizia abbiamo inseritole sentenze:
- 30.04.2015, C-80/14, Union of Shop, Distributive and Allied Workers (USDAW), B. Wilson, sulla nozione di “stabilimento” in materia di licenziamenti collettivi;
- 29.04.2015, C-51/13, Nationale-Nederlanden Levensverzekering Mij NV c. Hubertus Wilhelmus Van Leeuwen, sulla comunicazione di informazioni ai clienti di imprese di assicurazione;
- 29.04.2015, C-528/13, Geoffrey Léger, sull’esclusione permanente dalla donazione di sangue per uomini che abbiano avuto rapporti sessuali con una persona dello stesso sesso, sul divieto di discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale e sulla protezione della salute;
- 28.04.2015, C-456/13 P, T & L Sugars e Sidul Açúcares c. Commissione, sul diritto ad una tutela giurisdizionale effettiva e sulla legittimazione ad agire;
- 23.04.2015, C-38/14, Zaizoune,sulle sanzioni imposte ai cittadini di paesi terzi in caso di soggiorno irregolare nel territorio di uno Stato membro;
- 23.04.2015, C-96/14, Jean-Claude Van Hove, sulla protezione del consumatore e sulla trasparenza delle clausole dei contratti di assicurazione;
- 23.04.2015, C-260/13, Aykul, sul rifiuto di uno Stato membro di riconoscere, ad una persona che abbia guidato sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, la validità di una patente di guida rilasciata da un altro Stato membro;
- 23.04.2015, C-382/13, Franzen e a., sulla previdenza sociale di lavoratori che risiedono nello Stato membro di cui sono cittadini, ma che svolgono un lavoro occasionale in un altro Stato membro;
- 21.04.2015, C-630/13 P, Anbouba c. Consiglio, concernente misure restrittive adottate nei confronti della Repubblica araba siriana;
- 16.04.2015, cause riunite da C-446/12 a C-449/12, W.P. Willems, H.J. Kooistra, M. Roest, L.J.A. van Luijk, sul passaporto biometrico, sul diritto al rispetto della vita privata e sul diritto alla protezione dei dati personali;
- 16.04.2015, C-477/13, Angerer, in materia di accesso alla professione e di riconoscimento di qualifiche professionali;
- 14.04.2015, C-527/13, Lourdes Cachaldora Fernández, sul calcolo della pensione di invalidità permanente totale di un lavoratore a tempo parziale e sul divieto di discriminazione;
- 26.03.2015, C-316/13, Gérard Fenoll, sul diritto alle ferie annuali retribuite e sulla possibilità che tale diritto possa essere invocato da una persona collocata, a causa del suo handicap, in una struttura di accoglienza nella quale vengono offerte anche attività di tipo professionale;
- 26.03.2015, C-556/13, «Litaksa» UAB, sulla differenziazione dell’importo del premio assicurativo in funzione del territorio di circolazione di un autoveicolo e sulla libera circolazione delle persone;
- 19.03.2015, C-266/13, L. Kik, sul regime di sicurezza sociale di un lavoratore, che risiede nello Stato membro di cui è cittadino, ma che esercita un’attività subordinata a bordo di una nave battente bandiera di uno Stato terzo, al di fuori del territorio dell’Unione;
- 19.03.2015, C-510/13, E.ON Földgáz Trade Zrt., sul diritto a una tutela giurisdizionale effettiva contro una decisione di un’autorità di regolamentazione;
- 17.03.2015, C-533/13, Auto- ja Kuljetusalan Työntekijäliitto AKT ry, sulla tutela dei lavoratori e sui divieti o le restrizioni al ricorso al lavoro tramite agenzie di lavoro interinale;
- 11.03.2015, C-628/13, Jean‑Bernard Lafonta, sul diritto di informazione e sulla comunicazione al pubblico di informazioni privilegiate;
- 05.03.2015, C-220/14 P, Ezz e a. c. Consiglio, concernente misure restrittive adottate nei confronti di determinate persone, entità ed organismi in considerazione della situazione politica in Egitto;
- 05.03.2015, cause riunite C-503/13 e C-504/13, AOK Sachsen-Anhalt – Die Gesundheitskasse, Betriebskrankenkasse RWE, sulla tutela della salute e sulla responsabilità per danno da prodotti difettosi;
- 04.03.2015, C-534/13, Fipa Group e a., sulla responsabilità per danni causati all’ambiente;
e le conclusioni dell’Avvocato Generale:
- 26.03.2015, C-67/14, Jobcenter Berlin Neukölln, sul riconoscimento di prestazioni sociali a cittadini dell’Unione che si spostano verso uno Stato membro del quale non hanno la cittadinanza per cercarvi lavoro;
- 19.03.2015, C-153/14, K e A, sul diritto al ricongiungimento familiare di coniugi cittadini di paesi terzi.
