20 Agosto 2015
Fonte: Socialnews
Ridurre i fattori di rischio per una minore incidenza ed una minore gravità delle patologie
Massimiliano Fanni Canelles, direttore di SocialNews
Il progressivo invecchiamento della popolazione è oggi associato ad un aumento delle malattie non trasmissibili, quali patologie cardiovascolari, diabete, malattie neurodegenerative, tumori. Di conseguenza, la pressione economica sul sistema sanitario mondiale tende ad aumentare. Tuttavia, diversi studi epidemiologici hanno dimostrato come la riduzione dei fattori di rischio conduca ad una minore incidenza e ad una minore gravità delle patologie, con beneficio per la popolazione e per le “casse” dello Stato. La possibilità di prevenire la malattia tramite la giusta attenzione al proprio stile di vita sta, lentamente, diventando un’informazione recepita dalla popolazione grazie ad un’ampia varietà di iniziative di sensibilizzazione.
L’elemento fondamentale in grado di fare la differenza nell’ambito degli interventi proposti per tutelare la salute nei Paesi occidentali è, appunto, il life-style. Si tratta, infatti, di tenere sotto controllo una serie di abitudini, dall’alimentazione alla regolare attività fisica, eliminando i rischi provocati da fumo, alcol, droghe, inquinamento. Parimenti importante è l’attività di sensibilizzazione diretta ai più giovani, soprattutto nell’ambito del peso corporeo: un bambino su tre risulta, infatti, sovrappeso ed uno su sei obeso.
L’Organizzazione Mondiale per la Sanità ha posto l’obiettivo di ridurre le morti per malattie croniche non trasmissibili del 25% entro il 2015, una prospettiva tanto ambiziosa, quanto fondamentale. La prevenzione, tuttavia, non rappresenta solo una faccenda individuale. Al contrario, gli esperti consigliano di attivare le migliori prassi anche sul posto di lavoro, in famiglia e nei luoghi di svago. Sempre secondo l’Oms, le malattie cardiovascolari risultano, oggi, tra le principali cause di morte. Bisognerebbe mantenere sotto controllo, almeno parzialmente, le abitudini di oltre 20 milioni di persone soltanto in Italia.
Il problema della prevenzione costituisce un elemento chiave da risolvere per assicurare il benessere ai cittadini, al punto che, nel 2012, sul tema sono state promosse delle linee guida europee. Il documento è stato redatto dalla quinta task force congiunta della Società europea di cardiologia insieme ad altre Società attive nel campo della prevenzione delle malattie cardiovascolari nella pratica clinica. La prevenzione, in generale, deve seguire tre main practices: evitare il fumo, osservare una dieta equilibrata ed applicarsi in un’attività fisica. Le linee guida forniscono indicazioni anche ai medici: ad essi si chiede, da un lato, di non sottovalutare i fattori psico-sociali, come lo stress sul lavoro o un basso livello socio-economico; dall’altro, di investire sulla comunicazione intesa come strumento fondamentale per permettere ai pazienti di comprendere l’importanza dei cambiamenti richiesti. Il documento, interamente reperibile on-line, traccia puntualmente situazioni critiche, attività da realizzare, luoghi da tenere sotto controllo. Fornisce, così, un quadro quanto mai completo di quella che si sta configurando come una battaglia europea per ridurre l’incidenza di questo tipo di malattie. Una battaglia in cui ciascuno può fare la sua parte, per il bene proprio e della collettività.
Massimiliano Fanni Canelles
direttore Social News
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