11 Luglio 2016
Comunicato Eulà
Fonte: Consiglio europeo
Consiglio dell’Unione europea
http://www.consilium.europa.eu/it/meetings/international-summit/2016/07/08-09/
Dichiarazione congiunta UE-NATO
Venerdì l’UE e la NATO hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta sull’intensificazione della cooperazione pratica in settori selezionati, tra cui:
- il contrasto alle minacce ibride, anche mediante l’elaborazione di procedure coordinate
- la cooperazione operativa in mare e in materia di migrazione
- il coordinamento relativo a cibersicurezza e difesa
- lo sviluppo di capacità di difesa coerenti, complementari e interoperabili
- l’agevolazione di un’industria della difesa più forte e di una maggiore ricerca nel campo della difesa
- il potenziamento del coordinamento relativo alle esercitazioni
- la creazione di capacità di difesa e sicurezza dei partner a est e a sud
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NATO – UNIONE EUROPEA. IL TONFO
Al summit di Varsavia, europei con la testa china. Davanti all’oligopolio speculativo e militare USA. Oltre le apparenze, tutto già visto. Ma oggi le “crisi” ci hanno legati come salami.
Il summit congiunto svoltosi a Varsavia fra Nato e Unione Europea conferma per l’ennesima volta il vetusto copione.
Per la Nato, a Washington si scrive la strategia, a Washington si scrivono le dottrine operative, a Washington si decidono le linee d’azione e le opzioni di conserva. A Bruxelles, viene messo in atto il via alle conduzioni sul campo e la direzione ufficiale. A Washington, la direzione reale, la supervisione e le determinazioni urgenti e conclusive.
Per l’Unione Europea, la perpetua vigenza sul proscenio di una nolontà politica raggelante, l’inesistenza di qualsiasi proiezione estera comune e il passivo adeguamento al copione della Nato.
In tutto e per tutto questo, non incolpiamo sempre e solo il ruolo egemone della potenza americana al servizio dell’oligopolio finanziario e energetico del capitalismo speculativo; quanto pure il municipalismo rissoso, inconcludente e autolesionista dei governi dei Paesi europei, governi assolutamente inadeguati a superare lo sciovinismo suicida delle barriere e della miope alea degli interessi difficilmente ormai definibili “nazionali”. Municipalismo o macro regionalismo che dir si voglia inconcludente, autolesionista, idiota: assolutamente incapace di analizzare e valutare la politica di generale destabilizzazione e di promozione della proliferazione delle “minacce ibride” perseguita e promossa dalle centrali decisionali d’oltre oceano attorno al quadro geopolitico euroasiatico-mediterraneo.
La degenerazione delle reazioni popolari sul piano elettorale conferma tutto questo quanto pure la debolezza del modello democratico incentrato esclusivamente sull’esistenza di partiti tradizionali pavidi, logori e mummificati: partiti che non poche volte sono centrali di ramificazione della corruzione pubblica (quale è il caso rappresentato dalla peculiarità del sistema italiano). Partiti che in modo perdurante debordano dal perseguimento dell’obiettivo dell’efficienza richiesta dalle istituzioni pure per le inadeguatezze e incongruenze e vetustà ideologiche e delle linee programmatiche – e per le soffocanti incrostazioni delle falsificazioni storiche. Ciò ha lasciato sempre più spazi a reattività emotive e elettorali quasi sempre prive di validi sbocchi e perciò non meno inconcludenti.
Tutto questo allontana la concreta possibilità di perseguire una nuova, salutare e superiore linea politica atta a porre le reali fondamenta della sovranità europea. E riafferma le condizioni di deprivazione politica e di quasi nullità del ruolo delle “potenze” europee svolto all’interno delle dinamiche mondiali, a prescindere dalle rituali cadenze dei vertici del G-7 (non più G-8) e delG-20.
Senza sovranità europea, la Nato è destinata a svolgere il ruolo di mera appendice degli interessi speculativi della finanza americana sempre più espansivi e delle sue succursali e di base avanzata degli strumenti offensivi di Washington.
Senza sovranità europea, l’incatenata U.E. e le entità lillipuziane “nazionali” sono destinata a svolgere il tipico ruolo dei riottosi valvassini, sempre pronti a litigare e a fregarsi l’un l’altro e a genuflettersi davanti al grande e esclusivo feudatario, in qualità di passivi esecutori. Entità lillipuziane “nazionali “sempre pronte a fregarsi l’un l’altra nei modi più sconci e comici, come dimostrano il recente affare delle navi da guerra al Qatar delle scorse settimane e di tutti i precedenti decenni, con in testa i corvi dei governi francesi e inglesi (cronache politico-industriali e finanziarie sconosciute pure al grande pubblico delle persone colte). E’ storia. Incontrovertibile. E’ attualità. Incontrovertibile.
E’ quindi e perciò altrettanto vero il ruolo di meri piazzatori che svolgono gli europei nel Vicino e nel Medio Oriente, insaccati nelle strategie senza scrupoli di Washington, della Mecca e dei Paesi del Golfo, di Tel Aviv, di Teheran, di Islamabad, di New Delhi. E naturalmente di Pechino. Ma a Londra e a Parigi i politici nostrani sniffano senza posa la droga della grandeur. Illusi e pezzenti megalomani e probabilmente pure criminali internazionali.
In questo sconfortante quadro, le responsabilità dei governi in carica francesi e inglesi (e di già, quindi, quello londinese appena insediatosi, visto che le sue linee-guida sono esemplarmente chiare) e precedenti sono davvero incalcolabili.
E’ scandaloso altresì assistere a questa irrazionale sovrapposizione politico-geografica e strategica fra Nato e Unione Europea.
Sarebbe auspicabile che Svezia, Finlandia, Norvegia, Islanda, Irlanda, Austria (e non di meno il “governo” della greca Cipro e dell’italiana Malta, per quanto siano puntiformi entità politiche fittizie) esprimano degli specifici “distinguo” ufficiali, se non vivo disappunto. Lo sarebbe non di meno pure da parte di Polonia, Lettonia, Estonia e Lituania, repubbliche ceca e slovacca, Ungheria. Sarebbe cosa salutare se lo facesse, subito oltre i limes odierni di Nato e Unione Europea, l’Ucraina, caduta nella trappola di USA e Regno Unito.
In ogni caso, è bene che l’opinione pubblica europea cominci a prendere coscienza che gli strateghi USA stanno conducendo una forsennata campagna di riarmo e di accantonamenti nelle basi europee. Bisogna fermarli. A tutti i costi.
Bisogna rilanciare la sovranità europea come obiettivo irrinunciabile, primario, urgente. In uno con il disgelo e con il veloce riavvicinamento con la Russia. A tutti i costi.
Altrimenti, nell’imprevedibilità delle cose del futuro prossimo, purtuttavia fra le più plausibili ipotesi, è da considerare che il denso e fosco scenario odierno e le sue ulteriori pericolose evoluzioni potranno portare i reali detentori del potere a Washington a farci pagare prezzi al di là della cruda espressione “a tutti i costi”. E la Brexit non fa altro che facilitare le mosse di chi guida l’osmosi occulta fra il “Big Board” di Wall Street e la Casa Bianca.