Per la Corte europea dei diritti umani segnaliamo le sentenze:
- 30.04.2015, Kapetanios e altri c. Grecia (n. 3453/12, 42941/12 e 9028/13), sulla condanna amministrativa subita dai ricorrenti nonostante l’assoluzione in sede di giudizio penale;
- 30.04.2015, Mitrinovski c. “L’ex-Repubblica jugoslava di Macedonia” (n. 6899/12), sulla mancanza di imparzialità di un organo giudiziario che aveva deciso la revoca di un giudice;
- 23.04.2015, François c. Francia (n. 26690/11), secondo cui era ingiustificato il fermo di un avvocato recatosi alla polizia nell’ambito delle sue attività di difensore di un minore arrestato;
- 23.04.2015, sentenza di Grande Camera, Morice c. Francia (n. 29369/10), secondo cui la condanna dell’avvocato della vedova del giudice Borrel per diffamazione costituiva una violazione del suo diritto alla libertà di espressione;
- 21.04.2015, Junta Rectora Del Ertzainen Nazional Elkartasuna (ER.N.E.) c. Spagna (n. 45892/09), secondo cui un divieto di sciopero imposto a un sindacato di polizia non aveva violato il diritto alla libertà di associazione;
- 21.04.2015, Danis e Association of Ethnic Turks c. Romania (n. 16632/09), secondo cui una modifica tardiva della legislazione elettorale violava il diritto di un’associazione rappresentativa di una minoranza turca di presentarsi alle elezioni;
- 14.04.2015, Contrada c. Italia (No. 3)(n. 66655/13), secondo cui i principi di non retroattività e di prevedibilità della legge penale non sono stati rispettati nel caso in questione perché il concorso esterno in associazione mafiosa non costituiva un reato al momento in cui i fatti erano stati commessi;
- 9.04.2015, Vamvakas c. Grecia (No. 2) (applicazione n. 2870/11), secondo cui la Corte di cassazione non aveva assicurato il rispetto effettivo del diritto alla difesa, non garantendo la presenza di un avvocato di ufficio;
- 9.04.2015, Tchokontio Happi c. Francia(n. 65829/12), sulla mancata esecuzione di una sentenza definitiva che aveva garantito al ricorrente un’abitazione;
- 07.04.2015, Cestaro c. Italia (n. 6884/11), secondo cui la legislazione italiana è inadeguata e priva di effetto dissuasivo per prevenire la reiterazione di possibili violenze di polizia;
- 02.04.2015, Vinci Construction e GTM genio civile e servizi c. Francia (n. 63629/10 e 60567/10), sulla violazione del diritto a un equo processo e al rispetto della vita privata in un caso riguardante ispezioni e sequestri condotti a norma della legislazione sulla concorrenza;
- 31.03.2015, S.C. Uzinexport S.A. c. Romania (n. 43807/06), secondo cui la decisione della Corte di Cassazione era arbitraria e aveva leso il principio di sicurezza dei rapporti giuridici, non essendo giustificato il contrasto con la giurisprudenza precedente;
- 24.03.2015, Zaieţ c. Romania (n. 44958/05), con cui la Corte ha ritenuto ingiustificato l’annullamento di un’adozione disposto trentuno anni dopo la sua omologazione, a causa di una successione;
