Centro America, gli italiani abbandonati dal governo?

28 Giugno 2014

Fonte: MAIE

 

 

 

 

COMUNICATO STAMPA MAIE, MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL’ESTERO

Italiani all’estero, Ricky Filosa (MAIE): Farnesina toglie il CGIE al Centro America

 

 

“Con la firma del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni sul decreto che disegna il nuovo CGIE, ci prepariamo ad avere un Consiglio Generale degli Italiani all’Estero rinnovato. E questo è un bene. Si sentiva la forte necessità di riformare tale organismo di rappresentanza degli italiani nel mondo. Detto questo, il criterio con cui è stata decisa la nuova ripartizione dei seggi fa acqua da tutte le parti. Più consiglieri a quelle zone del mondo dove sono residenti più iscritti AIRE? Ma qual è la logica nel lasciare intere zone scoperte, ovvero poco o per nulla rappresentate all’interno del CGIE?”. Così Ricky Filosa, coordinatore del MAIE in Centro America.
“Gentiloni, firmando il decreto, ha anche confermato la situazione del Centro America: nessun rappresentante all’interno del CGIE. Come se in Messico, o in Repubblica Dominicana, o a Panama, non esistessero connazionali. Un altro schiaffo in faccia da parte di questo governo e di questa Farnesina per noi italiani residenti ai Caraibi e in America Centrale. E per noi di Santo Domingo in particolare, dopo che è stata soppressa la nostra ambasciata e che ci è stato tolto il nostro Comites. Tutto questo, nel silenzio generale di quei parlamentari eletti nella nostra ripartizione, dunque anche coi nostri voti. E’ questa la spending review di Renzi e compagni? Togliere servizi e rappresentanza alle comunità italiane residenti oltre confine? Mentre la casta diplomatica continua a costare un pandemonio, ma nessuno la tocca”.
“Siamo stanchi – conclude Filosa – di essere considerati carne da macello o strumenti buoni solo quando si tratta di votare. Siamo completamente tagliati fuori e nessuno apre bocca. Qual è stato, cari eletti all’estero, il vostro sforzo per evitare una situazione del genere? Ma andate tutti a lavorare in miniera”.