Scuola, regime e altri trent’anni buttati ai ladroni. Le testimonianze di allora. Da ALPRO-Cobas a ALPI-Quadri

04 Giugno 2015

Documenti ALPI

Nota politica di Domenico Cambareri

Il primo atto del superamento di “arcipelago Cobas”  e della nascita di un’Associazione di professori strettamente professionale e meritocratica

La stampa e la diffusione di questo dépliant risale ai primi di ottobre del 1987 e fu curata dalla Confedrequadri.  Essa fu redatta da chi scrive e da altri docenti e fu espressione dell’accordo raggiunto fra il Presidente della Confederquadri, Isidoro Giovannotti, con i componenti del direttivo di questa confederazione dei colletti bianchi da una parte, e la delegazione dei professori che intendevano lasciare il caotico “arcipelago” cobas. L’accordo rappresentò qualcosa di rivoluzionario che certamente fece tremare i confederali. E non solo. Tuttavia, anche all’interno della Confederquadri vi erano soggetti che avevano mal visto sin dal primo momento questo accordo. E’ più che presumibile che fu qualcuno fra costoro che non fece spedire per oltre tre settimane – giorni assolutamente roventi e cruciali allora -i plichi contenenti i dépliant a una dozzina e più  di città in cui diversi docenti avevano manifestato aperta condivisione con i punti portati avanti da chi aveva deciso di troncare i rapporti con i Cobas. Alcuni di questi ritennero perciò l’operazione un semplice bluff o desistettero dall’aderire a un’operazione che giungeva fuori tempo massimi rispetto a quanto stava accadendo all’interno del movimento. La successiva nascita della Gilda avrebbe confuso  intorbidito definitivamente le acque ma anche contraddetto  platealmente le rivendicazioni dei professori e i risultati delle votazioni che si erano svolte nelle diverse assisi nazionali a Roma.

Il nome ALPROCobas rappresntò il primo momento del passaggio di questo gruppo, per assumere poi la denominazione definitiva di ALPI, Associazione Liberi Professori Italiani – Quadri

Allora la Conferderquadri  comprendeva diverse federazioni, fra cui  quella dei funzionari Alitalia e dell’aviazione civile, delle potenti federazioni dell’industria e del commercio, delle assicurazioni, dei bancari, etc.

Allora era apparso improponibile presentare la richiesta di adesione alla Cida, la confederazione dei dirigenti, assolutamente conchiusa entro un ambito di tipo produttivo, e anche perché in quegli anni della lunga deriva del ’68 sindacale il cervello di tutti gli italiani era stato in un modo o nell’altro comunistizzato: ciò veniva espresso nei modi più spregiudicati, inverecondi e inveterati dalle invettive sindacali ad ogni piè sospinto e in particolare quelle che il leader della CGIL, Lucano Lama (il famoso partigiano umbro che amava sedersi posando il mitra sul tavolo: agiografia allora ricorrente) lanciavano contro i professori, indicati apertamente come parassiti della società.  L’adesione alla Confederquadri consentiva di preservare la completa autonomia nella definizione dei ruoli dei presidi e dei docenti delle scuole superiori e medie nell’ambito pubblico, e quindi di potersi ritenere a tutti gli effetti espressione dell’area dirigenziale.

Ricordiamo che alcune di queste cose lasciarono traccia, e che molti anni dopo, durante il secondo governo Prodi, il movimento dei Mille Prof., che lo supportava, tentò di raggiungere qualche obiettivo, ma ciò fu assolutamente impossibile. Con il nuovo niet  tessere sindacali e clientele superpagate continuarono a intascare i soldi di mezzo milione di prof. Cercate di fare i calcoli su quanto toglievano a degli stipendi decurtati in media del 40%. Vedrete di quali cifre colossali stiamo parlando. Non parliamo dello sciocchezzaio sotto il governo Berlusconi: si arrivò alla stupidità estrema di concepire una progressione di carriera dei docenti attraverso il riconoscimento di attività e incarichi burocratico – amministrativi e organizzativi e non attraverso la valutazioni delle loro specifiche prestazioni professionali. Ancora una volta, il docente avrebbe potuto avere un qualche valore soltanto se visto non come docente. Quale maggiore aberrazione?  Nulla da invidiare allo stupidario estremo ( e spesso violento) dei pininbull di Luciano Lama. – Domenico Cambareri

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