- 24.03.2015, Gallardo Sanchez c. Italia (n. 11620/07), sulla durata, considerata eccessiva, della detenzione di una persona in attesa di estradizione;
- 24.03.2015, İsmail Sezer c. Turchia (n. 36807/07), sulla libertà di riunione e associazione;
- 19.03.2015, Corbet e altri c. Francia (n. 7494/11, 7493/11 e 7989/11), secondo cui l’utilizzo delle dichiarazioni fatte dal ricorrente dinanzi a una commissione di inchiesta parlamentare non violava il suo diritto alla difesa, mentre la sua detenzione non aveva una base legale perché al momento dei fatti nessuna legge regolamentava la permanenza della detenzione tra la fine della custodia cautelare e la presentazione dinanzi al giudice;
- 12.03.2015, Muršić c. Croazia (n. 7334/13), in tema di sovrappopolazione carceraria: la Corte ha considerato che, malgrado alcuni elementi preoccupanti quanto alla mancanza di spazio, questi erano compensati dalla possibilità dei detenuti di accedere all’esterno e, in particolare, ad attività sportive e sociali;
- 12.03.2015, Lyalyakin c. Russia (n. 31305/09), sul trattamento inumano e degradante subito da un soldato costretto a presentarsi nudo davanti ai suoi commilitoni;
- 12.03.2015, Almeida Leitão Bento Fernandes c. Portogallo (n. 25790/11), sulla libertà di espressione: la Corte ha ritenuto che la condanna per diffamazione dell’autore di un romanzo, che riportava drammi familiari privati, non costituiva una violazione della Convenzione;
- 10.03.2015, Varga e altri c. Ungheria (n. 14097/12, 45135/12, 73712/12, 34001/13, 44055/13 e 64586/13), secondo cui lo Stato è tenuto a prendere delle misure per far fronte al problema sistemico della sovrappopolazione carceraria;
- 10.03.2015, Behçet Taş c. Turchia (n. 48888/09), con cui la Corte condanna per la durata eccessiva del procedimento in un caso di risarcimento per i danni arrecati dall’esplosione di una mina anti-uomo, pronunciata nonostante l’avvenuta l’introduzione di una via di ricorso in diritto interno;
- 10.03.2015, Y.Y. c. Turchia (n. 14793/08), sulla violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare in un caso in cui l’autorizzazione ad accedere ad una operazione di cambiamento di sesso è stata subordinata all’accertamento della capacità di procreare della persona transessuale;
e le decisioni:
- 16.04.2015, Decisione di inammissibilità, Smaltini c. Italia (n. 43961/09), nel caso di un ricorrente che imputava la leucemia alle emissioni inquinanti di una fabbrica vicina alla sua abitazione, perché il nesso di causalità tra le emissioni e la leucemia non era provato;
- 08.04.2015, due cancellazioni dal ruolo dei casi di grande Camera, M.E. c. Svezia e W.H. c. Svezia (n. 71398/12 et 49341/10), risolti a livello interno, riguardanti due richiedenti asilo minacciati di essere espulsi;
- 19.03.2015, cancellazione dal ruolo, S.J. c. Belgio (n. 70055/10), a seguito della definizione amichevole intercorsa tra il Governo belga e la ricorrente, malata di AIDS e minacciata di espulsione.
