07 giugno 2016
Nota di Enea Franza
Sarà possibile strappare Roma ai partiti e alle nomenklature?
Un pensiero sulle elezioni romane, ad un bivio dalla elezione del Sindaco e sulle preferenze che i romani hanno dato ai candidati consiglieri comunali. Nelle tante liste, infatti, non mancavano nomi eccellenti, legati ad un illustre passato, sportivi di indubbia capacità, e i soliti parenti di persone famose (come se esser parente di un personaggio illustre fosse di per se solo titolo di merito e non frutto delle circostanza a volta comiche della vita). Dunque,
I romani hanno smesso di votare i candidati famosi. Segno di maturità e consapevolezza… Può essere.
Più facile che si tratti del giusto “fastidio” di vedere gli “eccellenti” voler occuparsi di politica. Come se essere un buon nuotatore o una brava soubrette desse il blasone per poter gestire i destini della gente. La politica è cosa seria. Richiede impegno, partecipazione, capacita d’ascolto e rappresentatività …
Ma anche un altro messaggio sembra arrivare dalle elezioni romane.
Sembra finito il tempo dei senatori e deputati senza arte ne parte, con un nessun seguito e capaci al massimo (abilità peraltro invidiabile) di millantare un consenso o una capacità di veggenza invero inesistente. Chi sono costoro ? I nomi sono sulla bocca di tutti, e basta dare una sbirciata ai tanti caporioni che sostenevano Marchini ( vedete un po’che ne è di Forza Italia, tanto per sparare sulla croce rossa, ma anche tenuto conto dei big che la sostenevano, dalla Polverini a Storace a De Lillo a Augello a … ) per rendersi conto dell’inconsistenza di tali personaggi.
Per chi come noi crede nella forza della rappresentanza non resta che riprenderci Roma. Si comincia da oggi … per chi ci sta.
C’è la gente vera, c’è la politica, c’è la tradizione. C’è la voglia di non comparire ma di contribuire.