In ambito extraeuropeo abbiamo inserito:
- la sentenza dell’United States Court of Appeals for the Second Circuit del 07.05.2015, che ha ribaltato la decisione dell’United States Ditrict Court Southern District of New York del 27.12.2013, sostenendo che l’attività di raccolta massiva di metadati telefonici posta in essere dalla National Security Agency (NSA) ha oltrepassato i limiti legali previsti dalla Sezione 215 del Patriot Act;
- la sentenza dell’High Court of South Africa del 30.04.2015, che, pur restringendo l’efficacia della pronuncia alla risoluzione del caso concreto, ha stabilito che le disposizioni che criminalizzano e proibiscono in maniera assoluta il suicidio medico assistito limitano in maniera ingiustificabile il diritto alla dignità umana e all’integrità fisica e psicologica, in contrasto con il Bill of Rights sudafricano;
- la sentenza dell’Appeals Chamber del Tribunale Penale Internazionale per l’ex Jugoslavia del 08.04.2015, causa Prosecutor v. Zdravko Tolimir, che ha confermato la sentenza di condanna all’ergastolo emessa in primo grado nei confronti dell’imputato per i crimini commessi nel 1995 nelle “zone protette” di Srebrenica e Žepa;
- la sentenza dell’Appeals Chamber della Corte Penale Internazionale del 07.04.2015, causa The Prosecutor v. Mathieu Ngudjolo Chui, che ha confermato la sentenza di assoluzione emessa dalla Trial Chamber II il 18.12.2012 nei confronti dell’imputato, ex leader del Front des nationalistes et intégrationnistes, per crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi il 24 febbraio 2003 nel corso dell’attacco al villaggio di Bogoro (Congo);
- la sentenza della Supreme Court of India del 24.03.2015, che ha sancito l’illegittimità costituzionale, per violazione del diritto alla libertà di parola e di espressione, della Sezione 66-A dell’Information Technology Act del 2000, che puniva con la pena detentiva la diffusione di messaggi offensivi attraverso internet o altri strumenti di comunicazione;
- la sentenza dell’United States District Court for the Western District of Wisconsin del 20.03.2015, che ha sancito l’illegittimità costituzionale della Sezione 1 del 2013 del Wisconsin Act 37 poiché emanata al solo scopo di limitare il ricorso all’aborto all’interno dello Stato;
- l’ordinanza dell’United States District Court for the District of Nebraska del 02.03.2015, che ha definito incostituzionale il divieto posto dalla Sezione 29 della costituzione dello Stato del Nebraska al matrimonio tra persone dello stesso sesso. Con ordinanza del 05.03.2015, l’United States Court of Appeals for the Eighth Circuit ha bloccato l’esecutività della decisione della corte del Nebraska in attesa di una pronuncia della stessa corte d’appello nel merito.
Per quanto riguarda le giurisprudenze nazionali meritanodi essere segnalate:
- Belgio: le sentenze della Cour Constitutionnelle n. 38/2015 del 19.03.2015 e n. 35/2015 del 12.03.2015, in tema di azione di contestazione del riconoscimento di paternità, che richiamano l’articolo 8 CEDU e la giurisprudenza della Corte di Strasburgo; n. 34/2015 del 12.03.2015, che sancisce l’illegittimità costituzionale di talune disposizioni in materia di insegnamento nelle scuole primarie e secondarie laddove non consentivano di ottenere un esonero dalla scelta obbligatoria tra educazione religiosa o, alternativamente, di morale non confessionale, applicando anche le disposizioni CEDU e la giurisprudenza della Corte di Strasburgo; e n. 24/2015 del 05.03.2015, che sancisce la legittimità costituzionale di taluni articoli del Decreto della Regione fiamminga del 31 maggio 2013, riguardanti le condizioni per l’accesso agli alloggi sociali, richiamando le disposizioni della CEDU, la normativa comunitaria e la giurisprudenza della Corte di Strasburgo;
- Francia:le sentenze della Cour de cassation n. 1986/2015 del 14.4.2015, in materia di responsabilità penale per l’esposizione all’amianto, che richiama la direttiva n. 83/478/CEE; n. 630/2015 del 5.4.2015, di rinvio pregiudiziale, su un caso di discriminazione sul lavoro a causa di convinzioni religiose; e n. 1381/2015 dell’1.4.2015, in tema di interpretazione degli Accordi di Schengenin materia di competenza sui provvedimenti di espulsione;
- Germania: la sentenza del Bundesverfassungsgericht del 27.1.2015, in ordine alla legittimità del velo a scuola, che richiama gli articoli 8 e 14 CEDU e l’articolo 4 della direttiva 78/2000;
- Gran Bretagna: le sentenze dell’United Kingdom Supreme Court del 18.03.2015, inerente i requisiti di accesso ai benefici sociali per le famiglie meno abbienti, alla luce del divieto di non discriminazione; dell’11.03.2015 in tema di consenso informato al trattamento sanitario, e sull’obbligo del medico di fornire al paziente piena informazione per consentirgli la scelta libera e consapevole tra le opzioni possibili e i relativi rischi (nella specie, tra il parto naturale e il parto cesareo), anziché riservarla alla propria valutazione; e del 4.03.2015, secondo cui costituisce una legittima e proporzionata interferenza nella vita privata e familiare (ai sensi dell’articolo 8 CEDU) la conservazione dei dati personali del ricorrente (cittadino britannico di 91 anni) in un archivio di polizia riservato alla raccolta di informazioni sui cittadini coinvolti in attività politiche estremistiche; le sentenze dell’England and Wales High Courtdel 20.04.2015, nella quale la Corte ritiene giustificabili le interferenze con il diritto alla vita privata e alla non discriminazione derivanti dall’impossibilità, a norma delle norme in materia di stato civile nazionali, di modificare, sul certificato di nascita di un figlio, la rettificazione di sesso di uno dei genitori; e del 17.04.2015, in merito agli obblighi in capo al Regno Unito, ai sensi dell’articolo 2 CEDU, per le azioni derivanti dal coinvolgimento delle truppe britanniche in Iraq; la sentenza dell’England and Wales Court of Appeal del 27.03.2015, in cui la corte condanna Google per avere raccolto, attraverso internet, informazioni inerenti gli utilizzatori di browser di navigazione a loro insaputa; e la sentenza della Court of Session’s Appeal Chamber – the Inner House del 17.04.2015, sul diritto alla vita familiare di una cittadina britannica al cui marito, di origini straniere, è stato rifiutato il permesso di rimanere nel Regno Unito in base alle norme nazionali in materia di immigrazione;
- Irlanda: le sentenze della Supreme Court del 05.03.2015, che si pronuncia in tema di responsabilità del datore per la sicurezza delle attrezzature di lavoro, alla luce della normativa comunitaria e dei chiarimenti forniti dalla Corte di giustizia; del 26.02.2015, sulla possibilità di proporre opposizione, nello Stato Membro di esecuzione di un mandato di arresto europeo, fondata su una presunta violazione dei diritti di cui alla CEDU ed alla Carta dei diritti fondamentali UE, a fronte della richiesta dello Stato emittente di poter processare il ricorrente, già presente nel suo territorio, anche per ulteriori capi d’accusa non inclusi nel mandato di arresto; e del 06.02.2015, in tema di responsabilità genitoriale e trasferimento di minore ai sensi della Convenzione dell’Aja sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori e del Regolamento (CE) n. 2201/2003, alla luce della sentenza C c. M della Corte di giustizia; le sentenze dell’High Court del 24.03.2015, che si pronuncia in merito alla compatibilità della decisione delle autorità di espellere un cittadino polacco, con residenza permanente nello Stato, poiché condannato per reati sessuali, con le disposizioni della Direttiva 2004/38/CE e la giurisprudenza della Corte di giustizia; del 06.03.2015, che ha rigettato il ricorso fondato su una presunta violazione del diritto ad una buona amministrazione in virtù del duplice coinvolgimento del Refugee Applications Commissioner nella valutazione della domanda di asilo e della successiva richiesta di protezione sussidiaria, che richiama le disposizioni della Carta dei diritti fondamentali UE e la giurisprudenza della Corte di giustizia; del 20.02.2015, che ha rifiutato la consegna della ricorrente ai sensi di un mandato di arresto europeo avuto riguardo alle possibili ripercussioni sui diritti di cui all’articolo 8 CEDU; nuovamente del 20.02.2015, in tema di asilo, che si pronuncia in merito alla legittimità di una decisione assunta dal Refugee Applications Commissioner, alla luce della normativa comunitaria e della sentenza X,Y,Z v. Minister Voor Immigratie en Asiel della Corte di giustizia; e del 17.02.2015, che, richiamando anche la giurisprudenza della Corte di Strasburgo, ha definito illegale il regime di isolamento cui è stato sottoposto il ricorrente per quasi un anno, allo scopo di tutelarne la sicurezza, e in violazione del suo diritto costituzionale all’integrità fisica e mentale;
- Italia: la sentenza della Corte costituzionale n. 50/2015 del 26.3.2015, sulla legittimità costituzionale delle norme sulle “città metropolitane”, che valuta come Testo programmatico la Carta europea delle autonomie locali; l’ordinanza n. 30/2015 dell’11.2.2015, che sul tema della risarcibilità dei danni subiti dalle vittime di crimini di guerra ad opera della Germania nazista richiama quanto precedentemente deciso nella sentenza 238/2014; le sentenze n. 22/2015 del 27.1.2015, che in materia di spettanza di prestazioni sociali a cittadini extracomunitari dichiara l’incostituzionalità della norma che subordinava l’erogazione al possesso della carta verde, anche per contrasto con l’articolo 14 Cedu; e n. 49/2015 del 14.1.2015, in materia di confisca di immobili, che non ritiene applicabile la sentenza Varvara della Corte di Strasburgo; le sentenze della Corte di cassazione n. 5516/2015 del 19.03.2015, in tema di disciplina della tutela del dirigente assunto a termine, che richiama la direttiva sul contratto a termine e la giurisprudenza della Corte di giustizia; n. 12612/2015 del 25.03.2015, che, in tema di diritto al contraddittorio, richiama l’articolo 6 Cedu e la sentenza Drassich della Corte di Strasburgo; n. 12630/2015 del 25.3.2015, che, in tema di richiesta di remissione in termini per l’impugnazione, richiama l’articolo 6 Cedu e le sentenze Kimmel, Sejdovic ed altre della Corte di Strasburgo; n. 11648/2015 del 20.03.2015, sul tema delle rilevabilità anche d’ufficio delle violazioni alla Cedu; l’ordinanza della Corte di cassazione n. 4881/2015 dell’11.3.2015, che in materia di legge retroattiva, in relazione al trattamento pensionistico di lavoratori migranti in Svizzera, solleva questione di legittimità costituzionale della detta legge alla luce della sentenza Stefanetti della Corte di Giustizia; l’ordinanza del Consiglio di Stato del 4.3.2015, che solleva questione d legittimità costituzionale in relazione alla mancanza di una ipotesi di revocazione di decisione amministrativa passata in giudicato dopo l’avvenuto accertamento del contrasto con la Cedu ad opera della Corte di Strasburgo; la sentenza del Tribunale di Reggio Calabria del 10.4.2015, sui precari della scuola, che richiama la sentenza Mascolo della Corte di giustizia; e le sentenze del Tribunale di Napoli del 20.3.2015 e del Tribunale di Bari del 18.2.2015 sulla medesima questione; l’ordinanza del Tribunale di Milano del 14.3.2015, che ritiene discriminatorio subordinare la possibilità di presentare domanda di supplenza di insegnamento al possesso della cittadinanza italiana o comunitaria, richiamando le direttive Ue che hanno equiparato i diritti sul lavoro dei cittadini dell’Unione a quelli dei paesi extracomunitari; la sentenza del Tribunale di Firenze del 5.11.2014, che ritiene discriminatorio il diniego di un contributo sociale per famiglie numerose a cittadini extracomunitari, sulla base della normativa dell’Unione; la sentenza del Tribunale di Messina del 4.11.2014, secondo cui, la subordinazione del diritto ad avere riconosciuta la propria vera identità sessuale all’effettuazione di interventi chirurgici invasivi diretti ad ottenere la sterilizzazione si pone in contrasto con la tutela costituzionale e convenzionale del diritto all’identità di genere, che richiama la Cedu e la Carta dei diritti Ue;
- Lituania: la sentenza della Konstitucinis Teismas del 30.10.2014, sulla compatibilità di taluni articoli della Law on the restoration of the rights of ownership of citizens to the existing real property con le disposizioni costituzionali in materia di diritto di proprietà e principio di uguaglianza, che richiama la giurisprudenza della Corte di Strasburgo;
- Paesi Bassi: la sentenza del Rechtbank Den Haag (Tribunale distrettuale dell’Aia) del 11.03.2015, che ha annullato la legge sulla conservazione dei dati del 18 maggio 2009 (Wet bewaarplicht telecommunicatiegegevens), di trasposizione della Direttiva 2006/24/CE (Data Retention Directive), per violazione degli articoli 7 e 8 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, richiamando la decisione della Corte di giustizia nell’ambito delle cause riunite C-293/12 e C-594/12 Digital Rights Ireland Ltd. c. Minister for Communications, Marine and Natural Resources et al. e Kärntner Landesregierung et al.;
- Portogallo: la sentenza del Tribunal Constitucional dell’08.04.2015, in tema di proprietà industriale nell’ambito del settore farmaceutico, che richiama la normativa comunitaria in materia;
- Spagna: le sentenze del Tribunal Constitucional n. 18/2015 del 16.02.2015, sul rapporto tra diritto all’intimità e libertà di informazione, che richiama la giurisprudenza della Corte di Strasburgo; e n. 16/2015 del 16.02.2015, che, alla luce della giurisprudenza della Corte di Strasburgo, si pronuncia in merito ad una presunta violazione del diritto ad una tutela giurisdizionale effettiva rispetto alla decisione di inammissibilità del ricorso di cassazione per carenza dei requisiti formali.
Quanto ai commenti, abbiamo inserito i seguenti testi:
Articoli:
Abi Adams et al. “The “Zero-Hours Contract”: Regulating Casual Work, or Legitimating Precarity?”
Christophe Degryse “Dialogue social sectoriel européen: une ombre au tableau”
Jean-Michel Servais “El derecho internacional del empleo frente a la crisis”
Eugenio Zaniboni “Ordine internazionale e lotta alla corruzione”
Note e commenti:
Roberto Conti “Legge Pinto – ma non solo – Corte di cassazione e CEDU su alcune questioni ancora controverse”
Gina Turatto “Commento alla sentenza Moor (Corte di Strasburgo; art. 6 Cedu)”
Relazioni:
Lucia Tria “Il pubblico impiego tra Corti supreme nazionali e Corti europee centrali”
Roberto Conti “Il rinvio pregiudiziale alla Corte UE: risorsa, problema e principio fondamentale di cooperazione al servizio di una nomofilachia europea”
Roberto Cosio “Il dialogo tra la Corte costituzionale e la Corte di giustizia sulle norme retroattive in tema di contratto a termine”
Alessandro Criscuolo “Relazione sulla giurisprudenza costituzionale per il 2014”
Giovanni Grasso, Fabio Giuffrida “L’incidenza sul giudicato interno delle sentenze della Corte Europea che accertano violazioni attinenti al diritto penale sostanziale”
Pierpaolo Gori “Il ruolo del giudice ordinario dopo il parere della Corte di Giustizia C-2/13 del 18.12.2014, tra efficacia ed esecuzione delle sentenze CEDU”
Anton Giulio Lana “Il Protocollo n. 16 alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali: luci e ombre”
Fabio Rosario Morelli “Giudici nazionali di ultima istanza e rinvio pregiudiziale tra Corte di giustizia UE e Corte di Strasburgo”
Andrea Venegoni “Creazione di uno spazio giuridico comune europeo: il ruolo delle Corti sovranazionali”
Documenti:
La Carta di Roma del Consiglio Consultivo dei Procuratori Europei “Norme e principi europei concernenti il pubblico ministero” del dicembre 2014
Il Report dell’House of Lords del 15.03.2015 riguardo al Protocollo sull’opt out della Gran Bretagna in ordine alle politiche concernenti lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia e sulle posizioni del Governo
Lo Studio dell’House of Lords “The review of the balance of competences between the UK and the EU”, del marzo 2015
Segnaliamo infine che la Fondazione Basso, con il sostegno dell’OLAF, l’Ufficio Europeo Antifrode, organizza per i giorni 21 e 22 maggio 2015 una Conferenza internazionale sul Procuratore Europeo secondo il programma pubblicato nel sito dell’Osservatorio.